Il 7 giugno del 1984 ad Hollywood veniva realizzata la prima del film alla presenza del cast (in Italia usciva il 21 novembre 1984).
Iniziamo i festeggiamenti con la pubblicazione di questo articolo che ripercorre la storia e il dietro le quinte del mitico film. Tradotta da Davide Passaia: The Making of Ghostbusters: HowDan Aykroyd, Harold Ramis, and “The Murricane” Built “The Perfect Comedy” che è stato publicato pochi giorni fa su Vanity Fair.
Ricordiamo a tutti i fans che questa sera alle ore 21:00 inizia la visione contemporanea dl film: prendete il vostro dvd o blue-ray e fate partire il film alle ore 21:00 e commentate o postate foto sui social ricordate di usare #GB30.
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Buon 30° anniversario a tutti e buona lettura!
Per la cronaca, Dan Aykroyd crede veramente ai fantasmi. “E’ un affare di famiglia, santo cielo!” dice dalla fattoria di famiglia in Ontario, sede delle sedute spiritiche degli Aykroyd da generazioni. Il bisnonno di Aykroyd era un rinomato spiritualista; la famiglia aveva il suo medium personale per contattare le anime dall’altro mondo. Suo nonno, un ingegnere telefonico, investigava la possibilità di contattare i defunti via radio. Suo padre ha scritto una storia di fantasmi molto ben ricevuta ed acclamata; strane luci circondano sua figlia nelle foto.
Eppure Aykroyd è stato il primo a rendere il soprannaturale un franchise altamente remunerative. Prendendo spunto dalle attività spettrali di famiglia, un giorno si sedette ed iniziò a scrivere Ghostbusters. Il prodotto finale catapultò una squadra di già famosi comici del Saturday Night Live e del Second City nel successo internazionale e diventò un caposaldo dell’industria cinematografica, erodendo l’insormontabile barriera tra TV ed attori del cinema.
“Ghostbusters – uno dei film più famosi della Columbia – inventò il genere di commedia contenente effetti speciali” dice Doug Belgrad, presidente della Columbia Pictures
Mentre prende posto nel pantheon dei film horror-comici, Ghostbusters ha ispirato generazioni seguenti di comici nel buttarsi nel gioco.
“E’ una commedia veramente perfetta” dice Judd Apatow “Erano tutte quelle persone al massimo del loro potere; avevano piena conoscenza delle loro doti…e hanno fatto il film che avremmo voluto facessero. Film come GHostbusters….ci hanno fatto venir voglia di fare cinema”
Eppure, l’astronimico successo di Ghostbusters non era così scontato: dal suo concepimento, il probabile blockbuster ha incontrato numerosi ostacoli, problemi ed emergenze. Il budget del film scandalizzò e divise i produttori che consideravano il progetto un “rischio orribilmente costoso da caricare sulle spalle di ex attori della TV ed un regista con relativamente poca esperienza”.
“Quello non era Animal House o Caddyshack o Stripes” ricorda Tom Shales, critico veterano e co autore di Live from New York: la storia incensurata del Saturday Night Live. “Quelli erano piccoli film. Questo era un grosso, grosso rischio”
Uno dei protagonisti per il quale il film era stato scritto morì per overdose. La sceneggiature richiedeva un gran numero di effetti speciali ed i maggiori studi di effetti della città erano collegati ad altri progetti. Per concludere, alla squadra di Ghostbusters fu dato un anno per riscrivere, girare e montare il film – e nessuno degli addetti ai lavori aveva mai lavorato ad un progetto di quel genere sinora.“Le voci che circolavano dicevano che avevo commesso un terribile sbaglio” dice l’ex presidente della Columbia Frank Price, che diede il via libera al progetto.Decenni dopo, il dramma continua a circondare il franchise, che ha visto sia grandi trionfi che grandi delusioni. A dispetto della stampa che insinuava lotte tra Aykroyd, Murray e Ramis (scomparso all’inizio dell’anno) le star dei primi due film, Columbia Pictures ha confermato che il tanto atteso Ghostbusters III è in sviluppo. Alla vigilia del 30° anniversario del primo film, il cast, regista, produttori e chi ha lavorato nel dietro le quinte, condividono i loro ricordi sulla nascita del fenomeno Ghostbusters e parlano dell’eredità e del futuro del franchise.
IL MONTE VESUVIO DELLE IDEE ORIGINALI
Sarebbe impossibile scrivere di Ghostbusters senza citare prima il Saturday Night Live: in molti modi, SNL era lo Zeus dalla quale testa successivamente nacque Atena.
“Anche se il creatore e produttore del SNL Lorne Michaels non aveva nulla a che fare con GHostbusters, il film era un tributo a quei primi cinque anni di SNL ed alla rivoluzione che rappresentò” ricorda Tom SHales. Dal suo debutto nel 1975, SNL si stabilì immediatamente come un fenomeno di cultura di massa. Le ambizioni di Lorne Michaels per il suo nuovo show erano largamente fuori misura: “Volevamo ridefinire la comicità nello stesso modo in cui i Beatles ridefinirono l’essere una pop star” disse nel libro di Shales Live from New York: la storia incensurata del Saturday Night Live.
Fu un successo. I membri del cast originale furono catapultati ad un livello di fama una volta riservato solo a leggende del rock ed icone del cinema. Il fondatore della Creative Artists Agency Micheal Ovitz, che al tempo rappresentava Dan AYkroyd e Bill Murray, ricorda: “Camminare per New York con Bill Murray era come camminare col sindaco e coi campioni dei Giants e dei Knicks”
Nei primi anni 80, la prima squadra del SNL aveva fatto il salto dal piccolo schermo al grande schermo: John Belushi era in Animal House, Bill Murray guidò Caddyshack con Chevy Chase e fu protagonist di Meatballs e Stripes. Dan Aykroyd si stava distinguendo come un talento della scrittura.
“Danny era uno dei geni creative della nostra epoca” dice Ivan Reitman, che diresse Meatballs, Stipes e produsse Animal House. “Ha creato Teste di Cono , i Blues Brothers: tutto ciò viene da quel meraviglioso cervello” Ovitz aggiunge che Aykroyd “..era una fabbrica di idee…il Monte Vesuvio delle idee originali “ Ad ogni momento, ricorda “Avevamo probabilmente 10 idee di Aykroyd…in tutte le fasi di sviluppo”
Mentre sedeva nella sua fattoria di famiglia, Aykroyd lesse un articolo su un giornale di parapsicologia ed ebbe l’idea sull’intrappolare i fantasmi. “E pensai, ideerò un congegno per intrappolare i fantasmi….e lo inserirò in uno di quei vecchi film di fantasmi degli anni 30. Praticamente ogni team comico ha fatto un film sui fantasmi – Abbott e Costello, Bob Hope. Ero un loro grande fan”. Iniziò a scrivere la sceneggiatura.
“Era pensato in origine per me e John” ricorda. Il progetto nascente ricevette immediatamente un duro colpo quando Belushi morì di overdose nel 1982. “Stavo scrivendo una battuta per John e Bernie Brillstein mi chiamò e mi disse che l’avevano appena trovato” racconta Aykroyd “Fu un momento stranissimo….ci volevamo bene come fratelli”
La sceneggiatura di GHostbusters contiene comunque un omaggio a Belushi: il famoso fantasma verde Slimer era basato sul corpo di John, dice Aykroyd “Ammetto di aver avuto un ispirazione da lui”
TUTTI SI METTEVANO IN AFFARI NEGLI ANNI 80
Aykroyd si rivolse a Bill Murray, fornendo al collega un semi completo script. Tutti gli intervistati per questo articolo dicono che Murray accettò di partecipare al progetto in questa fase iniziale, anche se puntualizzano – con vari gradi di affettuosa ironia – che Murray era già famoso per non accettare ufficialmente fino all’ultimo minuto. (Murray non ha risposto alle molte richieste di intervista per questo articolo)
“Con Meatballs, era la star del film e non sapevo se avrebbe partecipato fino al giorno in cui iniziammo le riprese” ricorda Reitman ed aggiunge che il soprannome “Murricane” si adatta perfettamente all’attore. “Era una specie di forza della natura” Dalle parole di Aykroyd, “Quando riesci a mettere sul serio uno script nelle mani di Billy, come se fossi un processore di un pc…devi guardarlo negli occhi e dire: Tu lo hai ricevuto”
Per quanto riguarda il regista ideale di Aykroyd: “Ivan era la scelta più logica per dirigere il film” dice. Grazie all’enorme successo di Animal House, Stripes e Meatballs, Reitman stava velocemente diventando uno dei filmaker più richiesti di Hollywood. “Ero nel posto giusto al momento giusto” dice Reitman oggi “ Ho lavorato con delle persone che sono diventate le nuove voci comiche del linguaggio della commedia americana”
Aykroyd presentò lo script a Reitman; I due avevano lavorato in una serie TV a Toronto anni prima. “Era uno script impossibile da produrre ma aveva idee molto brillanti al suo interno” ricorda Reitman, il quale ha ammesso che lo script originale lo esaurì. Molto più dark della versione poi prodotta, era ambientato nel futuro e su diversi pianeti o piani dimensionali. MA conteneva già elementi che sarebbero poi finiti sul grande schermo, incluso lo Stay Puft Marshmallow Man e quello che sarebbe diventato il logo famoso in tutto il mondo: un fantasma all’interno del simbolo di divieto.
Aykroyd e Reitman andarono a pranzo all’Art Delicatessen a Studio City per discutere il progetto “Ho praticamente proposto la versione attuale del film – i Ghostbusters devono aprire l’attività” dice Reitman. “Erano i primi anni 80: tutti si mettevano in proprio” Insistì anche con Aykroyd per estrarre il film dal regno del fantasy e calarlo nella realtà americana dell’epoca. “L’ho chiamata la mia teoria del domino della realtà” dice “Se possiamo trattare questa cosa realisticamente dall’inizio, crederemo che il Marshmallow Man esiste alla fine del film”
E, per ultimo, Reitman disse ad Aykroyd che avrebbero dovuto coinvolgere Harod Ramis, regista di Caddyshack e National Lampoon’s Vacation e college di Murray in Stripes. Reitman ed Aykroyd andarono negli uffici di Ramis a Burbank subito dopo pranzo. Stando a Reitman ed Aykroyd, Ramis diede un’occhiata allo script ed ascoltò i loro piani per il progetto. Dopo 20 minuti, li guardò e disse: “Ci sto”. Non divenne solo il co sceneggiatore ma anche il terzo Ghostbuster.
UN’ORRIBILE MONTAGNA DI DENARO PER UNA COMMEDIA
Il budget mise in allarme i superiori di Price. “Era un orribile montagna di denaro per una commedia” ricorda Price. Dice che il presidente della Columbia Pictures Industries Inc, Francis Vincent, mandò il suo miglior avvocato da New York a Los Angeles per convincere Price a lasciare il progetto. “Era troppo costoso, troppo rischioso” ricorda Price. “Io spiegai: ho avuto Bill Murray. Andavo Avanti con quella spiegazione. Loro misero in chiaro che era mia responsabilità. Ero fuori dal limbo”.
Price fissò per Ghostbusters un’uscita nell’estate del 1984 – dando a Reitman ed al gruppo di lavoro solo un anno per scrivere, filmare e montare il primo film ad alto budget ed effetti speciali che avessero mai fatto.
LO SPAVENTAPASSERI, IL LEONE E L’UOMO DI LATTA
Aykroyd, Ramis e Reitman diedero il massimo per sviluppare una sceneggiatura per le riprese – dapprima rintanandosi negli uffici di Reitman e poi finendo a Martha Vineyard per una sessione di scrittura serrata.
“Fuorono le due settimane più belle della mia vita” dice Reitman “Lavoravamo sette giorni alla settimana… mangiavamo squisiti pasti con le nostre famiglie e poi tornavamo a lavorare di notte”
Il primo ordine del giorno: ridefinire gli ora iconici protagonisti, i quali erano indistinguibili nelle prime versioni dello script. Aykroyd ricorda che il team si basò su una lunga storia di archetipi hollywoodiani e commedie con fantasmi per avere delle linee guida: “Metti assieme Peter Venkman, Raymond Stantz ed Egon Spengler ed abbiamo lo Spaventapasseri, il Leone e l’Uomo di Latta”
I suoi collaboratori dicono che Aykroyd non fece una piega nel vedere il suo progetto iniziale scomposto e rilavorato completamente.
“Sono più bravo come creatore che come esecutore di un copione finito” ammette Aykroyd “Sono una specie di… lavandino! Butto tutto li dentro. Ho sempre avuto bisogno di collaboratori per portare i miei progetti alla realtà”
Disse Ramis in Making GHostbusters (1985): “Dan è grande nel creare situazioni divertenti, il mio punto di forza è più nell’area di gag e dialoghi comici. Essenzialmente, abbiamo scritto separatamente e poi riscrivemmo il lavoro l’uno dell’altro.
Aykroyd agì anche da esparto di paranormale, provvedendo il linguaggio tecnico ufficiale (o che suonasse tale). Largamente assente dalla fase di scrittura: Bill Murray, il quale era in India a filmare The Razor’s Edge, l’adattamento cinematografico di un racconto di W. Somerset Maughmam del 1944; Murray aveva collaborato alla scrittura dello script. L’ex presidente della Columbia Frank Price racconta che era stato contattato riguardo The Razor’s Edge col tacito accordo che in cambio Murray si sarebbe aggiunto al cast di Ghostbusters, Price aggiunge che Murray rifiutò di collegare i due progetti ufficialmente. “il solo modo in cui potevo avere la chanche di produrre Ghostbusters era che facessi questo accordo senza chiedere un impegno ufficiale a Bill” ricorda. Affrontando questo dilemma concluse che The Razor’s Edge avrebbe perso poco o niente se non avesse funzionato e decise di concedere l’accordo a Murray.
Quando Murray tornò a New York dopo le riprese di The Razor’s Edge, Ramis e Reitman lo prelevarono all’aeroporto La Guardia per mostrargli lo script finito.
“Bill arrivò su un aereo privato, un ora in ritardo” Ramis dice nella stessa intervista del 1985. “Si fece largo attraverso il terminal con un corno da stadio e lo suonava verso chiunque incontrava”.
Ramis e Reitman lo portarono ad un ristorante nel Queens ma Murray offrì pochi input, studiando invece il suo personaggio.
“Sono sempre stato capace di scrivere bene pensando alla voce di Bill” continua Ramis, il quale aveva scritto per Murray anche in Stripes, Caddyshack e Meatballs “Perché conoscevo alcuni suoi istinti malsani”
I personaggi e la storia erano ormai decisi, ma alcuni sacrifici dovevano essere fatti: il gruppo tagliò molto material, sia durante la fase di scrittura che di montaggio. Per esempio il primo script di Aykroyd aveva presente un illecita stazione di stoccaggio di fantasmi in una deserta stazione di servizio della Sunoco in New Jersey – un innegabile purgatorio per i fantasmi catturati. Gli scrittori optarono invece per un unità di stoccaggio presente nella base dei Ghostbusters. La sceneggiatura finale prevedeva una visione dell’interno dell’unità di contenimento, un manicomio di anime immonde che prevedeva spiriti di persone famose defunte. Anche questa scena fu tagliata.
“Ivan tagliava cose che avrebbero scioccato il pubblico” dice Ovitz. “Era impietoso. Non ho mai visto nulla di simile”.
DISEGNARE CREATURE PER UN FILM ANCORA DA SCRIVERE
In un colpo di immensa fortuna, l’Oscar per gli effetti speciali Richard Edlund – famoso per il suo lavoro nei film di Star Wars, Predatori dell’Arca perduta e Poltergeist – stava pensando di mettersi in proprio. Con un colpo di immensa SFORTUNA “Ero all’ospedale dopo un’operazione alla schiena quando Ivan mi chiamò per il film” ricorda Edlund.
Eppure accettò di supervisionare il film. In un momento di rara collaborazione, Columbia Pictures e Metro Goldwyn Mayer – la quale aveva bisogno di effetti per la produzione di 2010 – accettarono di co finanziare la nuova compagnia di Edlund, Boss Film Studios.
“Ho dovuto mettere insieme un’intera compagnia – e gli avvocati si presero buona parte del tempo” racconta Edlund. “Quando i contratti furono pronti, avevamo qualcosa come 10 mesi per ricostruire lo studio, filmare le scene e montare il tutto. Abbiamo costruito equipaggiamenti elaborati. Era un incredibile ammontare di lavoro”
Nel frattempo, il produttore associato Micheal Gross iniziò ad assemblare un team di disegnatori ed artisti per creare il cast soprannaturale del film. Il lavoro era inusuale. Come dice Reitman, stavano “disegnando creature per un film ancora da scrivere.
SE PRENDI IL BIGLIETTO DEVI FARE IL VIAGGIO
Agli inizi di Agosto una terza e quasi definitiva versione dello script era stata completata ed il team iniziò a cercare il cast “umano”. Il personaggio di Dana Barrett – la preda amorosa del personaggio di Bill Murray, Dr. Venkman – colse l’attenzione di Sigourney Weaver, la quale era pronta ad affrontare una commedia dopo i suoi ruoli drammatici in Alien (1979) e The Year of Living Dangerously (1982).
“Ho fatto un provino per Ivan” ricorda. Racconta di aver deciso di mostrare la sua miglior interpretazione di un Terror Dog – la creatura nella quale Dana si trasforma dopo essere stata posseduta durante la parte finale del film. “Ricordo che ho iniziato a ringhiare e grugnire ed abbaiare e morsicare i cuscini, saltando tutto intorno. Ivan fermò il nastro e disse ‘Non farlo mai più’”
La performance deve averlo colpito, Reitman dice di aver chiamato Harold ed avergli detto “Credo di aver trovato la nostra Dana”. Racconta oggi: “Quando Sigourney si unì a noi, aveva la giusta dose di umiltà ed un meraviglioso senso dell’umorismo”.
Originariamente scritta con in mente una Modella, Dana divenne una musicista su suggerimento della Weaver. “Potrà essere un po’ snob e fredda, ma sai che ha un’anima quando la senti suonare il violoncello” dice Sigourney. “Abbiamo sempre pensato a Sigourney come la Margaret Dumont del film” dice Reitman, riferendosi all’attrice che fece da spalla a Groucho Marx in sette film dei Fratelli Marx.
Reitman dovette cercare un nuovo attore per il ruolo del nerd Louis Tully – in origine concepito per il comico John Candy, che Reitman aveva diretto in Stripes. I primi storyboard del film vedevano un rotondo e distinto signore simile a Candy. Ma Reitman ricorda che quando mostrò lo script a Candy, il comico disse: “Non saprei. Potrei farlo, ma dovrei farlo con un accento tedesco’ Voleva essere accompagnato da due grandi cani. Gli dissi ‘ Mi dispiace, John – magari la prossima volta”
In attesa per la parte: Rick Moranis, che si era fatto conoscere in uno show comico canadese chiamato Second City Television o SCTV. Ricorda Reitman: “Rick mi richiamò dopo 12 ore dicendo ‘Grazie a Dio Candy odia lo script. E’ la sceneggiatura più grandiosa che io abbia mai letto’”
E’ stato creduto a lungo che Eddie Murphy era considerato per il ruolo del quarto Ghostbuster, Winston Zeddmore, ma Reitman lo nega: “Murphy non è mai stato preso in considerazione.” Zeddmore, dice, doveva essere il tramite col pubblico, un personaggio al quale dovevano essere spiegate le cose. “Ernie aveva questa magnifica, amichevole qualità di interazione col prossimo e semplicemente l’ho chiamato” dice. (Hudson ricorda le cose un po’ diversamente: “Ci sono stati cinque provini e c’è voluto un mese prima di venire a sapere che avevo avuto la parte”)
Nel circolo interno dei Ghostbusters c’era anche Annie Potts, la segretaria Janine Melnitz. Se la prospettiva di recitare accanto a Murray, Aykroyd e Ramis la intimidiva, non lo diede a dimostrare. “Ero un’attrice di teatro, non improvvisavo, quindi i loro metodi per me erano territorio straniero” dice Potts. “Ma se vinci il biglietto per salire sul treno, tu fai il viaggio”
VOLEVO CHE FOSSE IL MIO FILM SU NEW YORK
In Ottobre 1983, il team iniziò le riprese a New York. Durante il pranzo all’Art Delicatessen con Aykroyd, Reitman propose di calare il film in una città rinomata per essere un universo nel suo piccolo.
“Volevo che il film fosse… il mio film su New York”
E’ stata una scelta istintiva. Al tempo, New York non era esattamente una città in cui fare film: proveniva da un decennio di disastri fiscali, consumismo e violenza. “Nei primi anni 80 New York era un orribile sporco centro del crimine dove le persone normali non andavano – sinonimo dei barboni della città” dice Tom Shales. Negli anni successivi, il centro dell’industria del divertimento si è spostato a Los Angeles.
Ad oggi, i critici danno merito al Saturday Night Live – e poi, a Ghostbusters – per aver lanciato un contrattacco all’esodo verso la West Coast ed aver favorito il ritorno della città agli antichi splendori. “E’ stato come il secondo arrivo sulla Luna…Lorne Michaels che pianta la bandiera sul suolo lunare, dicendo che la televisione era partita da NY e doveva tornarci” dice Shales.
“SNL rimise New York al centro della vita creativa del paese – e Ghostbusters ne fu la conferma e la verifica. Ghostbusters lanciò questo messaggio: è bene amare di nuovo New York. La città è di nuovo al top” James Sanders, autore di Celluloid Skyline: New York ed i film, aggiunge: “Il film è un messaggio di amore ed affetto per la città, la quale aveva attraversato brutti periodi”. Questo sentimento fu rappresentato dall’ultima frase del film, urlata da Winston Zeddmore mentre osserva la zona circostante ricoperta di marshmallow fuso: “Amo questa città!”
Aykroyd fu d’accordo con Reitman. “E’ la più grande città del mondo, un capolavoro di architettura” dice oggi. “Una centrale energetica per i rapporti umani” Il team apprezzò l’architettura gotica della città, ma aggiunse gargoyles e statue minacciose per gli effetti speciali.
Nel primo giorno di riprese, Reitman ricorda di aver accompagnato Bill Murray al guardaroba (“Non avevo ancora idea se avesse letto o meno lo script” dice Reitman) . Il momento in cui vide Murray, Ramis, Aykroyd completi di equipaggiamento camminare in Madison Avenue, dice di aver “perso la testa”. Il produttore associato Joe Medjuck ricorda il cambiamento: “Ivan mi guardò e disse ‘Questo sarà fottutamente epico!!!’”.
Weaver ricorda l’incontro con Bill Murray per la prima volta nel set fuori dalla biblioteca pubblica di New York. “Mi avvicinai e mi presentai. Lui disse: ‘Ciao Susan’ Poi mi caricò sulla sua spalla e si allontanò con me in braccio. Fu una grande metafora di quello che mi successe nel film. Fui capovolta sottosopra e credo divenni un’attrice migliore proprio per questo.
Un altro giorno, il team girò tutta la città per riprendere le scene in cui I Ghostbusters vanno a caccia di fantasmi in differenti locations. “Rockfeller Center è privato, e non lo sapevamo” dice Medjuck. In una scena, una guardia di sicurezza sullo sfondo insegue Murray, Ramis e Aykroyd: “E’ una vera guardia di sicurezza, li stava cacciando fuori da Rockfeller Center” dice Medjuck. New York divenne una dei protagonist del film, la quale mostra molti posti iconici ora scomparsi, ad esempio il World Trade Center e l’originale Tavern on the Green. Un rappresentate della biblioteca pubblica, dove il film inizia, dice che finti Ghostbusters ogni tanto irrompono nella sala di lettura principale e disturbano i lettori che si rilassano in silenzio.
IN FIAMME
Con dispiacere del team, si venne a scoprire che c’era stato un breve telefilm per ragazzi negli anni 70 chiamato “I Ghost Busters”, il quale creò una barrier legale nell’uso del nome. Già profondamente immerse nelle riprese, dovettero creare diverse insegne con diversi nomi per la squadra da appendere davanti alla loro central operative. Nomi alternativi includevano Ghoststoppers e Ghostbreakers. I nodi vennero al pettine quando il team girò una scena in Central Park con centinaia di comparse che si misero ad urlare “Ghostbusters! Ghostbusters!” continuamente. Joe Medjuck ricorda: “Mi fiondai in una cabina telefonica per chiamare Burbank e dire: ‘Ragazzi, DOVETE fare qualcosa per permetterci l’uso del nome!” (Come sappiamo, ci riuscirono). Il resto delle riprese fu miracolosamente libero da problemi. “Se avessimo avuto un solo imprevisto con Ghostbusters, il film non sarebbe mai uscito entro la data prevista” dice Ovitz. Gli intervistati descrivono le riprese come intense ma armoniose, a dispetto del numero di grandi personalità e grandi ego coinvolti. “Fu tutto…aperto e generoso” ricorda Rick Moranis. “Questi ragazzi sono tutti del Second City; la regola non scritta è di mettere in luce il prossimo”. Ovitz descrive i protagonisti come privi di ego e molto collaborativi.
“Essere sul set fu una delle più grandi esperienze della mia vita” dice oggi. “La libertà era fantastica!”
Lavorare con un cast di esuberanti improvvisatori fu un dono ed una sfida per Reitman: “Quello che imparai era che…dovevo essere umile e paziente” dice “Preparavo la scena per come era stata scritta: luci, posizioni – e poi Bill aveva un’idea brillante. Il mio lavoro era quello di attenermi al brillante script e lavorare velocemente abbastanza da sfruttare appieno le capacità di Bill”. Un’improvvisazione di Bill che divenne la favorita tra i produttori accadde durante la scena in cui Peter e Dana entrano per la prima volta nell’appartamento assieme. Venkman porta con sé una parte dell’equipaggiamento per la ricerca di fantasmi, si avvicina al piano, suona la nota più alta ed informa Dana: “Loro odiano questo”. Sigourney Weaver ricorda che non importava quanto l’atmosfera fosse pressante (“Ivan doveva puntualmente tirar fuori il righello e minacciarci con quello”), lo script comunque rimaneva importante: “Era come saltare su un trampolino incredibilmente solido”. Le riprese terminarono nel Febbraio 1984 – lasciando al team meno di Quattro mesi per montare e completare 200 effetti in post produzione. Edlund ed il suo team accellerarono il ritmo: “Avevamo tre studio che funzionavano simultaneamente. Io avevo una moto per andare dall’uno all’altro” dice. Alcune riprese con effetti dovevano essere “buone alla prima, il che è inaudito”. Ricorda che Reitman chiese di aggiungere altre 100 riprese con soli due mesi rimasti, a quel punto “lo incontrai nel parcheggio con la mia spada da samurai” Reitman accettò di tagliarne 50. Altri incindenti accaddero sul set: lo Stay Puft Marshmallow Man – interpretato da un attore con addosso un costume, ripreso su un set microscopico – divenne quasi un martire: “Credo che costruimmo nove differenti costumi” dice Edlund “ e molti di questi andarono in fiamme”.
Ad oggi, Edlund bolla gli effetti del film come “funky – ma sono nello spirit del film”. Dopo tutto, Michael Gross dice: “non era un film di effetti speciali; era una commedia”. Molti membri del team indicano che l’aria del fatto in casa aumenta la qualità della commedia – il che era rappresentato interamente dal scanner cerebrale fatto a mano con un colapasta che misero in testa a Rick Moranis. DOVEVA sembrare un po’ sgangherato, dicono. E’ questo il punto.
Gli effetti furono terminati giusto in tempo: “Le pellicole erano ancora calde quando furono messe nel proiettore” ricorda Edlund.
FRANK AVEVA RAGIONE
Il responso alla proiezione test di Ghostbusters non fu incoraggiante.
“Tutti i critici tifano per il fallimento” dice Frank Price. “Ero li seduto a ridere in mezzo a quel pubblico di critici che rimaneva immobile” Aggiunge Michael Ovitz: “Quando il film fu proiettato per il test, la reazione fu orribile. Un rappresentante dello studio mi mise un braccio sulle spalle e disse: ‘Non preoccuparti, tutti facciamo errori’. Ero nauseato… ma quando il film uscì nelle sale… praticamente esplose!” Nella prima settimana del Giugno 1984, Ghostbusters ruppe i record di miglior weekend d’incassi e miglior settimana d’incassi. “Non senti mai persone ridere come fecero guardando Ghostbusters in un cinema pieno” dice Judd Apatow, che aggiunge di aver visto il film a 16 anni in un cinema di Long Island. “Era come un concerto rock; c’era la fila per tutto l’isolato”
“Il film attraversò così tanti mercati e plate, fu molto celebrato” ricorda Rick Moranis. “Attraversò tre stagioni: l’intera estate. Tutti i ragazzini erano vestiti da Ghostbuster per Halloween, e dominò la stagione dei regali natalizi. “Il film incassò 238.6 milioni di dollari in USA e 53 milioni oltreoceano. “Ho avuto altri successi prima ma Ghostbusters…fu molto molto di più”dice Price. Il suo capo, Fay Vincent, fa un semplice e completo riassunto del successo del film: “Frank aveva ragione” Molte figure nel mondo del cinema danno credito a Ghostbusters per aver rotto il divario tra attori di TV e di cinema. Prima del SNL “ gli agenti non trattavano attori di TV per il cinema” dice Ovitz “forse piccole parti, ma mai parti principali. Nessuno paga per vedere qualcuno che puoi vedere in TV…ma con Ghostbusters tutto questo cambiò: tutti volevano gli attori del SNL. Nel giro di un anno, il rapporto tra produttori verso attori della TV cambiò radicalmente”
GRANDE FIDUCIA NEL FRANCHISE
L’inevitabile franchise creatosi dal successo del film incluse un videogame, un cartone animato chiamato The Real Ghostbusters (1986 – 1991) ed un sequel, Ghostbusters II (1989) con protagonista il cast originale e che incassò più di 215 milioni di dollari, ma fallì nel generare lo stesso entusiasmo creato dal primo film.
“Non avevamo tutti gli ingredient necessari” dice Reitman oggi. “In un certo senso siamo partiti col piede sbagliato riguardo la storia, con quel film” Moranis conferma, dicendo, “Avere qualcosa di particolare, inusuale ed imprevedibile come il primo Ghostbusters….è impossibile farlo meglio. Con i sequel il pubblico non vuole qualcosa di più dello stesso film; vogliono meglio” Eppure, 25 anni dopo, Ghostbusters III è in via di sviluppo. In un comunicato dallo studio, il presidente della Columbia Pictures, Doug Belgrad, dice: “Stiamo lavorando sodo per ricreare la magia dell’originale in modo da portare alla vita una nuova avventura dei Ghostbusters”. Lo studio non ha dato indicazioni sulla storia o sul cast, sullo stato dei lavori o su una data di uscita.
Negli ultimi anni, la stampa ed internet hanno fomentato voci di discordia tra il cast originale, riguardo il progetto. In una sua intervista al David Letterman del 2010, Bill Murray definì la prospettiva di un Ghostbusters III “il mio incubo”. Quando Letterman gli chiese se avrebbe partecipato al film, Murray rispose: “Ho detto loro che se mi avessero fatto fuori nella prima parte avrei partecipato”. Sembra che invece non ci siano rancori, almeno per Reitman: “Bill ha cambiato tipo di vita riguardo quello che vuole fare come attore, Dio lo benedica”
Sia Reitman che Aykroyd hanno confermato il loro coinvolgimento, ma in un intervista del 2013 con Larry King (che fece un cameo nel primo film) Aykroyd ha rivelato che il team avrebbe avuto bisogno di quattro nuovi Ghostbusters. Reitman racconta che Ramis era coinvolto nella scrittura di una prima versione dello script per Ghostbusters III, ma ora lo sceneggiatore principale del progetto è Etan Cohen, che ha scritto Men in Black 3 (2012) e Tropic Thunder (2008). Indizi di storia e personaggi sono affiorati durante le interviste per questo articolo. Per esempio, Sigourney Weaver dice che durante una relativamente recente conversazione con Ivan Reitman “dissi: ho una condizione, voglio che mio figlio Oscar [da Ghostbusters II] sia un Ghostbuster’ e lui rispose ‘Già fatto!’”
In un intervista Telefonica, Cohen dice che lui e Reitman sono “assieme per quattro ore ogni settimana, lavorandoci su a stretto contatto”. Aggiunge che Dan Aykroyd funge da supervisore – sceneggiatore emerito: “Nessuno parla il linguaggio di Ghostbusters come lui”. Quando gli viene chiesto se Ghostbusters III può avere successo senza Bill Murray, Cohen risponde: “Assolutamente tutti vogliono Bill Murray. Ma tutti hanno anche grande fiducia nel franchise”. Tutti i membri del cast originale intervistati per questo articolo hanno dichiarato che sarebbero felici di partecipare ad un terzo film, e molti hanno fatto ipotesi sul fato dei loro personaggi al giorno d’oggi. Rick Moranis su Louis Tully: “E’ in prigione, compagno di cella di Bernie Madoff. Fanno a gara a chi fa il letto prima alla mattina”. Ernie Hudson profetizza che Winston Zeddmore potrebbe essere il “C.E.O. del franchise dei Ghostbusters. Spero solo che non sarà in giro con un treppiede o una sedia a rotelle”
Ed aggiunge, come una specia di augurio: “e spero che saremo ancora in grado di indossare gli zaini protonici”