Parlando con Screenrant ai WGA Awards, Ernie Hudson ha riconosciuto che, sebbene l’attuale focus di Sony Pictures sia sulla famiglia Spengler, spera di vedere Winston avere un ruolo più attivo nei futuri capitoli, dichiarando:
“Penso che lo studio sia concentrato sulla famiglia, il che è una buona cosa, però mi piacerebbe anche vedere Winston prendere le redini di una squadra e lanciarsi in azione. Sarebbe molto divertente. Parlano di pensionamento, ma non voglio che Winston sia solo il tipo che sta seduto in ufficio. Mi piacerebbe vederlo, come nei film originali, davvero sporcarsi le mani e darsi da fare.”
Parlando di Winston Zeddemore condividiamo il video di Presentazione CARNEVALE APRILIANO 2025 – Ghostbusters Italia Distaccamento Enea ft. Dario Oppido voce di Ernie Hudson in Ghostbusters Legacy e Ghostbusters Minaccia Glaciale!
Il regista Jason Reitman è stato ospite dell’ultimo episodio del Neal Brennan’s Block podcast.
Tra i numerosi temi trattati, Reitman si è addentrato nell’argomento “Ghostbusters: Afterlife”, parlando del suo approccio alla regia e della prospettiva di suo padre Ivan Reitman in merito ai sequel.
Parlando di “Ghostbusters: Afterlife”, Reitman ha ammesso senza riserve: «Probabilmente ho realizzato il film di Ghostbusters meno divertente di tutti». Ma ha aggiunto: «Fa commuovere le persone, e quello è sempre il commento che preferisco».
Ha riflettuto sull’ispirazione alla base del film, un’immagine che aveva portato dentro di sé a lungo: una ragazzina che scopre uno zaino protonico in un fienile, notando inoltre che all’epoca delle riprese, sua figlia aveva la stessa età di Phoebe Spengler, cosa che ha alimentato la sua connessione al progetto.
CREDIT: Columbia Pictures Ghost Corps
«Ho diretto un solo film sugli Acchiappafantasmi, «GHOSTBUSTERS: AFTERLIFE”, e avevo in mente un’idea molto precisa. Un’idea che ho avuto in testa da sempre: quella di una ragazzina adolescente che trova uno zaino protonico in un fienile. E non sapevo il perché. Diciamo che un’idea su chi fosse la ragazzina ce l’avevo, più o meno, e sapevo che genere di storia sarebbe stata. Di solito era una cosa che dicevo per scherzare… Sai… “Un giorno o l’altro farò un film sugli Acchiappafantasmi”. Lo dicevo per ridere. E un giorno il mio editor se n’è uscito dicendo “Lo devi fare, quel film. Tra poco tua figlia avrà 12 anni; se non ti sbrighi, presto non gliene importerà nulla”».
Imperniando “Afterlife” sul tema della famiglia (sia sullo schermo che fuori), Reitman ha riconosciuto la natura profondamente personale del film. Ragionando su quanto significhi per lui, ha menzionato suo padre, Ivan, che è deceduto circa un anno dopo la fine della produzione, e su sua figlia che è stata sul set per tutte le riprese:
«Non avevo idea che sarebbe stata la mia ultima occasione per fare un film con papà. Abbiamo fatto il film, e un anno dopo lui è morto. Essendo padre a mia volta, è stata un’esperienza cruciale. Mia figlia aveva dodici o tredici anni, quando veniva su quel set, e l’ha adorato. Per me è stato importante fare quel film insieme a mio padre. Ma all’epoca cercavo… come dire… di fare le sue veci, di indovinare a che cosa stesse pensando, che cosa stesse provando, visto che lui aveva realizzato il capitolo originale. Cercavo di inserirmi in quella storia. E poi… Insomma… Era un film sugli Acchiappafantasmi. Per tono, struttura, design… Ritenevo che fosse una sfida interessante».
CREDIT: Columbia Pictures Ghost Corps
Quando il presentatore Neal Brennan ha detto erroneamente che Reitman ha diretto anche “Ghostbusters: Minaccia Glaciale”, Jason ha chiarito che il progetto aveva la regia di Gil Kenan. Ha spiegato che lui e Gil hanno approcci molto diversi, e che in Afterlife si era sforzato deliberatamente di replicare tecniche del 1984:
«È stato il mio compagno di scrittura, Gil Kenan, a dirigere “Minaccia Glaciale”. Quello non è il mio stile di ripresa: è lo stile di Gil. Aveva lui tutto il potere. Ma sai, il mio approccio con “Afterlife” era stato di girare usando solo la tecnologia che avevano nel 1984. Questo non significa che non avessimo usato la CGI, ma parlando delle riprese, giravamo come avrebbero girato all’epoca. Mi pare che non ci siano nemmeno riprese con il crane (la “gru”, NdT). Volevamo farlo letteralmente come l’avrebbero fatto nel 1984. Ed è questa la cosa che trovavo davvero interessante: mettermi al tavolo col mio direttore della fotografia e con lo scenografo e cercare di venirne a capo, di capire quale fosse il DNA della storia che raccontavamo».
Reitman ha inoltre affrontato il rapporto conflittuale di suo padre con i sequel, rivelando che Ivan preferiva creare storie originali. Riteneva che questa sua posizione spiegasse in parte come mai il franchise di “Ghostbusters” non si fosse ampliato consistentemente nei decenni:
«Papà non ha mai capito i sequel. Diceva “Non so perché mai la gente dovrebbe voler vedere di nuovo questa roba”. Per esempio, quando ho scritto Afterlife e gli ho raccontato di questa ragazzina che se ne va in Oklahoma e scopre uno zaino protonico, papà era entusiasta. Ma quando gli ho detto che sarebbero apparsi i Terror Dog, come nel 1984, mi ha detto: “Perché Gozer? Perché dovremmo tornare indietro? Non puoi darmi semplicemente una storia nuova?”. Credo che questo suo modo di vedere le cose sia una delle ragioni per cui il franchise di “Ghostbusters” non ha prosperato nei decenni. Dopo “Ghostbusters”, papà aveva detto “Adesso farò “I Gemelli”. Non me ne importa nulla”. Dopodiché ha fatto “Ghostbusters II”, e poi non c’è più stato nulla per anni».
CREDIT: Columbia Pictures Ghost Corps
Benché Ivan abbia diretto “Ghostbusters II” nel 1989, la sua prospettiva in merito ai sequel ha riguardato anche l’idea di inserire il particolarissimo logo del film sull’auto degli Acchiappafantasmi, cosa che Jason ha condiviso come esempio del punto di vista di suo padre:
«Ecco quanto gliene importava dei sequel. Sull’automobile degli Acchiappafantasmi in “Ghostbusters II” c’è il fantasmino del logo che fa un “2” con la mano. Questo non ha alcun senso. Anni dopo gliel’ho chiesto: “Ma perché il logo del film compare sulla Ecto-1? Cos’è? I personaggi sanno di trovarsi in un sequel?”. E papà mi ha risposto qualcosa come “Sì, mi sa che quello fu un po’ un errore”. Non gliene importava nulla. Non si curava minimamente di quelle cose che invece la gente ama tanto – per esempio – nella Marvel, dove ogni parte del franchise, che sia un porta-pranzo o un albo a fumetti, fa riferimento a una storia collettiva. Se ami la Marvel, tutto è collegato. Ecco, mio padre era all’esatto opposto. Lui diceva “Voglio solo raccontare la storia”.
Per l’intervista completa a Jason Reitman, ecco il link:
Riemerge un concept perduto per il poster di “Ghostbusters II”. La domanda: “Credi ai fantasmi?”
Quest’anno segna il trentaseiesimo anniversario di “GHOSTBUSTERS II”, e proprio quando pensavamo di aver visto ogni foto di backstage, del set e ogni bozzetto di produzione, è emerso il concept per un poster che non si era mai visto prima.
Grazie a un recente upload su ComicArtFans.com a opera del proprietario del sito, Marc Sans, è venuto alla luce un incredibile frammento della storia di “GHOSTBUSTERS II”: il concept (inutilizzato) per un poster realizzato dal compianto Mick McGinty.
Illustratore leggendario, McGinty vantava un portfolio che include lavori per “Hook”, “Batman”, Labyrinth” e “Balle Spaziali”. Oltre al cinema, la sua influenza si estese ai video games: è suo, infatti, l’iconico artwork di “Street Fighter II”.
CREDIT: Marc Sans su ComicArtFans.com
Il design di McGinty si pone in netto contrasto col materiale di marketing ufficiale rilasciato per il sequel del 1989, ma nonostante questo, riesce a incorporare alcuni elementi chiave del franchise.
La mano del fantasma Mooglie è la protagonista: mostra le due dita alzate come nel segno della pace, sottolineando che il film è il seguito della commedia cult.
Sono inoltre presenti quelli che sembrano dei flussi protonici, e la domanda “CREDI AI FANTASMI?” Scritta in un carattere che richiama il titolo tradizionale del franchise.
CREDIT: Columia Pictures Ghost Corps Ghostbusters II teaser poster
CREDIT: Columia Pictures Ghost Corps Ghostbusters II poster italiano
Non è chiaro fino a che punto del processo promozionale sia arrivato questo artwork prima di essere archiviato, ma considerando l’ampia opera di McGinty, è affascinante vedere come potrebbe essere stato.
Vale la pena ricordare che questa scoperta è stata portata all’attenzione di GhostbustersNews dagli amici di YHS Podcast, che avevano condiviso il poster sui loro social.
Che ne pensate di questo poster? Fatecelo sapere nei commenti!
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