Ieri 14 marzo si è scritta una pagina importante per il franchise di Ghostbusters: sin dalle prime ore del mattino, la caserma Hook & Ladder “8” è stata circondata da una scenografia che la congelava e da numerosi fan acchiappafantasmi venuti da tutto il mondo per incontrare Gil Kenan, Mckenna Grace, Logan Kim e Ernie Hudson. Presente anche una delegazione della dirigenza dei vigili del fuoco di New York e del comandante stesso, per annunciare la partnership fra il Corpo e la Ghost Corps. La sera, dalle 18:30 ora locale, sulla 67esima strada (dietro il MOMA) c’è stato il red carpet di tutto il cast per la anteprimamondiale di Ghostbusters: Frozen Empire. Con un’ora di ritardo, regista, attori e tecnici hanno sfilato davanti i fan e i franchise invitati alla proiezione – e l’ultimo non poteva che essere Bill Murray, giunto a 5 minuti alla fine e bagnando i presenti con una bottiglietta d’acqua! – e qui sotto potete trovare le foto e i video di questa serata. Nei prossimi giorni fioccheranno le prime recensioni della stampa e degli invitati – rigorosamente “No spoilers” – , ma ci limitiamo oggi a condividere la reazione “a caldo” dei vari gruppi di informazioni GB raccolti per l’occasione: e sono tutte reazioni entusiastiche.
Titolo giusto un filo altisonante, lo so. Non me ne vogliate, ma per me non è possibile ricordare Harold Ramis prescindendo dal mio rapporto con la sua figura.
Non aver mai potuto incontrarlo, fosse anche per una fugace stretta di mano come invece potei fare con Bill Murray, è un mio grande rimpianto.
La cosa strana, quella che mi fa anche sentire un po’ in colpa quando si parla di Harold Ramis, è che non avevo mai realizzato quanto a fondo la sua influenza fosse stata importante per la mia vita fino a quel 24 febbraio 2014, quando uno dei miei migliori amici mi mandò un messaggio:
“La notizia della morte di Harold Ramis è tristezza pura”.
Con queste parole ho saputo che se ne era andato.
E in quell’esatto momento ho iniziato a sentire uno strano formicolio tra la bocca dello stomaco e la cassa toracica. Come un mulinello. Rapidamente, quel mulinello è diventato un gorgo, poi una voragine.
E ho pianto.
Non mi vergogno ad ammetterlo.
Ho pianto a lungo, anche nei giorni seguenti, come se ne fosse andato un mio parente stretto. Il che era una cosa singolare, dal momento che, in tutti quegli anni, non è che avessi seguito pedissequamente la vita e la carriera del maestro Ramis. Da fan dei Ghostbusters, sapevo ovviamente che lui era uno degli scrittori di quel capolavoro della commedia, oltre ad aver portato in vita il mio Acchiappafantasmi preferito, Egon Spengler. Avevo visto alcuni suoi film, quasi tutti mi erano piaciuti, alcuni no. La mia era una conoscenza superficiale.
O almeno così credevo.
Perché invece ho scoperto (troppo tardi) quanto il suo modo di intendere l’umorismo, la sua ironia tagliente espressa sempre col più gioviale dei sorrisi, il suo modo di raccontare storie di personaggi che la società etichettava come “perdenti”, ma che per lui erano “ribelli”, avesse indirizzato il mio modo di vedere la vita e l’arte.
Ho passato giorni con gli occhi lucidi a leggere i messaggi di cordoglio e sgomento lasciati da colleghi e amici di tutto lo show business.
Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Seth Rogen, Billy Crystal, Jon Favreau, Zach Braff, Seth McFarlane, Rainn Wilson, Adam Sandler e tanti, tanti altri.
Ho avvertito allora il bisogno di sapere di più su di lui, su quella figura che, silenziosamente, aveva piantato radici così profonde nel mio cuore, e che ora aveva lasciato un vuoto inspiegabile e tremendo.
E così ho scoperto la sua filosofia, la sua mentalità accogliente, sempre curiosa. Lui, ebreo di nascita che aveva scoperto il buddismo, aveva riversato una profondità di pensiero veramente rara anche nelle sue pellicole all’apparenza più scanzonate.
Un passo importante nella mia scoperta di Harold Ramis lo ha determinato l’uscita della biografia “Ghostbuster’s Daughter”, scritta dalla figlia Violet Ramis Stiel e pubblicato in Italia da Sagoma Editore.
Nell’approcciarsi a un personaggio così particolare raccogliendo notizie qua e là, e colmando le lacune con le idee che ci si fa leggendo tra le righe nei suoi lavori, è facile idealizzarlo, crearne un’immagine falsata.
Il libro di Violet mi ha fatto capire di non essermi allontanato troppo dalla realtà. Emerge la figura di un uomo dalla mente lucidissima e le idee molto chiare. Uno spirito alla continua ricerca di qualcosa di nuovo da sperimentare, in fuga costante dall’ortodossia, spesso fino alle estreme conseguenze. Un padre affettuoso, un autentico supereroe per i suoi figli. Un innovatore della comicità. Un amico sensibile e devoto, che ha sofferto orribilmente per la rottura dell’amicizia con Bill Murray, fortunatamente ritrovata pochi mesi prima di morire.
Ho scoperto che il “mio” Harold, quell’omone alto che mi aveva fatto sognare per la prima volta nei panni di Egon, era proprio come lo avevo immaginato. E anzi, era tanto di più.
Il rimpianto di non averlo mai potuto incontrare, a quel punto, si è acuito, ma si è fatto anche più “dolce”. Ho scoperto che quasi tutto quello che ho fatto da allora, più o meno consapevolmente, era dedicato a lui, un mio piccolo “grazie” con la speranza che il mio pensiero potesse raggiungerlo dovunque lui fosse.
Se amate la commedia americana, se credete nella gentilezza, nel poter tagliare il traguardo anche passando per strade inconsuete, magari assurde, fregandovene delle risate che vi arriveranno in faccia o alle spalle, allora anche per voi Harold Ramis ha significato più di quanto immaginiate.
Oggi sono dieci anni dalla sua morte.
O meglio, dal suo abbandono di questo piano di esistenza.
Uno come Harold, però, non si dissolve semplicemente nell’universo come vediamo fare al fantasma di Egon nel meraviglioso finale di “Ghostbusters: Legacy”. Lui ha lasciato dietro di sé tanta arte, tanto pensiero, tanta bellezza. E allora io voglio ricordarlo riportando qui alcuni suoi aforismi, pillole di quell’anima straordinaria che tanto ha significato per me e per molti.
“Se è vero che siamo noi a dare un significato alla nostra vita,
abbiamo l’opportunità di darle un significato ricchissimo
mettendoci al servizio del prossimo”.
“La vita non si cura della tua visione.
Le cose accadono, e tu devi farci i conti.
Devi stare al gioco. È proprio questo il bello”.
“Commedia e tragedia coesistono.
Non puoi avere una senza l’altra.
Sono della scuola di pensiero secondo la quale
qualunque cosa può essere buffa se inquadrata
da un punto di vista comico”.
“C’è un grande adagio rabbinico che raccomanda
di iniziare ogni giorno con un biglietto in ciascuna tasca.
Su uno c’è scritto “Il mondo è stato creato per te, oggi”.
Sull’altro invece c’è scritto “Sei un
granello di polvere in un universo privo di senso”.
Entrambe le cose sono vere,
e a te spetta bilanciarle”.
“Tante persone iniziano relazioni serie pensando
di poter guarire qualcuno col loro amore e la loro premura,
ma di solito non funziona così.
Non fai rinsavire qualcuno amandolo”.
“Cerco un significato in ciò che è buffo,
e cerco ciò che è buffo nelle cose
che hanno un significato per me”.
“I miei personaggi non sono perdenti.
Sono ribelli. Vincono attraverso il loro
rifiuto di giocare secondo le regole
di tutti gli altri”.
“Ho incontrato un tale che diceva di aver
individuato il mio genere.
‘ Commedia scapestrata di redenzione ‘.
Io ci sto”.
Recentemente, la cittadina di Woodstock (dove si svolsero le riprese di “Ricomincio da capo”) ha proclamato il 2 febbraio, il giorno della marmotta, “Harold Ramis Day”.
Tra i promotori dell’iniziativa, presenti alla cerimonia, ci sono stati Bill Murray e il fratello Brian Doyle.
Bill ha fatto un discorso scanzonato come al suo solito, ma in quegli occhi furbi e in quel sopracciglio alzato, dietro alle sue battute al fulmicotone, c’è sempre un velo di malinconia, quando si parla di Harold Ramis. E lo ammetto: un po’ io ce l’avrò sempre con Bill.
Lui aveva la fortuna di essere praticamente un fratello, per Harold. Di essergli vicino come poche altre persone. E per rabbia, per orgoglio, per risentimento… secondo alcuni, per invidia … ha rinunciato a tutto questo, riuscendo miracolosamente a “recuperarlo” appena in tempo.
Ce l’avrò sempre un po’ con Bill. E credo che anche Bill ce l’avrà sempre un po’ con se stesso.
Ma così va la vita. Devi stare al gioco, direbbe Harold.
In attesa che arrivi altro materiale pubblicitario di Ghostbusters: Frozen Empire, il canale ufficiale ha pubblicato due featurette brevi ma interessanti. Il primo, rimosso da alcuni canali forse per errore, è visibile ancora su YouTube e vede il cast spiegare quali sono i loro preferiti fra i nuovi fantasmi.
Nel secondo, il cast parla delle loro esperienze personali nel paranormale: sono visibili due brevi frammenti inediti, nel primo Podcast commenta la situazione come un incubo, mentre nella seconda vediamo un mini Stay Puft chiedere un abbraccio.
Infine, ecco in esclusiva nuove immagini dal press kit della Sony Pictures. Ghostbusters: Frozen Empire vi aspetta al cinema l’11 aprile!
Sono passati 39 anni dalla prima apparizione sugli schermi di Ghostbusters nelle sale italiane. Era – è il caso di dirlo – il lontano 31 gennaio 1985.
Abbiamo raccontato la storia di questo film nello speciale numero della nostra fanzine , ma approfittiamo di quest’occasione e per rivisitare, accompagnandovi nuovamente indietro nel tempo, i gloriosi giorni dei natali nostrani del “colossal soprannaturale”.
È giusto innanzitutto precisare che il sistema cinematografico nel nostro paese era piuttosto differente rispetto ad oggi, a cominciare dalla distribuzione dei film nelle sale che non era simultanea in tutte le città, dando in primis priorità alle cosiddette “città capozona”, per l’esattezza dodici e comprensive, fra le altre, di Roma, Bologna, Milano, Torino e Napoli. Su questa dozzina puntavano gli esercenti per il calcolo degli incassi maggiori e quando Ghostbusters debuttò in prima visione, come dicevamo, giovedì 31 gennaio 1985, i risultati furono maggiori alle aspettative. Secondo Il giornale dello spettacolo, solo nei primi 46 giorni di programmazione la pellicola incassò ben 484 milioni di lire, cifre che oggi sono difficilmente comprensibili, ma che all’epoca rappresentavano un chiaro segno di eccezionale riuscita commerciale.
Il film di Ivan Reitman, del resto, fu anticipato in Italia, arrivando all’appetito del grande pubblico, con le notizie che trapelavano dall’oltreoceano, le quali raccontavano di un successomai visto prima d’ora e consentirono ai distributori, oltre a sviluppare una piena fiducia, e di confidare nella riuscita del prodotto nel contesto del mercato europeo. Mentre in alcune nazioni del continente si aspettò l’autunno per l’inserimento ufficiale nel listino delle uscite, da noi, come in Germania, si decise di posticiparne la prima direttamente allo scoccare del nuovo anno. Il motivo di tale scelta ci fu personalmente illustrato dal diretto incaricato, il compianto presidente della C.E.I.A.D. (la filiale italiana della Columbia Pictures) Paolo Ferrari, che in un’intervista rilasciata a Ghostbusters Italia nel 2014 ci disse che si trattò di una tattica di carattere commerciale, presa in vista delle uscite cinematografiche natalizie di fine ’84, già proscenio per ben due sicuri campioni di incassi che avrebbero potuto rovinare la “sorpresa” di Ghostbusters, ossia Non ci resta che piangere, con l’asse Benigni-Troisi, e I due carabinieri, diretto e interpretato da Carlo Verdone in coppia con Enrico Montesano, entrambi prodotti dalla Cecchi Gori, ma al contempo distribuiti dalla stessa CEIAD.
Il gennaio del 1985 risultò quindi mese vincente, per la sua riuscita: anche se “sfidato” da un’altra coppia tricolore, quella di Pozzetto-Celentano con Lui è peggio di me, uscito a febbraio, Ghostbusters registrò una risposta incredibile del pubblico italiano: nelle 12 città capozona incassò quasi sei miliardi di lire, risultò quindi essere il film più visto della stagione, secondo solo a Non ci resta che piangere, con 13 miliardi di lire totali di profitto.
Per gli amanti delle date: Ghostbusters – Acchiappafantasmi (registrato per il Nulla Osta il 29 novembre 1984 con il n. 80254) esce il 31 gennaio a Roma, Bologna, Torino, Napoli; il 1° febbraio ad Ancona e Catania; il 6 gennaio a Cagliari; il 7 febbraio a Milano, Padova, Genova; 8 febbraio, a Firenze; il1 4 febbraio, a Bari.
Presto detto, fu dunque subito Ghostbusters-mania: a fine dicembre del 1984, il 45 giri di Ray Parker Jr., a tutti gli effetti apripista al successo intercontinentale del film,era già entrato nella hit parade italiana dei singoli, per poi salire infine la cima della classifica dei primi cinque più venduti. Gli adesivi del logo “No Ghost” e le magliette promozionali andavano a ruba – letteralmente, secondo quanto ci raccontò sempre Ferrari, tanto da portare gli abusivi, in sentore di guadagno facile, a distribuirne fra le bancarelle una versione ovviamente tarocca. Dopotutto, ai tempi il passaparola per un film poteva diffondersi tra gli spettatori in pochi modi, incluse le voci di un certo fanatismo nelle sale e perfettamente rappresentati da due casi alquanto clamorosi: in un cinema di Milano dovettero intervenire i carabinieri per tenere a bada una fila lunghissima di spettatori scatenati, mentre i gestori della sala “Arlecchino”, sita in quel di Torino, furono costretti a chiudere i battenti per dieci giorni per aver violato le norme di sicurezza vigenti, pizzicati da un ispettore sanitario che aveva scoperto alcuni spettatori, talmente invogliati dal film, arrivati a pagare il costo del biglietto per vederlo interamente in piedi, anziché regolarmente seduti!
Erano rischi giustificati dagli incassi. Pensate che al 24 marzo 1985, a Roma Ghostbusters era in cartellone da 52 giorni senza sosta in quattro sale, alle quali poi se ne aggiunsero altre tre, con 255.000 spettatori raggiunti, mentre a Torino aveva registrato un totale di 76mila presenze: alla fine dei giochi, le città capozona avevano “acchiappato” oltre 1 milione di spettatori al 30 giugno.
Ricordiamo anche che all’uscita di Ghostbusters, i formati di riproduzione home video casalinghi, prima fra tutti la benemerita videocassetta VHS, contava un numero elevatissimo di contraffazioni, con conseguente distribuzione dei film appena usciti nelle sale all’interno del mercato della pirateria. La C.E.I.A.D. fece di tutto per evitare che questo scenario da mercato nero intaccasse oltremodo i prodotti di punta delle sale cinematografiche, tanto da istituire una vigilanza armata negli stabilimenti della Technicolor di Roma, dove si sviluppavano le pellicole destinate ai cinema, pagate 24 ore su 24 per sorvegliare appunto le copie di Ghostbusters, nel tentativo di “costringere” il pubblico a recarsi in sala, immantinente e senza alternative. Purtroppo, per quanto fosse possibile contenere il fenomeno, quando uscì in Italia per la prima volta in VHS, precisamente nel gennaio del 1986, il film registrò anche il triste record fra i titoli più piratati.
Sempre con l’ausilio di qualche data, pensate a quanto siano cambiati i tempi: uscito nel 1985, Ghostbusters andò in onda in televisione solo quattro anni dopo, nel dicembre del 1989 su Canale 5. In quel periodo era anche uscito nelle sale Ghostbusters II, il cartone animato The Real Ghostbusters ci faceva compagnia su Italia 1, fra la merenda e i compiti (…sì, okay, li faccio dopo… giusto?). Cresciuti in quel contesto così vivo, fragorosamente e familiarmente affabile, successivamente a quello scandire ritmico e rapido del tempo, in misura ghostbusteriana, ci siamo trovati in una sorta di limbo silente, nell’attesa che qualcosa, qualche luce potesse far presagire il ritorno sugli schermi dei nostri beniamini. Attendendo per molti anni, abbiamo visto infine il rilancio del brand nel 2016, con un reboot al femminile, e finalmente il tanto agognato seguito ufficiale prender forma, nel 2021. Questo Natale, torneremo dunque in sala per tastare con mano, ancora una volta e con la nota impazienza che ci contraddistingue, quanto acchiappare i fantasmi ci faccia sentire bene e ci renda tutti colleghi ghostbusters.
Infatti, 38 anni dopo siamo sempre qui, a credere in loro.
All’interno delle pagine dell’esclusiva mondiale di Empire su Ghostbusters: Frozen Empire di marzo, la coppia di registi composta dal regista/co-sceneggiatore Gil Kenan e dal produttore/co-sceneggiatore Jason Reitman approfondisce non solo l’imminente sequel, ma anche la possibilità di una continuazione del franchise sul grande schermo.
Durante il finale di Ghostbusters: Afterlife, i fan hanno assistito a un’inquadratura finale dell’iconica auto del film, la Ecto-1, che tornava a Manhattan, preparando Frozen Empire, in cui la famiglia Spengler si trasferisce a New York City, diventando acchiappafantasmi a tutti gli effetti, insieme agli amati e consolidati personaggi del franchise.
Sebbene non si sappia se Frozen Empire si concluderà con un’idea simile, è chiaro che sia Kenan che Reitman hanno un’idea piuttosto precisa di ciò che potrebbe essere il prossimo, con Kenan che ha ammesso: “Jason e io abbiamo sicuramente un’idea di dove la storia potrebbe andare da qui“, mentre Reitman ha aggiunto: “Sono entusiasta e pronto a raccontare altre storie“. Reitman ha continuato:
“C’è qualcosa di bello nell’essere il custode di un franchise che è amato in tutto il pianeta. Ho visto soldati ucraini con il distintivo di Ghostbusters. Posso mettere piede ovunque sulla Terra, dire ‘E chi chiamerai?’ e sapere esattamente quale sarà la risposta. Non incontrerai mai nessuno che ti dirà: ‘Ghostbusters? No, non fa per me””.
Data la portata mondiale del franchise, non dovrebbe sorprendere troppo che ci sia chi vorrebbe che i potenziali film portassero gli Acchiappafantasmi all’estero. Tra questi c’è l’attore e star veterano Ernie Hudson, che avrebbe detto: “Ci siamo concentrati sull’America, ma ci sono fantasmi in tutto il pianeta. Mi piacerebbe vederci espandere in altri Paesi“. Inoltre, Reitman ha aggiunto:
“Ora che siamo tornati nella caserma, ci sono infinite storie di fantasmi che potrebbero essere raccontate… e non solo a Manhattan – in tutto il mondo“.
La seguente galleria proviene dal numero speciale di Empire, le scansioni sono state fatte da GhostWiki che ringraziamo.
Il primo è la classica Ecto-1 che, sebbene leggermente modificata, sembra utilizzare l’esatto sculpt di quella precedente realizzata per Afterlife. I nuovi dettagli includono la sostituzione del cannone blaster sul tetto con un drone-ghos trap, Slimer in confezione “Ecto-Stretch”, e la leggera modifica estetica della linea rossa del veicolo che si estende alla parte anteriore.
Probabilmente, la notizia più significativa dell’annuncio è che la Ecto-1 non solo sarà compatibile con le figure Fright Features da 5″ di Hasbro, già affermate e in arrivo, ma si fa anche riferimento a una potenziale linea di giocattoli da 3,75″.
Il Proton Blaster Zap and Blast, è un fucile protonico che pur riutilizzando il corpo principale del Ghostbusters: Afterlife Proton Blaster MOD di Hasbro, vanterà un elenco di aggiornamenti, tra cui oltre 20 effetti sonori e LED luminosi e due diverse modalità di sparo, tra cui normale e Ghost Getter, con quest’ultima che fa uso del pulsante “Specter Wavelength”, consentendo di scegliere tra 1 dei 4 tipi di fantasmi da intrappolare. In modalità Ghost Getter, i bambini possono selezionare un tipo specifico di frequenza spettrale, caricare il gioco di ruolo interattivo e poi tirare indietro la canna per rivelare il flusso.
Infine, Target ha pubblicato anche un annuncio per lo Squash & Squeeze Slimer, che, sebbene sia indicato come “esaurito”, fornisce alcune immagini promozionali. L’arrivo sugli scaffali è imminente, non resta che rimanere sintonizzati per sapere quando questi giocattoli saranno disponibili!
I nuovi giocattoli di Ghostbusters: Frozen Empire iniziano ad arrivare sugli scaffali dei negozi! La notizia e le foto riportate qui sotto provengono dal gruppo Austin Ghostbusters, che ha avvistato i set ieri ad uno store di Austin, in Texas, composto dalla famiglia Spengler: Phoebe, Trevor e Callie insieme a Garry Grooberson. Ogni figura è confezionata con uno zaino protonico e un fantasma estensibile. È stato inoltre mostrato per la prima volta il giocattolo interattivo Squash & Squeeze Slimer! Questi giocattoli arriveranno anche da noi – e il 14 gennaio la Hasbro annuncerà la nuova linea che vedremo in tutti i negozi di giocattoli nel 2024.
A 100 giorni esatti dalla distribuzione americana, che cadrà il 29 marzo 2024, pubblicato oggi il primo poster – in tre versioni, fra cui quella italiana – di Ghostbusters: Frozen Empire.
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