Spaccafantasmi è un film del 1984 della coppia Belushi-Aykroyd, con un giovane Eddie Murphy spalla eccezionale, e oggi considerato un cult della comicità. No, non abbiamo bevuto, ma nel multiverso – il Dottor Strange insegna – o almeno da qualche parte deve essere successo! Poiché qualcuno ha pensato di farlo diventare realtà, anche se in termini di giocattolo da collezione, pensiamo sia interessante raccontare il background di questa storia.
Lo scozzese David produce action figure belle quanto singolari dietro il nome di Lightning Boltz Action Figures, e in questi giorni ne ha prodotte due in una categoria che ha definito parte del “multiverso” di Ghostbusters: sono infatti riprodotti, in tiratura limitata, John Belushi e Eddie Murphy nei panni rispettivamente di Peter Venkman e Winston Zeddemore. Sull’ipotesi del “What If”, David ha infatti immaginato come fossero stati Belushi e Murphy acchiappafantasmi esattamente come Dan Aykroyd, agli inizi del 1982, aveva previsto quando il film era ancora una bozza di copione, dal titolo Ghost Smashers. Stiamo parlando di un periodo molto lontano, quando Dan stava cercando un copione migliore per lui e Belushi, all’epoca una coppia comica che aveva dato grandi risultati con The Blues Brothers, ma aveva perso smalto con il successivo I vicini di casa, uscito nelle sale nel natale del 1981.
All’epoca Dan aveva già cominciato a scrivere il copione degli acchiappafantasmi con protagonisti i personaggi di Stantz, Venkman, e Ramsey (poi diventato Winston; Egon arriverà in un successivo momento, quando Harold Ramis subentrerà come co-sceneggiatore): Belushi era certamente previsto, mentre il nome di Eddie Murphy uscirà in un secondo momento, quando con Dan aveva avuto un ottimo rapporto di lavoro con il film girato alla fine dell’82 dal titolo Una poltrona per due. Come è purtroppo noto, Belushi morirà d’overdose nel marzo 1982, quello che è meno noto che Aykroyd, per non lasciar cadere il progetto, aveva inizialmente pensato a Richard Pryor come partner del suo film sui fantasmi, siccome Pryor all’epoca era uno dei comici più famosi del paese. La voce che Murphy fosse in lista è tuttavia una mezza verità: Ivan Reitman aveva dichiarato in tempi recenti che l’attore, all’epoca giovanissimo e con soli due film all’attivo, non fu interpellato personalmente, ma qualcuno, probabilmente Aykroyd, gli aveva parlato del film; Murphy in quel periodo aveva diversi progetti in fase di stallo e rifiutò l’offerta del suo collega. Tutti concordano che si trattasse del progetto di Beverly Hills Cops, ma non è corretto al 100%: il film entrò in produzione nel maggio 1984, quando Ghostbusters era ad un passo dalla distribuzione nelle sale, avvenuta a giugno. E’ possibile che l’ambizioso Murphy rifiutò l’offerta di Dan perché Beverly Hills Cops o qualsiasi altro film lo avrebbe messo come assoluto protagonista, mentre Ghostbusters era sopratutto un film corale. Tuttavia, quanto sarebbe stato curioso e diverso un Ghostbusters con tre pezzi forti come Belushi, Murphy e Dan? Nel frattempo, potete acquistare, al prezzo di 85 sterline l’uno, l’acquisto delle action figure di John Belushi e Eddie Murphy in versione Ghostbusters.
Oggi è un giorno di festa perché Dan Aykroyd compie 70 anni. Tutti noi “ghost-head” siamo grati al suo genio e alla sua intuizione di creare una “ditta” di disinfestazione del paranormale, ma come attore e autore Dan ha alle spalle una vita leggendaria che è andata oltre ai Ghostbusters. Ma voi lo sapete che carriera ha avuto?
Certo, dopo “Ghostbusters” la sua non è più stata a quei livelli, ma scavando bene ci sono molti titolti “cult”, minori forse, ma che portiamo sempre nel nostro cuore. Impossibile qui stilare una biografia dettagliata – ci vorrebbe un sito a sé! – ma qualcosina per darvi un’idea vogliamo riportarla.
Dan è canadese, nato nella capitale Ottawa, il 1° luglio 1952, e ha, da parte del nonno materno franco-canadese, origini inglesi, irlandesi, scozzesi e tedesche. Il padre Peter, oltre ad essere stato consigliere del Primo Ministro in carica negli anni ’70 e ’80, era un appassionato di investigazioni del paranormale, tanto da pubblicare il libro “The History of Ghosts”, nel 2009. Come scrisse Dan nella prefazione, suo padre da bambino aveva assistito a diverse sedute spiritiche e scritto libri sull’argomento, volumi letti avidamente da Dan e suo fratello Peter. Ma la aspirazione più forte del giovane Dan era quella artistica.
Oltre alla passione per la musica, Dan debuttò giovanissimo nella televisione canadese sfruttando la sua abilità nella dizione come speaker (ruolo che gli fece conoscere, alla fine degli anni Sessanta, uno dei responsabili dei programmi, di nome Ivan Reitman) e come attore in uno show condotto, fra gli altri, da Lorne Michaels, “The Hart and Lorne Terrific Hour” (CBS, 1970-71).
La sua prima svolta professionale accadde qualche anno dopo nel teatro più importante per studiare recitazione e improvvisazione, “The Second City”, fondata a Chicago ma che debuttava nella nuova sede a Toronto nel 1973, anno del diploma di Dan. Suoi compagni di “banco” erano, per dire, John Candy, Eugene Levy, Joe Flaherty, Brian Doyle-Murray (fratello di Bill), Gilda Radner, Catherine O’Hara. Fra il 1973 e il 1974 le sede di Chicago e di Toronto mescolarono gli allievi come formazione in differenti palcoscenici, e fu così che Dan conobbe Bill Murray, allievo del’ 74, e un “veterano” come Harold Ramis, diplomatosi nel 1969. L’incontro più importante accadde però alla fine del 1973, quando John Belushi, allievo del 1971, si presentò nel locale blues che gestiva Dan, il “505 Club”, per proporgli di far parte di un programma radio che John stava prendendo in gestione per conto del “National Lampoon”. Dan rifiutò ma fece amicizia con Belushi, trovando alcune passioni in comune fra cui la musica blues.
I due si rincontreranno nel 1975, quando Lorne Michaels li scritturò per il nuovo programma della NBC del sabato sera: il “Saturday Night Live”. Il gruppo si autoproclamò “The Not Ready for Prime Time Players” (gli attori non pronti per la prima serata) ed era formato da Aykroyd, Belushi, Chevy Chase, Jane Curtin, Garrett Morris, Laraine Newman, Gilda Radner, Michael O’ Donoghue.
Il successo fu straordinario (e nel 1977 Bill Murray subentrò a Chevy Chase). La vera boccata fresca in una tv all’epoca ingessata era fatta di parodie televisive e umorismo irriverente, con Aykroyd scatenato nei panni di Jimmy Carter, Richard Nixon, Rod Sterling, per non parlare della famiglia “Coneheads” o la coppia formata con Steve Martin dei due fratelli emigrati in America, i Yortuk Festrunk, che si autodefinivano “i tizi pazzi e selvaggi” da Bratislava, oppure Fred Garvin, il prostituto.
Spesso gli autori, il cui staff era spesso composto anche dagli stessi attori incluso Dan, spingevano le bizzarrie quando sapevano quanto fosse eccentrico Aykroyd. Un celebre sketch parodia dei programmi di cucina vedeva Dan nei panni femminili di una donna che si tagliava una mano e continuava imperterrita a spiegare come comportarsi nonostante perdesse grosse quantità di sangue. Poiché ogni ospite previsto faceva sia il conduttore che interprete di quasi tutti gli sketch, molti di loro notarono la capacità di scrittura di Dan. Uno su tutti Eric Idle del gruppo Monty Python, che dichiarò che l’unico del SNL capace di essere un Python fosse proprio Dan.
Ovviamente Aykroyd recitava spesso con John Belushi. La loro passione per il blues diventò persino una scusa per essere ospiti musicali come i “Blues Brothers”, prima in un numero finale nel 1976, vestiti da api, poi in due puntate, nel loro storico abito scuro nel 1978. Il successo che Belushi aveva ottenuto nel cinema con “Animal House” quell’anno trascinò anche Dan che, visti gli impegni aumentare sul set, decise con il suo partner di lasciare il SNL nel ’79.
Poi be’, il resto è storia. Belushi e Aykroyd rendono i fratelli Blues una realtà, nascono i dischi, i tour con la banda, un film capolavoro di John Landis del 1980, arrivano alle hit parade. Purtroppo Belushi finì vittima del suo successo e per una serie di complicazioni con il proprio lavoro, andò in depressione rifugiandosi nelle droghe. Quando morì nel 1982, Dan aveva sulla sua scrivania alcuni progetti da fare col suo miglior amico. “Ghostbusters” fra questi, com’è noto, ma anche “Spie come noi”, “I Tre caballeros” ecc. In quel momento, oltre al dolore Dan doveva affrontare una carriera in solitaria. L’ultimo film con John, “I vicini di casa” (1981) e il suo primo film da protagonista, “Doctor Detroit” (1983) non andarono bene al botteghino. In salvezza vennero John Landis con “Una poltrona per due” (1983), in coppia con Eddie Murphy, e Ivan Reitman, che accolse la sua idea degli acchiappafantasmi e la presentò senza troppe difficoltà alla Columbia Pictures: affiancandosi a Harold Ramis e Bill Murray, Dan girò la commedia di maggior successo dell’epoca.
Dopo “Ghostbusters” la sua carriera ebbe un calo, o meglio la sua stella si affievolì con ruoli secondari o in film non proprio riusciti, ma la lezione di Aykroyd è sempre la stessa: è una leggenda vivente, eppure non ha mai cercato di essere una star. Lavora sodo, senza lamentarsi, sarà perché è canadese e il pazzo che salta da un taxi in corsa è un pazzo lontano (l’aneddoto, reale, lo ha raccontato Steve Martin), di certo Dan Aykroyd è un attore che preferisce partecipare, senza protagonismi.
Interpreta un sacco di commedie bizzarre, da “Spie come noi” (1985), con Chevy Chase, “La retata” (1987) con Tom Hanks, “Lo strizzacervelli” (1988), con Walter Matthau, “Non è stata una vacanza…è stata una guerra” (1988), con John Candy, “Ho sposato un’aliena” (1988) con Kim Basinger, rinnova il gruppo di Reitman con “Ghostbusters II” (1989), riesce finalmente ad avere una parte che gli fa dimostrare di essere un buon attore tanto da ricevere una nomination all’Oscar per “A spasso con Daisy” (1990), è in coppia con Gene Hackman in “Poliziotti a due zampe” (1990), sbanda paurosamente con la regia del film “Nient’altro che guai” (1991), ha due bei ruoli in due film di serie A, nei panni di Mack Sennett nel film “Charlot” (1992) e a fianco di Robert Redford nel cult “I signori della truffa” (1992). Dalla metà degli anni Novanta limita le sue apparizioni, a parte “Teste di cono”, ispirato al famoso sketch del SNL, che però è un fallimento al botteghino: appare in “Operazione Canadian Bacon” (1995), primo film di fiction di Michael Moore, e in un cult comico come “Tommy Boy” (1995), con la coppia Chris Farley e David Spade. Divide lo schermo con Steve Martin nel divertente “Sergente Bilko” (1996) e con Damon Wayans e Daniel Stern nel film “Celtric Pride – rapimento per sport” (1996), ma riesce a dare il meglio di sé in due apparizioni esilaranti, in “L’ultimo contratto (1997) e in “Due mariti per un matrimonio” (1996), ruoli degni della sua inquietante follia. La sua carriera subisce un brutto colpo con il flop del seguito dei fratelli Blues, “Blues Brothers 2000” (1998), sempre diretto da Landis. Qui e là continuerà a lavorare, a volte con soddisfazioni personali notevoli, citiamo Woody Allen che lo vuole nel film “La maledizione dello scorpione di giada” (2001), ricevendo anche complimenti dallo stesso Allen, o in alcune commedie natalizie fra le più riuscite, come “Fuga dal Natale” (2004), dove è con la coppia Tim Allen/Jamie Lee Curtis.
Oltre ad alcune apparizioni degne di nota, come a fianco del suo amico Jim Belushi nel suo “La vita secondo Jim”, o nel bellissimo film per la televisione “Dietro i candelabri” (2013), a fianco di Michael Douglas e Matt Damon, oggi com’è noto Dan è diventato un uomo d’affari. Nel 1992 è co-fondatore assieme alla Hard Rock della catena di locali “House of Blues” (sua socia è Judith Belushi Pisano, vedova di John), e nel 2007 con John Alexander fonda la Crystal Head Vodka, una linea di vodka imbottigliata in speciali teschi di cristallo. E’ anche un noto filantropo: ma voi lo sapete che canta anche nella canzone “We Are the World”? Incisa nel 1985, fu scritta da Michael Jackson e Lionel Richie per raccogliere fondi per l’Africa. E nel videoclip Aykroyd è lì nel coro, come sempre ha fatto.
Noi di Ghostbusters Italia lo abbiamo conosciuto nel 2013, durante un tour organizzato per la promozione della sua Vodka. Toccò Novara, Milano e Roma in pochi giorni, lasciando il segno e la sua simpatia nei nostri confronti con memorabili momenti. A Milano indossò uno dei nostri zaini protonici mentre a Roma conobbe Sergio Di Giulio, uno degli attori che gli diede la voce soprattutto quando è nei panni di Ray Stantz, l’entusiasta degli acchiappafantasmi.
Lo aspettiamo alle prossime occasioni, ora che il mondo Ghostbusters è ripartito più che mai.
Il nuovo gioco cooperativo “Ghostbusters: Spirits Unleashed” è una battaglia 4 Vs 1 online (non single player) che vedrà lo scontro tra una squadra di acchiappafantasmi contro spiriti, spiritelli e fantasmi!
Illfonic, sviluppatore dei noti titoli Friday the 13th: The Game e Predator: Hunting Grounds, ha dichiarato che il gioco dedicato ai Ghostbusters arriverà su console e PC entro la fine dell’anno in accordo con Sony.
Il titolo, conferma Illfonic, sarà una versione adatta a tutte le età del suo marchio di giochi multiplayer asimmetrici quattro contro uno, in cui si giocherà nei panni di una squadra di Ghostbusters o assumendo il ruolo di un fantasma deciso a scatenare una infestazione di proporzioni bibliche.
Il co-fondatore di Illfonic Charles Brungardt e il direttore creativo Jarred Gerritzen, hanno dichiarato che volevano realizzare un gioco adatto alle famiglie eliminando quindi la violenza per rendere accessibile il titolo ai fan di Ghostbusters di tutte le età. Ghostbusters: Spirits Unleashed supporterà il gioco multipiattaforma su console e PC e includerà compagni controllati dall’IA per “riempire” i team e agevolare le tempistiche di entrata in gioco degli utenti. Le partite dovrebbero avere una durata media non superiore ai 10 minuti, hanno affermato i creatori.
Vestendo i panni, in prima persona, di un Ghostbusters, i giocatori indosseranno gli zaini protonici brandendo l’attrezzatura tra flussi protonici, flussi di particelle, trappole e ovviamente il misuratore di energia psicocinetica PKE per poter investigare e catturare i fantasmi come una vera squadra.
Impersonando invece uno dei fantasmi giocabili selezionabili tra una varietà di scelte, il giocatore avversario potrà invece divertirsi a terrorizzare la cittadinanza in diversi scenari e luoghi differenti. Il giocatore “fantasma”, che nel gameplay avrà la vista in terza persona, potrà possedere oggetti presenti nell’ambiente, si potrà teletrasportare attraverso le mappe usando delle fenditure dimensionali e avrà il vantaggio della “Ghost Vision”, un’abilità che gli consente di vedere i giocatori umani e gli NPC attraverso i muri. I fantasmi, inoltre, saranno tutt’altro che indifesi potendo “smelmare” e stordire la squadra nemica di acchiappafantasmi mentre cercano di catturarli da ogni mappa fino al completamento del gioco. Niente paura, i nostri amati Ghostbusters non rischieranno mai di morire in questo titolo ma certamente i fantasmi faranno di tutto per rallentarli e sfuggire.
Il trailer di debutto di Ghostbusters: Spirits Unleashed mostra almeno quattro fantasmi giocabili, incluso Slimer, all’uscita del gioco. Illfonic promette lo sviluppo di fantasmi, svariate nuove mappe e strumenti sbloccabili per acchiappare fantasmi inediti per i fan.
La tua squadra di Ghostbusters avrà come base (e shop) l’iconica caserma dei pompieri sita nel quartiere TriBeCa di New York così come nei film originali e nel “garage” non mancherà ovviamente la mitica Ecto-1. Winston Zeddemore, doppiato da Ernie Hudson, farà da mentore e guida mentre Ray Stantz, doppiato da Dan Aykroyd, fornirà informazioni sul mondo degli spettri dalla occultoteca “Ray’s Occult Books”, trasferitasi per comodità, ai fini del gameplay, proprio di fianco alla caserma.
Nel quartier generale degli acchiappafantasmi, i giocatori potranno personalizzare il proprio Ghostbuster ed il proprio equipaggiamento mentre gli avversari, con l’aiuto della Tobin’s Spirit Guide, potranno personalizzare il proprio fantasma. Oltre al tradizionale equipaggiamento dei Ghostbusters, saranno disponibili anche nuove attrezzature sbloccabili per personalizzare ulteriormente la propria squadra e la sua efficacia e collaborazione.
Ghostbusters: Spirits Unleashed sarà ambientato nel canone della saga classica, dopo gli eventi raccontati in Ghostbusters: Afterlife.
Tra le altre cose, consci ormai dell’efficacia, i giocatori potranno incrociare i flussi ottenendo un raggio di particelle potenziato che potrebbe aiutare in certe circostanze critiche. I giocatori, tuttavia, non avranno la possibilità di guidare direttamente la mitica Ecto-1.
Ghostbusters: Spirits Unleashed sarà lanciato entro fine anno, nel quarto quadrimestre, su PlayStation 4, PlayStation 5, PC Windows (tramite Epic Games Store), Xbox One e Xbox Series X/S e il gioco sarà solo online con funzionalità cross-platform.
Aggiornamento: grazie a Ghostbusters News, possiamo gustarci una anteprima di un tour nella caserma e una prova come acchiappafantasmi.
Quando Dan Aykroyd lasciò il Saturday Night Live, il programma televisivo che aveva lanciato la sua carriera assieme a quella del suo partner John Belushi, correva il 1979. In quel periodo aveva cominciato a lavorare con John Landis alla produzione di The Blues Brothers: il film, uscito nel 1980, esplose soprattutto in Europa, e consacrò Aykroyd star del cinema assieme al già famosissimo Belushi: nell’ambiente tutti aspettavano un nuovo colpaccio della ditta Dan-John, ma il successivo film, Neighbors (I vicini di casa, 1981), funestato da diversi problemi produttivi, deluse i fan e incassò il giusto per non naufragare la barca. Verso la fine dell’81, tuttavia, Aykroyd sapeva di avere il soggetto giusto per risollevare la qualità dei loro film, una commedia horror con una squadra di sterminatori di fantasmi. L’idea era stimolata da diversi fattori: lui e la sua famiglia era sempre stata appassionata di paranormale, e soprattutto dopo essersi liberato dagli impegni televisivi Dan si era immerso in letture sulla parapsicologia per documentarsi e scrivere una bozza di copione dal titolo Ghost Smashers. Come ormai è noto, l’idea di farne un film con Belushi crollò tristemente quando John fu trovato morto per overdose il 5 marzo 1982, e il progetto proseguì con un altro cast. Il resto è storia. Quello che è meno noto, è che Aykroyd ha sempre affermato che un’altra fonte di ispirazione è stata la stessa storia del cinema, alle commedie degli anni ’40 e ’50 con i protagonisti alle prese con spiriti e case infestate. Abbiamo raccolto oggi i titoli più noti e che si assomigliano all’umorismo pensato da Aykroyd.
Haunted Spooks (1920), diretto e prodotto da Hal Roach, con Harold Lloyd e Mildred Davis. Questa comica muta di 25 minuti parte da una tematica molto comune nelle successive commedie girate con i fantasmi: prendere il protagonista e buttarlo in una situazione horror, specialmente in ambienti chiusi come una casa infestata o un cimitero. Qui Lloyd, uno dei più famosi comici del muto americano, noto per i suoi occhiali a tartaruga, è il classico giovanotto disperato per amore: un avvocato lo recluta per fargli sposare la nipote e avere così la proprietà di una villa avuta in eredità, a patto che venisse abitata da una coppia sposata; è in verità un trucco per prendersi la casa e sbatterli fuori, facendogli credere che è infestata. Retto da un ritmo serrato, il film è pieno di inseguimenti fra gente sotto i lenzuoli e un bambino nero col viso sporcato di bianco a causa della farina che spaventa Lloyd e la sua ragazza. Gli storici riportano che fu questo il film in cui Lloyd ebbe un grave incidente durante le riprese: mentre posava per una foto, si accese una sigaretta usando una bomba artigianale da usare nel film, ma questa esplose in anticipo e gli fece perdere due dita della mano.
The Live Ghost (Il vascello stregato, 1934), cortometraggio prodotto da Hal Roach e diretto da Charles Rogers, con la coppia comica Stan Laurel e Oliver Hardy. Nella lunga serie di comiche sonore, Stanlio e Ollio hanno più volte fatto ricorso alle tematiche della paura per far ridere. In Habeas Corpus (1928), sono due sprovveduti incaricati da un professore pazzo di recuperare cadaveri da un cimitero per i suoi esperimenti; in Laurel-Hardy Murder Case (1930) i due passano una nottata d’inferno nella villa dove si sospetta sia stato ucciso lo zio di Stanlio, credendo di vedere fantasmi nella loro stanza; The Live Ghost è il primo e unico loro film in cui si parla di credenza dei fantasmi e posti luoghi infestati. Il capitano di una nave mercantile, interpretato da Walter Long, non riesce ad arruolare volontari per sbarcare perché sono tutti convinti che la sua nave sia invasa dagli spiriti. Così incarica Stanlio e Ollio a trovare uno stratagemma per imbarcarli a forza, e minaccia i marinai di storcere loro il collo se avesse sentito parlare ancora di fantasmi. In cuccetta Stanlio e Ollio sono però terrorizzati, perché scambiano un marinaio ubriaco per uno spirito quando egli è invece solo caduto nella vernice bianca. Quando loro credono di vedere un fantasma, la loro reazione è assolutamente esilarante.
Topper (La via dell’impossibile, 1937), diretto da Norman Z. McLeod e prodotto da Hal Roach, con Constance Bennett, Cary Grant, Billie Burke, Alan Mowbray, Eugene Pallette. Il film segnò la svolta degli Hal Roach Studios dopo venticinque anni di comiche slapstick verso un umorismo più sofisticato. Topper ebbe un grande successo al botteghino, anche per l’inedita miscela di fantasy e commedia bizzarra: la storia ruota sull’incidente mortale che coinvolge una coppia di coniugi diventati fantasmi e obbligati a compiere una buona azione per salire in Paradiso; decidono di insegnare ai coniugi Topper un modo di vivere più leggero, ma le cose si complicano quando Mr. Topper si innamora della moglie fantasma.
Lonesome Ghosts (Topolino e i fantasmi, 1937), corto prodotto da Walt Disney per la RKO e diretto da Burt Gillett. Topolino è membro della squadra di acchiappafantasmi “Ajax Ghost Exterminators” assieme a Pippo e Paperino. Anche se pubblicamente non lo ha mai citato, probabilmente è il soggetto che ha più ispirato Aykroyd e i suoi Ghostbusters: per la prima volta si parla di indagine e cattura di fantasmi. Il corto è un gioiello di umorismo e animazione: i fantasmi di una villa abbandonata chiamano l’agenzia di Topolino per prenderli in giro e loro si presentano ignari dello scherzo (le loro armi sono retini per le farfalle, trappole per topi, un fucile e un arpione). Continuamente spaventati dai loro scherzi, il terzetto finisce immerso nella melassa e coperti di farina, sembrando così dei veri spettri e spaventando a morte i fantasmi. Curiosamente, Pippo dice “I ain’t scared of no ghost”, che in originale suona esattamente come la frase che Ray Parker Jr. inserì nella sua canzone Ghostbusters. (a proposito, l’immagine che trovate in testa a questo articolo è opera di Dave Alvarez; questo cartone si ispirava alla storia The Seven Ghost, di Floyd Gottfredson e Ted Osborne e pubblicata nel 1936, mentre una versione a fumetti di questo corto fu realizzata nel 1977 per la Fisher Price).
The Ghost Breakers (La donna e lo spettro, 1940), diretto da George Marshall con Bob Hope e Paulette Goddard. La storia si ispirava ad una commedia teatrale già portata nel cinema muto due volte. Nuovamente si parla di una eredità scomoda, vittima di storie di fantasmi come in questo caso, un antico castello situato nel’isola di Cuba che una ragazza di nome Mary ottiene da un lontano parente defunto. Per dimostrare la verità su queste storie, si porta con sé il giovane Larry, e puntualmente succede di tutto. Bob Hope, uno dei più leggendari comici americani, è qui molto divertente e curiosamente nel trailer si presenta come il capo di una agenzia di sterminazione del paranormale, con simbolo un tipo che bastona un fantasma! In un altro dialogo, Bob Hope sfodera una delle sue battute pungenti quando gli vengono descritti gli zombi come persone con lo sguardo spento, che seguono gli ordini senza preoccuparsi perché e come: “Intendi come i democratici?”.
Spook Speaks (1940), diretto da Jules White. Questo film è il sesto che il grande comico del muto Buster Keaton girò per la Columbia Pictures. In quel periodo la sua stella si era spenta da tempo ed era costretto a girare film a basso costo di cui non aveva controllo creativo, e questo film ne dimostra i difetti di una serie poco divertente e visibilmente girata in economia. Le gag ruotano ai soliti spaventi e alle candele che bruciano posteriori, e nonostante gli sforzi acrobatici di Buster, Spook Speaks è uno dei peggiori mai girati per la Columbia. Tuttavia alcune gag di strumenti musicali che suonano da soli sospesi nel vuoto saranno imitate altrove. Per vedere un suo film molto più riuscito sulla paura, da recuperare The Haunted House (1921), con alcune gag sovrannaturali incredibili, come quella dei due scheletri che raccolgono i pezzi di una persona e una volta ricomposta questa prende vita, spaventando a morte Buster.
Hold That Ghost (L’inafferrabile spettro, 1941), diretto da Arthur Lubin, con la coppia comica Bud Abbott e Lou Costello. Noti da noi come Gianni e Pinotto, il duo comico si specializzò in parodie di film horror con numerosi titoli riusciti, utilizzando, quando è stato possibile, alcuni “divi” del genere. Uno su tutti, Abbott and Costello Meet Frankenstein (1948), dove incontrano anche Dracula, interpretato dall’attore principe di questo ruolo, Bela Lugosi. Questo film era uno dei primissimi della coppia, e nuovamente c’è una casa ereditata che fa gola a molti truffatori che fanno credere loro che è colma di spiriti. Molte delle gag sono dovute agli spaventi del grasso Costello – cui, bisogna dirlo, Belushi deve molto alla sua fisicità catastrofica – e ai trucchi cinematografici classici, come la candela che si muove da sola, una gag ripresa in altri film.
Spook Louder (1943), cortometraggio diretto da Del Lord con i Tre Stooges (Moe Howard, Larry Fine, Curly Howard). Questo team comico è molto poco noto da noi, ma in America sono considerati fra i grandi comici del sonoro: prettamente infantili, agitati e violenti fra loro, finiscono in questa storia di fantasmi in quanto venditori ambulanti in cerca di lavoro, e assunti da un minaccioso inventore come custodi della sua inquietante casa. Nella stessa notte cui vengono assunti, i tre vengono spaventati a morte dai continui trucchi di tre spie industriali che vorrebbero mettere mano all’invenzione del loro capo, ma nel frattempo una misteriosa mano continua a colpire tutti con delle torte in faccia lanciate da una misteriosa mano. La comicità è molto grossolana ma qualche risata scappa, grazie alla simpatia del bizzarro terzetto.
Ghost Catchers (1946), diretto da Edward F. Cline, con la coppia Ole Olsen e Chic Johnson. Il duo, più noto per aver interpretato il famoso film comico Hellzapoppin’ (1941, capostite del cinema comico demenziale), aveva più di una somiglianza con Gianni e Pinotto, ma non lasciarono lo stesso segno, e di fatto erano fra i tanti comici della Universal a disposizione per i film di categoria “B”. In questo film sono due proprietari di un night club che vogliono aiutare i loro vicini di casa a liberarli dai fantasmi, ma si scoprirà successivamente che a far credere che la loro casa sia infestata è il loro capo cameriere, in verità un gangster che vuole spaventare e allontanare la coppia per impossessarsi del liquore invecchiato nascosto nel seminterrato. Il genere mescola romanticismo, musical e gag surreali, ma il risultato non è così mediocre come sembri, grazie alla regia di Cline, formatosi con Buster Keaton e W.C. Fields.
Spook Busters (1946). Il film era il quarto dei primi cinque film che la Monogram Pictures produsse con un gruppo di attori di New York battezzato “The Bowery Boys”. Dal ’46 al ’58 il gruppo, specializzato in commedie, fu composto da più attori, e nel caso di questo film i nomi erano: Leo Gorcey, Huntz Hall, Bobby Jordan, William Benedict e David Gorcey. Il titolo di lavorazione fu Ghost Busters, e non a caso Aykroyd lo cita sempre come punto di riferimento per le sue idee: i ragazzi sono freschi di diploma per l’eliminazione del paranormale e durante il loro primo lavoro sono alle prese con numerosi strani avvenimenti che accadono dentro una villa abbandonata. Scoprono che questi eventi sono in verità frutto degli esperimenti di uno scienziato pazzo. Il film raggiunge il culmine dell’assurdo quando lo scienziato vuole inserire metà del cervello di uno dei ragazzi nella testa di un gorilla. Ghost Chasers(1951) è il secondo film incentrato sul gruppo che indaga sui fantasmi, ma stavolta con la novità della presenza di un vero spirito che fa amicizia con uno del gruppo e che aiuta loro a smascherare una medium che ha cercato di convincere due di loro sull’esistenza dei fantasmi. I Bowery Boys torneranno al tema dei fantasmi un’ultima volta con Spook Chasers (1958), ma con risultati quasi faticosi da seguire.
Scared Stiff (Morti di paura, 1953), film diretto da George Marshall con la coppia Dean Martin e Jerry Lewis. Il film è il remake di Ghost Breakers (1940), adattato alle “follie” della coppia Martin e Lewis: l’intreccio è leggermente diverso – Martin e Lewis scappano a Cuba perché Dean è convinto di aver ucciso un gangster – ma il film è divertente soprattutto quando Jerry imita Carmen Miranda, mentre le gag solite della formula dei tizi spaventati in una casa paurosa divertono forse più dello stesso film originale di Bob Hope. In una scena, Jerry trova coraggio dalla sua stessa immagine riflessa in uno specchio che gli parla come se fosse una cosa normale. Due le cose degne di nota: in una scena sulla nave, in originale Dean Martin dice “I’m a ghostbusters” per dimostrare a Lizabeth Scott che non ha paura dei fantasmi, mentre nel finale sono spaventati dalle teste incastrate nel muro di Bob Hope e Bing Crosby (i due erano noti come coppia fissa in una serie di film comici in posti esotici). Nel doppiaggio, la battuta di Martin diventa “Cacciatore di fantasmi” e questo è interessante, perché busters in questo caso significa combattente, ed era nel gergo informale americano: il termine acchiappare venne utilizzato per la prima volta in un titolo italiano proprio con Ghostbusters, che in un primo momento stava per essere distribuito in Italia con il sottotitolo A caccia di fantasmi, perché “acchiappa” era un termine poco formale.
The Ghost and Mr. Chicken (7 giorni di fifa, 1966), diretto da Alan Rafkin con Don Knotts. Dopo diversi anni di soffitta per il genere, la commedia americana si tinge di nuovo di spiriti con Knotts, simpatico attore che ricordiamo in diverse produzioni Disney e, all’epoca, noto soprattutto per il suo lavoro in televisione. Qui impersona un simpatico giornalista locale che scopre l’assassino di un omicidio accaduto venti anni prima. Molte le gag visive e alcune colgono il segno, ma meno di quelle legate allo spavento di quanto si possa pensare. È tuttavia una storia di fantasmi, e prima che il cinema comico americano cominci la moda delle parodie – con Mel Brooks paladino assoluto – è una delle ultime occasioni di questa formula.
La vera notivà di Aykroyd – e di Harold Ramis, che si unì alla stesura della sceneggiatura poi girata – era legata non tanto alla indagine, ma alla effettiva cattura dei fantasmi, rivelando le origini spiritiche per una volta non a Satana (come succedeva spesso nei film americani dell’epoca) ma ad una setta legata ad un dio ammuffito sumero. Qualcuno ha realizzato un finto trailer d’epoca di Ghostbusters con molti dei film citati in questo articolo, bisogna ammettere con una certa creatività, tanto che non sono state poche le persone che lo hanno creduto un vero film! (e come ciliegina della torta, l’autore ha usato il tema di Ghostbusters della omonima serie televisiva degli anni ’70 con Forrest Tucker e Larry Storch).
Grazie a Ghostbusters News, siamo in grado di riportare dei dettagli importanti sul cofanetto in Blu-Ray 4k in uscita nel 2022 come qui riportato, dettagli clamorosi che ci apprestiamo ad elencare qui e ipotizzando quali contenuti dovremo aspettarci finalmente in home-video.
Come già annunciato, Ghostbusters Legacyuscirà in home video in tutti i formati il prossimo 1 febbraio negli Stati Uniti (e in Italia, salvo smentite, il 30 giugno 2022), e in più è in arrivo un mega cofanetto di 8 dischi in Blu-Ray contenente il film di Jason Reitman e i precedenti capitoli diretti dal padre Ivan nel 1984 e nel 1989. (in più, in digitalesarà disponibile nelle piattaforme Vudu, Prime Video, Apple TV, Google Play dal 4 gennaio, al momento solo negli USA).
Prima di riportare il comunicato stampa della Sony, ecco il video di una recente anteprima dei contenuti extra di Ghostbusters Afterlife:
THE GHOSTBUSTERS ULTIMATE COLLECTION contiene in formato 4k ULTRA HD e in formato Blu-Ray GHOSTBUSTERS, GHOSTBUSTERS II, GHOSTBUSTERS AFTERLIFE. Nel caso di Afterlife, i contenuti extra saranno gli stessi che si trovano nelle edizioni singole in Blu-ray.
Si aggiungono poi due dischi Blu-Ray di soli extra, per oltre 20 ore di contenuti in gran parte inediti.
DISCO 1 – GHOSTBUSTERS
NOVITÀ: rara versione di 114 minuti montata per le anteprime (SD) – questa prima versione del film è una cosiddetta copia lavoro con ciak alternativi, scene aggiuntive, effetti speciali non completati, e altro. (N.B.: tempo fa avevamo visto questa cassetta in formato beta conservata negli uffici della Ghost Corps, mostrata da Jason Reitman a Adam Savage!).
– Con il commento opzionale del produttore associato Joe Medjuck e del montatore Sheldon Kahn.
NOVITÀ: “Reitman Squared”, commento alle scene – uno sguardo a due scene del film commentate da Ivan & Jason Reitman
NOVITÀ: le audizioni perdute di Dana – otto provini per il ruolo di Dana Barrett, inclusi quelli di Denise Crosby, Kelly LeBrock e altre attrici! Con speciale ringraziamento a Brandon Kleyla.
NOVITÀ: “Ghostbusters: Behind Closed Doors” documentario di 90 minuti sulla realizzazione del film e la storia del franchise!
NOVITÀ: Ghostbusters Dailies – oltre un’ora di giornalieri (le riprese quotidiane non ancora montate) che comprendono sette scene del film. (NB: molto probabilmente saranno inclusi i video visti durante il Ghostbusters Fan Fest a Los Angeles nel 2019, cliccate qui per i dettagli alla voce scene eliminate).
NOVITÀ: versione televisiva integrale (SD) – contiene alcune sequenze diverse dalla edizione cinematografica.
Il contenuto è poi identico al cofanetto Blu-Ray uscito nel 2019:
16 scene eliminate
Spot televisivo degli acchiappafantasmi e vari ciak dello stesso.
La anteprima girata per i distributori girata nel 1984 da Aykroyd e Murray.
“A Moment With the Stars” EPK (Electronic Press Kit) originale.
Dietro le quinte del 1984.
Dietro le quinte con il team degli effetti speciali.
Dietro le quinte con la troupe.
Who You Gonna Call: A Ghostbusters Retrospective (con Ivan Reitman e Dan Aykroyd).
Ecto-1: Resurrecting the Classic Car (documentario sul restauro della Ecto-1)
Lo Scream test del fantasma della bibliotecaria di Ruth Oliver
Multi-Angle Explorations
Confronti con lo Storyboard
Galleria foto
Video musicale “Ghostbusters” di Ray Parker, Jr.
Trailer e promo.
DISCO 2 – GHOSTBUSTERS II & GHOSTBUSTERS: AFTERLIFE
GHOSTBUSTERS II
NOVITÀ: “Reitman Squared”, commento alle scene – uno sguardo a due scene del film commentate da Ivan & Jason Reitman
NOVITÀ: 19 scene eliminate – una collezione di scene mai viste! (quasi certamente fra quelle anticipate nella scheda del film che trovate qui).
NOVITÀ: Ghostbusters II Soundtrack Promo – una scena del film commentata dal compositore Randy Edelman
NOVITÀ: versione televisiva integrale (SD) – contiene alcune sequenze diverse dalla edizione cinematografica.
Il contenuto è poi identico al cofanetto Blu-Ray uscito nel 2019:
7 ulteriori scene eliminate
“The Oprah Winfrey Show: Cast of Ghostbusters II” – giugno 1989
Time Is But A Window: Ghostbusters II and Beyond (con Ivan Reitman e Dan Aykroyd).
Ghostbusters II EPK originale.
“On Our Own” video musicale di Bobby Brown
Vari Trailer
GHOSTBUSTERS: AFTERLIFE
Jason’s Sneak Peek from Set (una sbirciata sul set con Jason)
Vari Trailer
***
Quindi questi otto dischi non possono mancare nella vostra videoteca, ricordando che questo cofanetto conterrà anche una ristampa del libro Making Ghostbusters(1985), la sceneggiatura del primo film analizzata scena per scena, pubblicazione a lungo fuori catalogo e finalmente tornata disponibile. Al momento, la Eagle Pictures non ha confermato se effettivamente il libro sarà tradotto in italiano, ma le aspettative sono molto basse. Questa edizione colmerà ogni desiderio del fan più esigente, con il recupero di materiale ancora oggi inedito. Quindi non vi rimane altro che cliccare nei link sottostanti per la prenotazione.
Ieri l’Academy of Motion Pictures Arts and Sciences ha annunciato i candidati per la short list per le prime 10 categorie degli Oscar 2022, e sorpresa c’è anche Ghostbusters Afterlife! Come visualizzabile nella storia che la pagina Instagram dell’Academy ha pubblicato ieri, il film di Jason Reitman potrebbe essere candidato nella categoria dei Migliori Effetti Visivi. Curiosamente, nel 1985 anche il primo Ghostbustersfu candidato nella stessa categoria – assieme a quella della migliore canzone, con il famoso pezzo di Ray Parker Jr. – senza vincere.
La votazione per le candidature agli Oscar inizierà giovedì 27 gennaio 2022 e terminerà martedì 1° febbraio. Le nomination agli Academy Awards saranno annunciate martedì 8 febbraio, mentre la cerimonia di premiazione si terrà domenica 27 marzo. Non possiamo che augurarci che il film riceva la nomination e magari la prima statuetta meritata alla nostra saga preferita!
E a proposito di Oscar, sapevate che la Columbia Pictures promosse Dan Aykroyd e Harold Ramis nella categoria Miglior Attore non Protagonista e Bill Murray come Miglior attore protagonista nel 1985? (For Your Consideration è il nome con il quale si indica quella forma di campagna pubblicitaria organizzata dalle compagnie cinematografiche per promuovere un loro prodotto esaltandone le qualità, specie film in uscita o titoli o attori in concorrenza ai premi Oscar).
Purtroppo nessuna delle tre candidature fu presa in considerazione ma siamo in grado di riprodurre due delle tre promozioni pubblicate su Variety.
Sull’onda dell’entusiasmo per la saga di Ghostbusters, Vanity Fairha pubblicato un articolo con delle foto mai viste sul set di Ghostbusters del 1984 e di Ghostbusters II, del 1989. Sono scatti davvero belli, quasi intimi, con la presenza dei piccoli Murray, Ramis e Reitman.
Le prime fotografie vedono il piccolo figlio di Bill Murray, Homer, oggi ristoratore a Brooklyn. Homer era troppo piccolo per averne ricordi oggi, ma Jason ha detto: “Ricordo che Homer Murray era come il diavolo della Tasmania“. Da queste istantanee non fatichiamo a crederci! Jason chiede al padre Ivan durante l’intervista per Vanity, “Ti sembrava un set sicuro per bambini?? I set a volte sembrano parco giochi, a volte sono pericolosi“. Risponde Ivan: “Penso che questo sembrava più un parco giochi, perché era un grande spazio aperto. Voglio dire, non credo che fossero al sicuro sotto il lampadario quando l’abbiamo fatto schiantare sul tavolo, ma la maggior parte delle volte lo era“.
Si passa poi al set di Ghostbusters II: Jason non sta dirigendo Dan Aykroyd – questo sarebbe accaduto trent’anni dopo esatti – ma probabilmente stanno parlando di altro. Dietro lo zaino protonico di Dan c’è la tazza promozionale degli acchiappafantasmi, ricordate? “uno per famiglia!”
Su un altro set si vedono Ivan, Jason e Bill Murray guardare quelle che Jason ricorda essere come uno dei primi concept art di Vigo. Padre e figlio discutono su quello che era l’atteggiamento di Murray come improvvisatore perenne delle sue battute, alla ricerca di una colonna da seguire per migliorare la scena. Jason intuisce cosa intende papà Ivan, e cioè Murray costruiva la scena per ottenere una opportunità di scatenare la risata a suo favore.
“Qui”, dice Jason, “è dove è cominciata la mia ossessione [di diventare regista]”. A volte Ivan faceva finta di arrabbiarsi perché Jason non sembrava troppo interessato a quello che stessero facendo, e allora lo invitava a guardare dentro l’obiettivo.
Altra visitatrice sul set, Violet, la primogenita di Harold, in questo scatto fatto durante le riprese della scena del tribunale. Violet nel 2018 avrebbe poi pubblicato un libro di memorie poi edito da noi recentemente. “È un vero incrocio tra Harold e sua madre [Anne Plotkin], e ha un senso dell’umorismo adorabile e bizzarro”, ricorda Ivan. “Penso che avessero una relazione molto matura”. “Quando leggi il libro di Violet, hai un’idea di come fosse la loro relazione, padre in figlia”, dice Jason, che si è consultato con lei sulla sceneggiatura di Afterlife e sul modo in cui ha gestito l’eredità di suo padre come Egon. “L’ha chiaramente trattata come un’adulta fin dall’inizio. Questo è diventato parte del loro legame, ed è quello che vedo in questa foto. C’è chiaramente una vera amicizia lì”.
Ivan ha sempre ritagliato piccole partecipazioni alla sua famiglia: era Jason il bambino che diceva a Ray Stantz “Mio padre dice che vendete fumo e merda”, ma anche Catherine – oggi star della serie CBS Workin’ Moms – appariva in Ghostbusters II. Era la bambina la cui gioia era monitorata da Egon, nella scena che si concludeva con la sua frase, “Vediamo cosa succede quanto le togliamo il cucciolo”.
Una terza figlia, Caroline, era troppo piccola per avere una parte, ma sul set è giunta in un giorno davvero speciale. Ricorda Ivan: “Quella è la mamma di Jason, mia moglie, Geneviève, che dà da mangiare alla bambina. E quello è il giorno in cui è arrivata con in braccio quel bambino dal Nevada, dove l’abbiamo adottata”, dice Ivan. “È venuta direttamente sul set, che era agli studi di Burbank, per mostrarmi il bambino. Questo è il primo momento in cui ho avuto modo di vederla. Ovviamente, ha avuto modo di incontrare i Ghostbusters”.
Non ci sono altri termini per definire la anteprima di Ghostbusters Afterlife registrata ieri sera a New York alla presenza di quasi tutto il cast – mancava solo Finn Wolfhard – incluse le tre leggende Dan Aykroyd, Bill Murray e Ernie Hudson, i ghostbusters originali. I fan in grigio hanno effettuato un vero e proprio pellegrinaggio nelle location storiche della saga di Ivan Reitman, battezzata “New York City Ghostbusters Tour“, cominciata alle 13 a Castle Clinton National Monument, seguita dal National Museum of the American Indian, la mitica caserma Hook & Ladder 8, la New York Public Library, Columbus Circle, il palazzo al 55 di Central Park West, definita “Spook Central”, fino all’ultima fermata, al Lincoln Square, per l’AMC Bay Plaza Cinema 13, luogo della anteprima del film di Jason Reitman. Il red carpet è stato così diviso da Paul Rudd, Jason e Ivan Reitman, McKenna Grace, Carrie Coon, Logan Kim, Celeste O’Connor, più una lunga lista di invitati che includeva Aldis Hodge, Jeremy Sisto, Jaimie Alexander, August Maturo, Brett Gray, Naomi Watanabe, Will Buie, Meg Donnelly, Chloe Flower, Questlove. Era presente anche una delle Ecto1 utilizzate per il film. Non lo diciamo, ma un pizzico di invidia per i nostri colleghi newyorchesi ce l’abbiamo, giusto un pizzico.
Qui un filmato della serata.
Qui, invece, Aykroyd, Murray e Hudson si calano in un curioso siparietto, cantando tanti auguri al compianto Harold Ramis, poiché il 21 novembre prossimo avrebbe compiuto 77 anni.
Poco prima dell’anteprima, i tre attori sono stati ospiti in ben due show importantissimi, regalando agli spettatori un divertimento insolito, da vecchie volpi del palcoscenico e soprattutto vecchi amici, tipico quando i ghostbusters si riuniscono per ricordare i tempi andati.
Nel primo show, il Late Night with Seth Meyers, Dan ha affermato che tornare nelle vecchie uniformi e rivedere i vecchi amici è stato come tornare al fare il servizio militare, fra il cameratismo dei commilitoni e il richiamo come riserve, mentre Murray ha ribadito, scherzando, che è stato “doloroso, fisicamente e emotivamente, perché abbiamo dimenticato quanto fossero pesanti i frigoriferi che avevamo alle spalle per ore e giorni interi“. Seth Meyers ha ricordato con Murray e Aykroyd quanto fosse eccitante ma allo stesso tempo più normale girare il film a New York nel 1984 perché essenzialmente nessuno sapeva di questo film e, ricorda Murray, a volte capitava loro girare con la Cadillac senza preoccuparsi dei semafori – in puro stile newyorchese, afferma Bill – mentre la polizia, credendolo un mezzo di soccorso, faceva il saluto! Dan ricorda invece che giravano il film senza i permessi necessari, e la gente che è stata impressa sulla pellicola non erano comparse ma una folla di gente reale. Per Ernie, stare su un set di Ghostbusters è stato sentirsi come il vicino che si auto invita e afferra tutto il cibo sul tavolo, per poi mettersi a tavola composti. Ernie cita Harold Ramis come il collega che lo rassicurava di questa sua situazione, e Meyers ne approfitta per chiedere a Dan un ricordo di Harold quando scrivevano la prima stesura del film. Il ricordo di Dan è pieno di dettagli, forse troppi, e Murray taglia corto dicendogli: “E’ abbastanza ok, chiaro, è morto ormai!”. Murray ricorda di aver accettato di partecipare dopo aver letto una prima bozza di copione scritta da Dan e lunga 27 pagine, bozza che lui definisce come una delle cose più divertenti mai lette nella sua vita.
Nella seconda clip, dopo la pubblicità, Murray invita Dan a ballare sulle note del batterista Nate Smith. E Danny vola sulle proprie gambe, a quasi 70 anni di età, mentre Ernie e Bill se la ridono sotto i baffi. Murray ricorda di aver conosciuto Aykroyd ai tempi in cui Dan ballava con Rosie Shuster (Shuster è stata moglie del fondatore del Saturday Night Live, Lorne Michaels, e scrittrice per il programma nel periodo d’oro fino al 1980), “entrambi canadesi e molto pericolosi come ballerini, i peggiori mai visti in vita mia“. Parlando di fama, i tre attori riflettono che molte persone si fanno tatuare i volti delle persone famose, come quella volta in Spagna in cui Murray fu avvicinato da una persona in un campo da golf per fargli vedere il tatuaggio con la sua faccia. Aykroyd ricorda quando Murray fu la guida ufficiale per lui e i suoi colleghi di Toronto di Second City durante un gemellaggio con la sede di Chicago. Infine, Dan assicura che tutti coloro che andranno a vedere il nuovo Ghostbusters torneranno per vederlo ancora, “come ai bei tempi, perché è davvero buono come film“.
Al Tonight Show con Jimmy Fallon, la conversazione si concentra sul nuovo film e sul rapporto con Jason Reitman, autore, secondo Danny, “di un grande copione, ci siamo limitati a leggerlo, e dire ok, questo è il momento giusto per farlo“. Murray ricorda Jason bambino sul set dei due Ghostbusters come un “rompicoglioni”, perché, aggiunge Dan, “dirigeva anche allora“, segno che la curiosità del piccolo Reitman per il cinema era forte anche quando era in giovane età. Fallon chiede se si sono mai messi nei guai durante le riprese del primo film, e Aykroyd ha ricordato che una notte lui e Murray andarono a Central Park in sella a due biciclette rubate gridando come matti, disturbando tutti “gli ospiti” notturni, dai senzatetto ai pederasta. Ad un certo punto, Fallon ricorda che il palazzo in cui stanno girando lo show è lo stesso del Saturday Night Live, show dove Aykroyd e Murray furono le star dalla seconda metà degli anni Settanta al 1980, e gli ricorda quando Dan lo accolse come “il nuovo ragazzino” del cast, per fargli vedere il giardino “all’undicesimo piano”: chi scrive sa bene che la storia dietro l’11 si riferisce al piano nel quale tutti gli attori si rifugiavano per fumare erba (e anche altro..) e rilassarsi dai tempi molto serrati dello show. Quando Dan parla del ruolo del fantasma nelle commedie girate prima del 1984, e dell’invasione del genere esplosa subito dopo, Murray lo canzona dicendogli, “Dan, questo è uno show notturno [se continui a parlare] la gente pensa che appaia un numero in sovrimpressione fra poco“. Fallon ricorda ai tre attori quando il film aveva ancora un titolo provvisorio durante le riprese, perché “Ghost Busters” era stato già usato in un vecchio show televisivo negli anni Settanta, e mostra un ciak della scena dello spot dei ghostbusters in cui dicono “Ghost-Stoppers” e “Ghost-blasters”. Nell’intervallo, Dan ritrova lo spirito blues e comincia a cantare con la band.
https://www.youtube.com/watch?v=j2LHMcBdHEE
Nella seconda clip, al ritorno dalla pubblicità, Aykroyd fa i complimenti a McKenna Grace e a Paul Rudd, “un maestro della comicità“, e al fantastico cast. Dopo aver preso in giro la madre di Paul Rudd che ha comprato tutte le copie di “People” che ha recentemente declamato suo figlio l’attore più sexy del pianeta, Hudson afferma che indossare di nuovo l’uniforme e rivedere i vecchi amici è stato quasi “spirituale, commovente“. Bill ha ribadito la fatica di indossare di nuovo i zaini protonici, meno pesanti di quelli di allora, ma comunque abbastanza per affermare che è stato lo stesso faticoso. Dopo aver mandato in onda la clip dell’apertura della trappola nel parcheggio dei bus, l’entusiasta Fallon congeda gli attori.
EDIT: Aggiornamento.
La mattina successiva, Murray, Aykroyd, Hudson si sono dati appuntamento alla storica caserma dei vigili del fuoco di New York per una intervista con Paul Rudd e Mckenna Grace nel programma CBS Mornings. Un altro incontro memorabile che possiamo rivedere qui.
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