La parola finalmente non ha trovato definizione migliore quanto oggi, 11 aprile, con l’uscita nelle sale cinematografiche italiane di Ghostbusters – minaccia glaciale, dopo venti giorni dalla prima americana, sviando con fatica e sudore spoiler e cattive notizie. Ma, finalmente, arriva anche da noi il film di Gil Kenan, distribuito in oltre 430 sale.
Il film in Italia parte con i migliori auspici, in coda ad una promozione che ci ha visto protagonisti assieme ai vari brand coinvolti, da Verisure (con Le Coliche), a Yummer’s, con due confezioni a tiratura limitata per i gusti di marshmallow, e pistacchio (verde…Slimer!), Rossopomodoro, Hasbro, e realtà d’intrattenimento come Mirabilandia e Romics, e l’imminente Torino Comics.
Non possiamo negare un passaparola incomprensibilmente accanito sul versante negativo, colpevole una risposta della critica piuttosto fredda, e dalle notizie degli incassi tiepidi. Su quest’ultimi commentiamo volentieri con delle precisazioni fondamentali: le cifre d’incasso internazionali per alcuni paesi non sono state ancora rese note (nel Belgio, nientemeno, dove uscì il 20 marzo), e alla fine di questo weekend sapremo se gli ultimi maggiori mercati europei, Francia e Italia, risponderanno positivamente per rialzare la cifra attuale di 139 milioni di dollari incassati globalmente (di cui 49 dal mercato internazionale: risposta tiepida, ma lontana dal fallimento gridato sui social). Noi siamo ottimisti, e condivideremo con voi gli aggiornamenti dal botteghino franco-italiano. E oltre alla Francia, il film esce oggi in Brasile, con il titolo Ghostbusters: Apocalipse de Gelo.
Intanto, se volete vedere il film con noi, date un occhio a questa lista di cinema dove saremo presenti questa settimana.
Ghostbusters: Frozen Empire ha dominato il box office nazionale ed è arrivato al di sopra delle aspettative.
Il film ha incassato 45,2 milioni di dollari al suo debutto in 4.345 cinema del Nord America. All’inizio del weekend, sembrava che avrebbe raggiunto i 42 milioni di dollari, ma le stime sono state riviste al rialzo dopo una domenica più grande del previsto. Queste vendite di biglietti sono appena superiori al suo predecessore del 2021, “Ghostbusters: Afterlife”, che aveva guadagnato 44 milioni di dollari all’esordio mentre il botteghino era in modalità di recupero della pandemia. Al botteghinointernazionale, scrive Variety, “il film ha ottenuto un tiepido incasso di 16,4 milioni di dollari in 25 mercati, per una partenza globale di 61 milioni di dollari”: in effetti, pur se in distribuzione ancora limitata nel resto del mondo, mancano ancora importanti mercati per raggiungere incassi soddisfacenti; tuttavia, nel Regno Unito ha già incassato 5,3 milioni di dollari, e mancano ancora i dati di Belgio, Danimarca, Argentina; il 28 marzo sbarcherà in Giappone, Olanda, Svezia, e bisognerà aspettare metà aprile per i risultati di Francia e Italia, due mercati tutt’altro che minori nel campo internazionale.
Inoltre, “Frozen Empire” ha un budget maggiore rispetto all’ultimo film, costando 100 milioni di dollari per la produzione e molti altri milioni per la commercializzazione. Dovrà superare di gran lunga “Afterlife” (204 milioni di dollari a livello globale a fronte di un budget di 75 milioni di dollari) per giustificare il suo prezzo, dal momento che gli operatori cinematografici possono trattenere circa il 50% dei ricavi. Sony si aspetta che il film tragga vantaggio dalle vacanze di primavera, ma “Frozen Empire” dovrà affrontare una forte concorrenza il prossimo fine settimana con Godzilla x Kong: The New Empire.
1984. Tre scienziati scoprono che la città di New York è invasa dai fantasmi. Si unisce un quarto membro della squadra, e insieme sconfiggono un ammuffito dio sumero, di nome Gozer.
1989. I quattro sono loro malgrado costretti a tornare in attività perché un tiranno carpatico del XV secolo si nutre della negatività di New York e vuole conquistare il mondo.
2019, uno dei quattro acchiappafantasmi muore, e lascia alla sua unica figlia una eredità bizzarra: una vecchia fattoria dismessa, e un piano per fermare una nuova minaccia fantasma. È in questo preciso momento che siamo rimasti, con la seconda sconfitta di Gozer e l’addio definitivo al passato. Le avventure arrivano sul grande schermo nel 2021.
2023. La famiglia Spengler continua l’attività di acchiappare fantasmi a New York, e una nuova minaccia rischia di causare una seconda era glaciale. Per sconfiggerla, si uniscono alla vecchia squadra, con qualche tecnologia e risorsa in più. Dovranno unire le loro forze per salvare il mondo da una nuova era glaciale.
E oggi, a quarant’anni esatti dalla prima avventura, sappiamo chi chiamare.
Dopo le anteprime di New York, Madrid, Parigi e Londra, Ghostbusters: Frozen Empire è approdato nei cinema il 20 marzo, con il debutto assoluto in Belgio, seguito ieri 21 marzo in diverse sale statunitensi, e in Argentina, Australia, Danimarca, Ecuador, Germania, Hong Kong, Nuova Zelanda, Portogallo, Russia, Slovacchia, Svizzera (per lingua tedesca). Oggi 22 marzo 2024, debutta in distribuzione regolare negli Stati Uniti, e in Regno Unito, Austria, Canada, Irlanda, Lituania, Norvegia, Spagna.
Pubblicheremo le performance al botteghino nei prossimi giorni, e le prime recensioni, e attiveremo una campagna no-spoiler finché non uscirà anche da noi, il prossimo 11 aprile.
E voi sentite un brivido che corre lungo la schiena?
Le Coliche hanno i ladri in casa, ma i fratelli Fabrizio e Claudio sono confusi: meglio installare il sistema di allarme Verisure o chiamare gli acchiappafantasmi? La risposta è nel nuovo video delle Coliche pubblicato ieri, come primo lancio in Italia del film Ghostbusters – minaccia glaciale, in collaborazione con Verisure e con la partecipazione di Ghostbusters Italia, nei panni di Andrea Ciaffaroni ed Edoardo Stoppacciaro. Il risultato? Eccolo qui sotto! buon divertimento!
E non avete visto la nostra prima collaborazione con Claudio Colica, rivedetevi il video girato con i Minimad l’anno scorso:
Le nuove reclute incontrano le Leggende: scopri la nuova squadra di acchiappafantasmi nel primo “dietro le quinte” di Ghostbusters: Frozen Empire pubblicato dalla Sony in collaborazione con Fandango:
Nuovi dettagli inediti in questo trailer scatenato di Ghostbusters Frozen Empire direttamente dal mercato giapponese: un inseguimento di un dragone fantasma finito male, una vita quasi ordinaria nella caserma e….una Ecto-1 indemoniata.
Titolo giusto un filo altisonante, lo so. Non me ne vogliate, ma per me non è possibile ricordare Harold Ramis prescindendo dal mio rapporto con la sua figura.
Non aver mai potuto incontrarlo, fosse anche per una fugace stretta di mano come invece potei fare con Bill Murray, è un mio grande rimpianto.
La cosa strana, quella che mi fa anche sentire un po’ in colpa quando si parla di Harold Ramis, è che non avevo mai realizzato quanto a fondo la sua influenza fosse stata importante per la mia vita fino a quel 24 febbraio 2014, quando uno dei miei migliori amici mi mandò un messaggio:
“La notizia della morte di Harold Ramis è tristezza pura”.
Con queste parole ho saputo che se ne era andato.
E in quell’esatto momento ho iniziato a sentire uno strano formicolio tra la bocca dello stomaco e la cassa toracica. Come un mulinello. Rapidamente, quel mulinello è diventato un gorgo, poi una voragine.
E ho pianto.
Non mi vergogno ad ammetterlo.
Ho pianto a lungo, anche nei giorni seguenti, come se ne fosse andato un mio parente stretto. Il che era una cosa singolare, dal momento che, in tutti quegli anni, non è che avessi seguito pedissequamente la vita e la carriera del maestro Ramis. Da fan dei Ghostbusters, sapevo ovviamente che lui era uno degli scrittori di quel capolavoro della commedia, oltre ad aver portato in vita il mio Acchiappafantasmi preferito, Egon Spengler. Avevo visto alcuni suoi film, quasi tutti mi erano piaciuti, alcuni no. La mia era una conoscenza superficiale.
O almeno così credevo.
Perché invece ho scoperto (troppo tardi) quanto il suo modo di intendere l’umorismo, la sua ironia tagliente espressa sempre col più gioviale dei sorrisi, il suo modo di raccontare storie di personaggi che la società etichettava come “perdenti”, ma che per lui erano “ribelli”, avesse indirizzato il mio modo di vedere la vita e l’arte.
Ho passato giorni con gli occhi lucidi a leggere i messaggi di cordoglio e sgomento lasciati da colleghi e amici di tutto lo show business.
Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Seth Rogen, Billy Crystal, Jon Favreau, Zach Braff, Seth McFarlane, Rainn Wilson, Adam Sandler e tanti, tanti altri.
Ho avvertito allora il bisogno di sapere di più su di lui, su quella figura che, silenziosamente, aveva piantato radici così profonde nel mio cuore, e che ora aveva lasciato un vuoto inspiegabile e tremendo.
E così ho scoperto la sua filosofia, la sua mentalità accogliente, sempre curiosa. Lui, ebreo di nascita che aveva scoperto il buddismo, aveva riversato una profondità di pensiero veramente rara anche nelle sue pellicole all’apparenza più scanzonate.
Un passo importante nella mia scoperta di Harold Ramis lo ha determinato l’uscita della biografia “Ghostbuster’s Daughter”, scritta dalla figlia Violet Ramis Stiel e pubblicato in Italia da Sagoma Editore.
Nell’approcciarsi a un personaggio così particolare raccogliendo notizie qua e là, e colmando le lacune con le idee che ci si fa leggendo tra le righe nei suoi lavori, è facile idealizzarlo, crearne un’immagine falsata.
Il libro di Violet mi ha fatto capire di non essermi allontanato troppo dalla realtà. Emerge la figura di un uomo dalla mente lucidissima e le idee molto chiare. Uno spirito alla continua ricerca di qualcosa di nuovo da sperimentare, in fuga costante dall’ortodossia, spesso fino alle estreme conseguenze. Un padre affettuoso, un autentico supereroe per i suoi figli. Un innovatore della comicità. Un amico sensibile e devoto, che ha sofferto orribilmente per la rottura dell’amicizia con Bill Murray, fortunatamente ritrovata pochi mesi prima di morire.
Ho scoperto che il “mio” Harold, quell’omone alto che mi aveva fatto sognare per la prima volta nei panni di Egon, era proprio come lo avevo immaginato. E anzi, era tanto di più.
Il rimpianto di non averlo mai potuto incontrare, a quel punto, si è acuito, ma si è fatto anche più “dolce”. Ho scoperto che quasi tutto quello che ho fatto da allora, più o meno consapevolmente, era dedicato a lui, un mio piccolo “grazie” con la speranza che il mio pensiero potesse raggiungerlo dovunque lui fosse.
Se amate la commedia americana, se credete nella gentilezza, nel poter tagliare il traguardo anche passando per strade inconsuete, magari assurde, fregandovene delle risate che vi arriveranno in faccia o alle spalle, allora anche per voi Harold Ramis ha significato più di quanto immaginiate.
Oggi sono dieci anni dalla sua morte.
O meglio, dal suo abbandono di questo piano di esistenza.
Uno come Harold, però, non si dissolve semplicemente nell’universo come vediamo fare al fantasma di Egon nel meraviglioso finale di “Ghostbusters: Legacy”. Lui ha lasciato dietro di sé tanta arte, tanto pensiero, tanta bellezza. E allora io voglio ricordarlo riportando qui alcuni suoi aforismi, pillole di quell’anima straordinaria che tanto ha significato per me e per molti.
“Se è vero che siamo noi a dare un significato alla nostra vita,
abbiamo l’opportunità di darle un significato ricchissimo
mettendoci al servizio del prossimo”.
“La vita non si cura della tua visione.
Le cose accadono, e tu devi farci i conti.
Devi stare al gioco. È proprio questo il bello”.
“Commedia e tragedia coesistono.
Non puoi avere una senza l’altra.
Sono della scuola di pensiero secondo la quale
qualunque cosa può essere buffa se inquadrata
da un punto di vista comico”.
“C’è un grande adagio rabbinico che raccomanda
di iniziare ogni giorno con un biglietto in ciascuna tasca.
Su uno c’è scritto “Il mondo è stato creato per te, oggi”.
Sull’altro invece c’è scritto “Sei un
granello di polvere in un universo privo di senso”.
Entrambe le cose sono vere,
e a te spetta bilanciarle”.
“Tante persone iniziano relazioni serie pensando
di poter guarire qualcuno col loro amore e la loro premura,
ma di solito non funziona così.
Non fai rinsavire qualcuno amandolo”.
“Cerco un significato in ciò che è buffo,
e cerco ciò che è buffo nelle cose
che hanno un significato per me”.
“I miei personaggi non sono perdenti.
Sono ribelli. Vincono attraverso il loro
rifiuto di giocare secondo le regole
di tutti gli altri”.
“Ho incontrato un tale che diceva di aver
individuato il mio genere.
‘ Commedia scapestrata di redenzione ‘.
Io ci sto”.
Recentemente, la cittadina di Woodstock (dove si svolsero le riprese di “Ricomincio da capo”) ha proclamato il 2 febbraio, il giorno della marmotta, “Harold Ramis Day”.
Tra i promotori dell’iniziativa, presenti alla cerimonia, ci sono stati Bill Murray e il fratello Brian Doyle.
Bill ha fatto un discorso scanzonato come al suo solito, ma in quegli occhi furbi e in quel sopracciglio alzato, dietro alle sue battute al fulmicotone, c’è sempre un velo di malinconia, quando si parla di Harold Ramis. E lo ammetto: un po’ io ce l’avrò sempre con Bill.
Lui aveva la fortuna di essere praticamente un fratello, per Harold. Di essergli vicino come poche altre persone. E per rabbia, per orgoglio, per risentimento… secondo alcuni, per invidia … ha rinunciato a tutto questo, riuscendo miracolosamente a “recuperarlo” appena in tempo.
Ce l’avrò sempre un po’ con Bill. E credo che anche Bill ce l’avrà sempre un po’ con se stesso.
Ma così va la vita. Devi stare al gioco, direbbe Harold.
Sono passati 39 anni dalla prima apparizione sugli schermi di Ghostbusters nelle sale italiane. Era – è il caso di dirlo – il lontano 31 gennaio 1985.
Abbiamo raccontato la storia di questo film nello speciale numero della nostra fanzine , ma approfittiamo di quest’occasione e per rivisitare, accompagnandovi nuovamente indietro nel tempo, i gloriosi giorni dei natali nostrani del “colossal soprannaturale”.
È giusto innanzitutto precisare che il sistema cinematografico nel nostro paese era piuttosto differente rispetto ad oggi, a cominciare dalla distribuzione dei film nelle sale che non era simultanea in tutte le città, dando in primis priorità alle cosiddette “città capozona”, per l’esattezza dodici e comprensive, fra le altre, di Roma, Bologna, Milano, Torino e Napoli. Su questa dozzina puntavano gli esercenti per il calcolo degli incassi maggiori e quando Ghostbusters debuttò in prima visione, come dicevamo, giovedì 31 gennaio 1985, i risultati furono maggiori alle aspettative. Secondo Il giornale dello spettacolo, solo nei primi 46 giorni di programmazione la pellicola incassò ben 484 milioni di lire, cifre che oggi sono difficilmente comprensibili, ma che all’epoca rappresentavano un chiaro segno di eccezionale riuscita commerciale.
Il film di Ivan Reitman, del resto, fu anticipato in Italia, arrivando all’appetito del grande pubblico, con le notizie che trapelavano dall’oltreoceano, le quali raccontavano di un successomai visto prima d’ora e consentirono ai distributori, oltre a sviluppare una piena fiducia, e di confidare nella riuscita del prodotto nel contesto del mercato europeo. Mentre in alcune nazioni del continente si aspettò l’autunno per l’inserimento ufficiale nel listino delle uscite, da noi, come in Germania, si decise di posticiparne la prima direttamente allo scoccare del nuovo anno. Il motivo di tale scelta ci fu personalmente illustrato dal diretto incaricato, il compianto presidente della C.E.I.A.D. (la filiale italiana della Columbia Pictures) Paolo Ferrari, che in un’intervista rilasciata a Ghostbusters Italia nel 2014 ci disse che si trattò di una tattica di carattere commerciale, presa in vista delle uscite cinematografiche natalizie di fine ’84, già proscenio per ben due sicuri campioni di incassi che avrebbero potuto rovinare la “sorpresa” di Ghostbusters, ossia Non ci resta che piangere, con l’asse Benigni-Troisi, e I due carabinieri, diretto e interpretato da Carlo Verdone in coppia con Enrico Montesano, entrambi prodotti dalla Cecchi Gori, ma al contempo distribuiti dalla stessa CEIAD.
Il gennaio del 1985 risultò quindi mese vincente, per la sua riuscita: anche se “sfidato” da un’altra coppia tricolore, quella di Pozzetto-Celentano con Lui è peggio di me, uscito a febbraio, Ghostbusters registrò una risposta incredibile del pubblico italiano: nelle 12 città capozona incassò quasi sei miliardi di lire, risultò quindi essere il film più visto della stagione, secondo solo a Non ci resta che piangere, con 13 miliardi di lire totali di profitto.
Per gli amanti delle date: Ghostbusters – Acchiappafantasmi (registrato per il Nulla Osta il 29 novembre 1984 con il n. 80254) esce il 31 gennaio a Roma, Bologna, Torino, Napoli; il 1° febbraio ad Ancona e Catania; il 6 gennaio a Cagliari; il 7 febbraio a Milano, Padova, Genova; 8 febbraio, a Firenze; il1 4 febbraio, a Bari.
Presto detto, fu dunque subito Ghostbusters-mania: a fine dicembre del 1984, il 45 giri di Ray Parker Jr., a tutti gli effetti apripista al successo intercontinentale del film,era già entrato nella hit parade italiana dei singoli, per poi salire infine la cima della classifica dei primi cinque più venduti. Gli adesivi del logo “No Ghost” e le magliette promozionali andavano a ruba – letteralmente, secondo quanto ci raccontò sempre Ferrari, tanto da portare gli abusivi, in sentore di guadagno facile, a distribuirne fra le bancarelle una versione ovviamente tarocca. Dopotutto, ai tempi il passaparola per un film poteva diffondersi tra gli spettatori in pochi modi, incluse le voci di un certo fanatismo nelle sale e perfettamente rappresentati da due casi alquanto clamorosi: in un cinema di Milano dovettero intervenire i carabinieri per tenere a bada una fila lunghissima di spettatori scatenati, mentre i gestori della sala “Arlecchino”, sita in quel di Torino, furono costretti a chiudere i battenti per dieci giorni per aver violato le norme di sicurezza vigenti, pizzicati da un ispettore sanitario che aveva scoperto alcuni spettatori, talmente invogliati dal film, arrivati a pagare il costo del biglietto per vederlo interamente in piedi, anziché regolarmente seduti!
Erano rischi giustificati dagli incassi. Pensate che al 24 marzo 1985, a Roma Ghostbusters era in cartellone da 52 giorni senza sosta in quattro sale, alle quali poi se ne aggiunsero altre tre, con 255.000 spettatori raggiunti, mentre a Torino aveva registrato un totale di 76mila presenze: alla fine dei giochi, le città capozona avevano “acchiappato” oltre 1 milione di spettatori al 30 giugno.
Ricordiamo anche che all’uscita di Ghostbusters, i formati di riproduzione home video casalinghi, prima fra tutti la benemerita videocassetta VHS, contava un numero elevatissimo di contraffazioni, con conseguente distribuzione dei film appena usciti nelle sale all’interno del mercato della pirateria. La C.E.I.A.D. fece di tutto per evitare che questo scenario da mercato nero intaccasse oltremodo i prodotti di punta delle sale cinematografiche, tanto da istituire una vigilanza armata negli stabilimenti della Technicolor di Roma, dove si sviluppavano le pellicole destinate ai cinema, pagate 24 ore su 24 per sorvegliare appunto le copie di Ghostbusters, nel tentativo di “costringere” il pubblico a recarsi in sala, immantinente e senza alternative. Purtroppo, per quanto fosse possibile contenere il fenomeno, quando uscì in Italia per la prima volta in VHS, precisamente nel gennaio del 1986, il film registrò anche il triste record fra i titoli più piratati.
Sempre con l’ausilio di qualche data, pensate a quanto siano cambiati i tempi: uscito nel 1985, Ghostbusters andò in onda in televisione solo quattro anni dopo, nel dicembre del 1989 su Canale 5. In quel periodo era anche uscito nelle sale Ghostbusters II, il cartone animato The Real Ghostbusters ci faceva compagnia su Italia 1, fra la merenda e i compiti (…sì, okay, li faccio dopo… giusto?). Cresciuti in quel contesto così vivo, fragorosamente e familiarmente affabile, successivamente a quello scandire ritmico e rapido del tempo, in misura ghostbusteriana, ci siamo trovati in una sorta di limbo silente, nell’attesa che qualcosa, qualche luce potesse far presagire il ritorno sugli schermi dei nostri beniamini. Attendendo per molti anni, abbiamo visto infine il rilancio del brand nel 2016, con un reboot al femminile, e finalmente il tanto agognato seguito ufficiale prender forma, nel 2021. Questo Natale, torneremo dunque in sala per tastare con mano, ancora una volta e con la nota impazienza che ci contraddistingue, quanto acchiappare i fantasmi ci faccia sentire bene e ci renda tutti colleghi ghostbusters.
Infatti, 38 anni dopo siamo sempre qui, a credere in loro.
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso. Utilizziamo sia cookie tecnici sia cookie di parti terze. Puoi conoscere i dettagli consultando la nostra privacy cliccando sul pulsante a lato. Cliccando su accetta, si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.