Un tributo a Harold Ramis, a dieci anni dalla scomparsa

Harold ed Io

Titolo giusto un filo altisonante, lo so. Non me ne vogliate, ma per me non è possibile ricordare Harold Ramis prescindendo dal mio rapporto con la sua figura.

Non aver mai potuto incontrarlo, fosse anche per una fugace stretta di mano come invece potei fare con Bill Murray, è un mio grande rimpianto.

La cosa strana, quella che mi fa anche sentire un po’ in colpa quando si parla di Harold Ramis, è che non avevo mai realizzato quanto a fondo la sua influenza fosse stata importante per la mia vita fino a quel 24 febbraio 2014, quando uno dei miei migliori amici mi mandò un messaggio:

“La notizia della morte di Harold Ramis è tristezza pura”.

Con queste parole ho saputo che se ne era andato.

E in quell’esatto momento ho iniziato a sentire uno strano formicolio tra la bocca dello stomaco e la cassa toracica. Come un mulinello. Rapidamente, quel mulinello è diventato un gorgo, poi una voragine.

E ho pianto.

Non mi vergogno ad ammetterlo.

Ho pianto a lungo, anche nei giorni seguenti, come se ne fosse andato un mio parente stretto. Il che era una cosa singolare, dal momento che, in tutti quegli anni, non è che avessi seguito pedissequamente la vita e la carriera del maestro Ramis. Da fan dei Ghostbusters, sapevo ovviamente che lui era uno degli scrittori di quel capolavoro della commedia, oltre ad aver portato in vita il mio Acchiappafantasmi preferito, Egon Spengler. Avevo visto alcuni suoi film, quasi tutti mi erano piaciuti, alcuni no. La mia era una conoscenza superficiale.

O almeno così credevo.

Perché invece ho scoperto (troppo tardi) quanto il suo modo di intendere l’umorismo, la sua ironia tagliente espressa sempre col più gioviale dei sorrisi, il suo modo di raccontare storie di personaggi che la società etichettava come “perdenti”, ma che per lui erano “ribelli”, avesse indirizzato il mio modo di vedere la vita e l’arte.

Ho passato giorni con gli occhi lucidi a leggere i messaggi di cordoglio e sgomento lasciati da colleghi e amici di tutto lo show business.

Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Seth Rogen, Billy Crystal, Jon Favreau, Zach Braff, Seth McFarlane, Rainn Wilson, Adam Sandler e tanti, tanti altri.

Ho avvertito allora il bisogno di sapere di più su di lui, su quella figura che, silenziosamente, aveva piantato radici così profonde nel mio cuore, e che ora aveva lasciato un vuoto inspiegabile e tremendo.

E così ho scoperto la sua filosofia, la sua mentalità accogliente, sempre curiosa. Lui, ebreo di nascita che aveva scoperto il buddismo, aveva riversato una profondità di pensiero veramente rara anche nelle sue pellicole all’apparenza più scanzonate.

Un passo importante nella mia scoperta di Harold Ramis lo ha determinato l’uscita della biografia “Ghostbuster’s Daughter”, scritta dalla figlia Violet Ramis Stiel e pubblicato in Italia da Sagoma Editore.

Nell’approcciarsi a un personaggio così particolare raccogliendo notizie qua e là, e colmando le lacune con le idee che ci si fa leggendo tra le righe nei suoi lavori, è facile idealizzarlo, crearne un’immagine falsata.

Il libro di Violet mi ha fatto capire di non essermi allontanato troppo dalla realtà. Emerge la figura di un uomo dalla mente lucidissima e le idee molto chiare. Uno spirito alla continua ricerca di qualcosa di nuovo da sperimentare, in fuga costante dall’ortodossia, spesso fino alle estreme conseguenze. Un padre affettuoso, un autentico supereroe per i suoi figli. Un innovatore della comicità. Un amico sensibile e devoto, che ha sofferto orribilmente per la rottura dell’amicizia con Bill Murray, fortunatamente ritrovata pochi mesi prima di morire.

Ho scoperto che il “mio” Harold, quell’omone alto che mi aveva fatto sognare per la prima volta nei panni di Egon, era proprio come lo avevo immaginato. E anzi, era tanto di più.

Il rimpianto di non averlo mai potuto incontrare, a quel punto, si è acuito, ma si è fatto anche più “dolce”. Ho scoperto che quasi tutto quello che ho fatto da allora, più o meno consapevolmente, era dedicato a lui, un mio piccolo “grazie” con la speranza che il mio pensiero potesse raggiungerlo dovunque lui fosse.

Se amate la commedia americana, se credete nella gentilezza, nel poter tagliare il traguardo anche passando per strade inconsuete, magari assurde, fregandovene delle risate che vi arriveranno in faccia o alle spalle, allora anche per voi Harold Ramis ha significato più di quanto immaginiate.

Oggi sono dieci anni dalla sua morte.

O meglio, dal suo abbandono di questo piano di esistenza.

Uno come Harold, però, non si dissolve semplicemente nell’universo come vediamo fare al fantasma di Egon nel meraviglioso finale di “Ghostbusters: Legacy”. Lui ha lasciato dietro di sé tanta arte, tanto pensiero, tanta bellezza. E allora io voglio ricordarlo riportando qui alcuni suoi aforismi, pillole di quell’anima straordinaria che tanto ha significato per me e per molti.

“Se è vero che siamo noi a dare un significato alla nostra vita,

abbiamo l’opportunità di darle un significato ricchissimo

mettendoci al servizio del prossimo”.

“La vita non si cura della tua visione.

Le cose accadono, e tu devi farci i conti.

Devi stare al gioco. È proprio questo il bello”.

“Commedia e tragedia coesistono.

Non puoi avere una senza l’altra.

Sono della scuola di pensiero secondo la quale

qualunque cosa può essere buffa se inquadrata

da un punto di vista comico”.

“C’è un grande adagio rabbinico che raccomanda

di iniziare ogni giorno con un biglietto in ciascuna tasca.

Su uno c’è scritto “Il mondo è stato creato per te, oggi”.

Sull’altro invece c’è scritto “Sei un

granello di polvere in un universo privo di senso”.

Entrambe le cose sono vere,

e a te spetta bilanciarle”.

“Tante persone iniziano relazioni serie pensando

di poter guarire qualcuno col loro amore e la loro premura,

ma di solito non funziona così.

Non fai rinsavire qualcuno amandolo”.

“Cerco un significato in ciò che è buffo,

e cerco ciò che è buffo nelle cose

che hanno un significato per me”.

“I miei personaggi non sono perdenti.

Sono ribelli. Vincono attraverso il loro

rifiuto di giocare secondo le regole

di tutti gli altri”.

“Ho incontrato un tale che diceva di aver

individuato il mio genere.

Commedia scapestrata di redenzione ‘.

Io ci sto”.

Recentemente, la cittadina di Woodstock (dove si svolsero le riprese di “Ricomincio da capo”) ha proclamato il 2 febbraio, il giorno della marmotta, “Harold Ramis Day”.

Tra i promotori dell’iniziativa, presenti alla cerimonia, ci sono stati Bill Murray e il fratello Brian Doyle.

Bill ha fatto un discorso scanzonato come al suo solito, ma in quegli occhi furbi e in quel sopracciglio alzato, dietro alle sue battute al fulmicotone, c’è sempre un velo di malinconia, quando si parla di Harold Ramis. E lo ammetto: un po’ io ce l’avrò sempre con Bill.

Lui aveva la fortuna di essere praticamente un fratello, per Harold. Di essergli vicino come poche altre persone. E per rabbia, per orgoglio, per risentimento… secondo alcuni, per invidia … ha rinunciato a tutto questo, riuscendo miracolosamente a “recuperarlo” appena in tempo.

Ce l’avrò sempre un po’ con Bill. E credo che anche Bill ce l’avrà sempre un po’ con se stesso.

Ma così va la vita. Devi stare al gioco, direbbe Harold.

E lui ha giocato da vero campione.

Ci vediamo dall’altra parte, Harold.

Edoardo Stoppacciaro

Venkman e Zeddemore in una foto dal nuovo Ghostbusters!

Nel prossimo numero di marzo di Empire, come annunciato oggi, ci sarà un articolo imperdibile sul prossimo capitolo di Ghostbusters. E la rivista ha anticipato qualche estratto e una foto esclusiva con Bill Murray e Ernie Hudson nelle vesti di ghostbusters. Questo il testo:

Per un’intera generazione di spettatori cinematografici, un certo gruppo di disinfestatori paranormali ha fatto sì che da grandi volessero diventare una cosa sola: un acchiappafantasmi. La combinazione tra il Peter Venkman di Bill Murray, il Ray Stantz di Dan Aykroyd, il Winston Zeddemore di Ernie Hudson e l’Egon Spengler del compianto Harold Ramis ha dato vita a una formazione leggendaria, divertente e cool in egual misura. Insieme hanno ispirato l’immaginazione di tutto il mondo e ora la squadra originale ritorna per il prossimo sequel Ghostbusters: Frozen Empire (senza Ramis, la cui eredità è una parte centrale del film Ghostbusters: Afterlife), tornando a New York City e lavorando al fianco di una nuova generazione di acchiappafantasmi. Portate la melma.

Come anticipato alla fine di Afterlife, Winston è fondamentale per il ritorno della squadra nel sequel, in quanto responsabile della riapertura della caserma dei pompieri di New York. “Winston è un uomo ricco e sta finanziando la ricerca di nuove tecnologie e della scienza che sta dietro al ghostbusting”, ha dichiarato Hudson a Empire nel nostro numero in esclusiva mondiale. Tuttavia, non rimarrà dietro le quinte. “Quando il mondo è minacciato… e chi chiamerai? Indosserà l’uniforme con gli altri”.

Altrettanto desideroso di uscire per le strade della città è il Ray Stantz di Aykroyd. Non che il suo benefattore sia d’accordo. “Ray è stato mandato in pensione!”, spiega Aykroyd. “Ha problemi di forma fisica, problemi di assicurazione – Winston è ora il responsabile del tiro e decide che Ray dovrebbe allontanarsi dalla prima linea di lotta contro i fantasmi e limitarsi a fare il consulente”. A Ray questo non piace. Gozer se n’è andato, ma c’è una minaccia altrettanto terribile che emerge dal Queens, attraverso la Valle dell’Indo, e Ray vuole essere là fuori, alla guida della Cadillac”. E non c’era alcuna possibilità che Bill Murray si perdesse il divertimento. “Bill ha sempre esitato [a tornare in Ghostbusters], e per una buona ragione: il suo livello di grandezza è molto alto”, ammette Jason Reitman, che ha diretto Afterlife e produce e co-scrive Frozen Empire con il suo regista Gil Kenan. “Ma lui ama Gil e ha un passato con lui [in City Of Ember del 2008], quindi non c’era dubbio che sarebbe stato qui [per Frozen Empire]”.

Per riunire i leggendari Acchiappafantasmi per un’altra avventura a New York, Kenan voleva essere all’altezza dell’eredità dell’unico e solo Ivan Reitman, il padre di Jason, che ha diretto i due film originali di Ghostbusters. Non c’era giorno in cui non mi chiedessi: “Come si sarebbe comportato Ivan?”, dice Kenan. “Volevo lo stesso approccio al personaggio, alla commedia e alle paure che aveva nei primi due Ghostbusters. Questo si sente più legato a quei film di quanto non lo fosse Afterlife“. Preparatevi: è tempo di incrociare i flussi.

La copia lavoro di Ghostbusters proiettata per la prima volta!

Il prossimo 30 luglio ci sarà una serata memorabile per i fan di Ghostbusters in onore del grande Ivan Reitman: al cinema Alamo Drafthouse di Manhattan, ribattezzato “Ivan Reitman Cinema” nel 2021, sarà proiettato per la prima volta assoluta la copia lavoro del film diretto da Reitman nel 1984. La serata sarà presentata dal figlio Jason, e al momento si è già registrato il tutto esaurito. La scheda di presentazione così recita:

“Unisciti a noi all’Ivan Reitman Theater per la prima proiezione pubblica di GHOSTBUSTERS: The Preview Cut, presentata dal figlio del regista Ivan Reitman, Jason.

Scoperta su una cassetta durante le ricerche per GHOSTBUSTERS: AFTERLIFE, la “Preview Cut” di GHOSTBUSTERS (1984) è tratta da una prima copia del film. Presenta riprese alternative, effetti e colonna sonora incompleti (o mancanti) e circa nove minuti di scene che non sono state inserite nel montaggio finale. Il montaggio non è mai stato trasmesso in streaming online e solo brevemente è stato reso disponibile come parte di un cofanetto”.

Jason e Ivan Reitman, Alamo Drafthouse, 15 novembre 2021

Questa copia lavoro è stata infatti inserita come extra nell’ultima edizione home video della saga, recensita nel marzo 2022 da Andrea Persica, e rappresenta una delle rarità più interessanti della lavorazione del primo Ghostbusters. Montata nel febbraio del 1984 da Sheldon Kahn per essere proiettata come preview di prova ad un pubblico di addetti ai lavori, suscitò abbastanza reazioni positive per far capire alla produzione che stavano andando nella direzione giusta: tuttavia, Reitman snellì il ritmo cancellando alcune battute e diverse scene, rimontò altre e usò altre inquadrature per altre sequenze da montare. Senza musica e quasi nessun effetto speciale, vedere la preview cut è come vedere Ghostbusters per la prima volta, rivelando l’affascinante progresso di realizzazione di un film, dal copione al montaggio finale.

Questo sarà il primo evento pubblico sul franchise da quando il sequel di Afterlife ha terminato le riprese lo scorso 23 giugno, e probabilmente Reitman figlio anticiperà qualcosa su quando effettivamente uscirà, vista la situazione complicata a Hollywood per lo sciopero in corso di attori e sceneggiatori che potrebbe farlo slittare al prossimo anno.

Aggiornamento: Jason Reitman presenterà la preview cut a Londra il prossimo 20 agosto. Maggiori info qui.

Ghostbusters Italia per l’Heroes International Film Festival!

Un grande avvenimento si è registrato ieri alla seconda edizione del Heroes International Film Festival presso la Casa del Cinema di Roma: Ghostbusters Italia è stata presentata al pubblico fra le associazioni più attive dedicate alla cultura cinematografica, e con l’occasione è stato proiettato un documentario fondamentale sulle nostre attività presentato e realizzato dall’attore, doppiatore e nostro socio Edoardo Stoppacciaro. Il nostro Presidente GbMax ha ribadito come GbItalia sia presente in molti aspetti nella diffusione del brand di Ghostbusters: nelle fiere, come costuming e intrattenimento, nelle iniziative culturali, come la pubblicazione di una fanzine, il supporto alle case editrici per le edizioni italiane di libri dedicati all’argomento, ai sottotitoli di documentari o ai dialoghi di film come è successo con Ghostbusters: Legacy, o di beneficenza, con le emozionanti visite agli ospedali pediatrici per regalare un sorriso ai loro piccoli ospiti, e il divertimento e l’impegno di realizzare noi per primi dei fan film e di dare il supporto agli altri aspiranti cineasti che vogliono realizzarli. Il documentario di Edoardo è visibile qui sotto, come testimonianza del nostro impegno costante, necessario al fine di ricordare che Ghostbusters Italia, come associazione culturale, ha lo scopo di riunire tutti i supporter del brand nato dalle menti di Dan Aykroyd e Harold Ramis, di divertire, di coinvolgere e stimolare gli associati e il pubblico interessato al nostro universo. E’ proprio il caso di dirlo, non ci si annoia mai! Il gioco di squadra è fondamentale e sì… lo ammettiamo: acchiappare ci fa sentire bene.

Buona visione!

Andrea Ciaffaroni

Un anno fa arrivò “Ghostbusters: Legacy” nelle sale!

E’ passato esattamente un anno da quel 18 novembre 2021 che portò nelle sale italiane il terzo film di Ghostbusters, a 32 anni d’attesa da Ghostbusters II (1989) e 37 dal primo immortale Ghostbusters (1984). Diretto da Jason Reitman, Ghostbusters: Afterlife (ma in Italia ed altri paesi europei diventato Legacy), e scritto da lui con Gil Kenan, è stato un film di successo di pubblico inaspettato, tanto che la Sony Pictures ha annunciato che il quarto film diventerà presto realtà ed uscirà nelle sale il prossimo 20 dicembre 2023. Uscito il successivo giorno anche negli Stati Uniti, il film ha incassato 204 milioni di dollari nel mondo e venduto, solo in Nord America, più di 864mila fra DVD e Blu-Ray per un introito di altri 17 milioni. Prodotto dal compianto Ivan Reitman assieme a Dan Aykroyd, è stato ben accolto anche dai fan, che ormai hanno nel cuore i personaggi di questo film per le prossime generazioni di acchiappafantasmi: così quello che hanno seminato Egon Spengler, Ray Stantz, Peter Venkman e Winston Zeddemore, è stato raccolto da Phoebe, Podcast, Trevor, Lucky, affiancati dagli adulti Callie e Gary (sì, è davvero il suo nome). Ormai, sappiamo chi chiamare. Come ha spiegato Reitman figlio, il prossimo film porterà la famiglia Spengler a New York: eliminato Gozer, quali problemi dell’occulto dovranno affrontare questa volta non ci è dato ancora da sapere, ma lucidate gli stivali, torneremo presto in servizio!

Il film è disponibile in home video – il prossimo 7 dicembre uscirà una nuova edizione da collezione che comprende l’UHD – e in streaming (Primevideo, Now TV Italy, YouTube, Google Play, Apple TV, Tim Vision), mentre lo score musicale di Rob Simonsen è disponibile su CD e in edizione limitata in Vinile . Infine, è uscito anche il libro del backstage del film, ordinabile qui.

Ghostbusters Italia è stata protagonista della promozione di questo film nel nostro paese. A bordo della mitica Ecto-1, replicata dal nostro amico francese Eric, siamo stati alle anteprime europee svoltasi a Lucca e a Roma, mentre fra le varie trovate pubblicitarie non possiamo dimenticare che l’auto è stata….rubata da Fabio Rovazzi e poi ritrovata, la squadra del Milan l’ha usata per una missione da compiere, e l’associazione si è resa disponibile per la consulenza alla edizione italiana del film: Edoardo Stoppacciaro, attore, doppiatore e nostro socio, è stata l’ombra di Fabrizio Pucci, direttore di doppiaggio, per aiutarlo nei dialoghi assieme al socio Valerio Albasini Di Giorgio, e ha prestato la sua voce a due personaggi, uno di questi presente nell’ultima scena post-credit (se avete l’orecchio allenato, lo riconoscerete!).

Per voi, ecco una pioggia di video per ricordare cosa successe un anno fa, in onore di questo film!

Le scene eliminate di “Ghostbusters: Afterlife”

Il libro ufficiale delle ricette di Ghostbusters, recentemente uscito nelle librerie, ha rilevato non solo quanti manicaretti potremmo cucinare con… la melma, ma anche una galleria fotografica interessante del film zeppa di inquadrature alternative e scene eliminate. Questo ha confermato la presenza di alcune delle sequenze descritte sia dal regista Jason Reitman che dal cast principale. Le abbiamo raccolte in un nostro dossier, risultato di un puntuale confronto di tutte le fonti che nel tempo ci hanno rivelato frammenti di queste scene grazie al confronto con tutti i trailer, con il libro Ghostbusters Afterlife: The Art and Making of the Movie, il backstage della seconda unità, il suddetto libro delle ricette, un articolo di Spook Central e di Ghostbusters Wiki.

Attenzione: questo elenco è da considerarsi temporaneo, nuove fonti potrebbero essere rivelate più avanti e inoltre ad oggi non è mai stata resa disponibile alcuna copia dello script di Gil Kenan e Jason Reitman. Quando questo avverrà, potremo finalmente avere un’idea di tutte le scene tagliate dal film.

Prima di tutto, lo stesso Jason ha dichiarato che non è da lui realizzare un director’s cut dei suoi film, non a caso nelle edizioni home video di Afterlife c’è una sola sequenza eliminata, ma è stato confermato che il primo cut durava 2 ore e 56 minuti inclusi i crediti finali: quindi circa un’ora di montaggio è saltata via. Molto spesso si dimentica che quando si realizza un film uno dei punti fondamentali è la struttura e il ritmo, e se occorre tagliare qualcosa il regista, d’accordo con il montatore, sa cosa sacrificare. La differenza fra director’s cut e una versione integrale è ugualmente confusa dai fan: non per forza la versione desiderata dal regista deve essere anche la più lunga. E quella più lunga, desiderata dai fan più esigenti, non sempre è la migliore, è più una curiosità feticista.

Quello che andremo a descrivere nel dettaglio è ovviamente un elenco altamente “Spoiler”: rimandate la lettura se non avete ancora visto il film.

Nota: alcune cose non sono riconducili a delle scene precise. Per esempio, durante la post-produzione agli inizi del 2020, era uscita la notizia che la Menahan Street Band aveva realizzato una cover “anni ‘60” della canzone del 1984 di Ray Parker Jr., da utilizzare per una scena durante la quale i ragazzi trovavano fra le varie cose del nonno Egon un disco 45 giri. Questa versione vintage non è stata più utilizzata. Altri cambiamenti sono stati fatti per semplificare il background di Callie, originariamente più dettagliato, e la scena della stanza piena di oggetti (alcune foto rivelano una targa della Ecto-1/A, da Ghostbusters 2, poggiata su uno scaffale), montata con meno riferimenti alla vecchia saga. Tutte le altre sono invece facilmente elencabili in ordine cronologico.

La scena eliminata di Janine

L’unico taglio inserito come extra in home-video vede Janine consegnare a Callie le ceneri di suo padre in una scatola. Mentre i ragazzi stanno curiosando fra le varie cose del loro nonno, Janine trova una moneta e la nasconde nella tasca: nella scena post-credit, apprendiamo che si tratta della moneta commemorativa dell’Esposizione Universale tenuta a Flushing Meadow nel 1964 che Janine regalò a Egon come portafortuna, sequenza eliminata dal primo Ghostbusters e inserita in coda ad Afterlife.

 

La morte di Egon

All’inizio del film, vediamo il terror dog inseguire Egon in fuga con il suo furgone. Come si evince dagli story board visibili nel libro The Art and Making of the Movie, dopo essersi ribaltato con il furgone Egon si appresta a chiudere la trappola mentre il braccio di Vinz Clortho si allunga all’esterno. Secondo una intervista alla montatrice del film Dana Glauberman, l’attacco di Zuul a Egon seduto sulla poltrona era molto più violento.

Lo sfratto

Nel primo trailer, il dettaglio della notifica di sfratto era più dettagliato, e indicava Chicago come città di origine della famiglia di Callie. Nella inquadratura successiva, c’era un dettaglio di Callie e Trevor che uscivano dall’appartamento con i loro bagagli.

La torre idrica

Fra il primo e il secondo trailer, l’inquadratura cambia e sulla torre idrica viene inserito digitalmente il nome della città di Summerville.

“Proprio niente non direi”

Nel secondo trailer, quando Callie chiede a Janine, “Non ci ha lasciato niente, eh?”, quest’ultima risponde “Be’, proprio niente non direi”. Nel film lei dice, “Non è esattamente così, di debiti ne ha lasciati tanti”.

Phoebe derisa dai compagni

Nel secondo trailer, vediamo un compagno di classe far esplodere una confezione di Doritos addosso a Phoebe. Questa scena è da inserirsi all’inizio del suo arrivo in classe, non ben accolto da quanto si intuisce da questo scherzo. In una foto dal Cookbook, un pezzo di Doritos è visibile fra i capelli di Phoebe in un ciak scartato dell’incontro fra lei e Podcast.

Callie incontra lo sceriffo

Nel backstage inserito in home video, vediamo Callie uscire dal ferramenta e incontrare lo sceriffo Domingo. E’ probabile che sul cruscotto abbia messo una multa.

La mappa antica di Summerville

Nel primo trailer, c’è un dettaglio della mappa di Summerville recuperata da Gary.

“L’unica che ha il motore”

Nel secodo trailer, Phoebe vede Trevor lavorare alla Ecto-1, e gli chiede, “Hai scelto la station-wagon?”, “E’ l’unica che ha il motore”, le risponde. Questo scambio è stato eliminato al montaggio.

Phoebe scende le scale / trova la trappola

Nel Cookbook, c’è una fotografia di Phoebe che scende le scale mentre indaga cosa sta alimentando il PKE, e un’altra dove trova la trappola. Inquadrature scartate.

Podcast prova ad aprire la trappola

Nel backstage inserito in home video, c’è una battuta tagliata di Phoebe che commenta i vani tentativi di Podcast nell’aprile la trappola per fantasmi: “Un righello di legno contro una scatola di metallo. Mi chiedo chi vincerà”.

“Un film negli anni ‘90”

Dopo la lezione, Gary per spiegare a Phoebe e Podcast cosa successe a Manhattan negli anni ’80, mostra loro un video di Youtube con l’arrivo dei Ghostbusters a Central Park West. Dice loro che su questi eventi ne fecero un film negli anni ’90, al che Podcast gli ribatte, “Ho bisogno di vedere questo film!”. Questo scambio di battute è visibile nel backstage della seconda unità, mentre la frase finale di Podcast è stata inserita in uno dei vari spot del film su Facebook. Sempre su questa scena, nel cookbook c’è una inquadratura diversa della reazione dei due ragazzini.

Il mastro di chiavi scappa dalla trappola

Nel primo trailer c’è una inquadratura dall’alto di Vinz Clortho che scappa fra i bus subito dopo l’apertura della trappola.

Trevor raggiunge Lucky

In una intervista online, Finn Wolfhard conferma che una scena complicata da girare, poi scartata, è stata quella di Trevor che viene invitato da Lucky ad aggregarsi a lei per un giro in montagna, perché Reitman aveva girato tutta una sequenza di Trevor che salta dalla finestra della cella frigorifera per raggiungere la macchina degli amici di Lucky in corsa.

Phoebe al tavolo di lavoro

Nel Cookbook c’è una foto di una inquadratura scartata di Phoebe seduta al tavolo di lavoro mentre sistema il proton pack.

Phoebe prova il proton pack, e mangia i popcorn

Una sequenza di Phoebe che esce dal laboratorio dalla porta secondaria, prova il proton pack sparando sul fieno, creando una pioggia di popcorn, è stata girata e scartata, ma è visibile a frammenti in più fonti (il backstage del film, il Cookbook, e Art and Making of the Movie Book). Chi ha visto il film ricorderà Phoebe che mangia i popcorn mentre vede su Youtube lo spot dei ghostbusters: ora sappiamo da dove li aveva trovati. In un’intervista, McKenna Grace ha affermato che quella è stata una delle scene più difficili da girare, per il peso dello zaino e l’invadenza degli insetti nel luogo delle riprese!

Alla Fonderia

Nel libro The Art and Making of The Movie book, c’è una inquadratura tagliata di Phoebe che trascina il carrello rosso con sopra il proton pack mentre cammina con Podcast verso la fonderia.

L’esuberanza di Podcast

Nel backstage della seconda unità, sentiamo uno scambio di battute fra Podcast e Phoebe che è stato tagliato. Subito dopo la fuga del fantasma Muncher, Podcast urla di gioia “Sì!”, e pone la sua mano per battere il cinque a Phoebe, ma lei lo rimprovera dicendogli, “Ti avevo detto di intrappolarlo”, e lui le risponde, “Va bene, lo prenderemo la prossima volta, ok? Ok!”. Alla fine di questa sequenza, Podcast le ribadisce, “Se mi diverto, ci divertiamo”.

Gary e Callie a cena

Nel Cookbook, c’è una inquadratura alternativa della cena di Gary e Callie. Nella foto si nota qualcuno a sinistra inginocchiato, probabilmente uno della troupe. O un guardone.

“Amo quest’auto!”

Nel terzo trailer, conosciuto come quello internazionale, c’è una battuta differente della reazione di Podcast quando attiva per errore il meccanismo del sedile: “Amo quest’auto!”. Nel film dice, “Un sedile da mitragliere?”.

Muncher smerda la cameriera

Nel backstage della seconda unità, vediamo la preparazione per una sequenza poi tagliata di Muncher che passa attraverso una cameriera del ristorante dove si trovano Callie e Gary, riempiendola di melma. L’ha, insomma, smerdata…

Phoebe con il PKE

Nel secondo trailer c’è una fugace inquadratura di Phoebe che salda un pezzo del PKE, poi scartata.

“Ehi budd…”

Fra il trailer internazionale e il film montato, la reazione di Gary alla vista del terror dog nel supermercato è leggermente differente. Nel primo caso, dice “Ehi budd…” (buddy, cioè amichetto), nel film invece riesce a dire “Ehi”, per poi darsela a gambe. E a proposito di questa scena, l’attore Oliver Cooper, nei panni della sicurezza del supermercato, è stato tolto al montaggio. Cooper ha affermato che il suo ruolo era divertente, e che impiegò quattro giorni per girare le sue scene.

Lucky al ristorante

Nel Cookbook, c’è una fotografia della scena dei quattro ragazzi che discutono al tavolo della caffetteria: si nota come Lucky sia seduta accanto alla finestra a fianco di Podcast, anziché a Trevor come si vede nel film.

Attorno al modellino della fattoria

Logan Kim ha affermato di aver girato più battute del suo personaggio Podcast in questa scena, ma per un problema alla voce che era diventata più bassa del solito, hanno preferito scartarle (prima che lo possiate pensare, non sempre gli americani risolvono con il doppiaggio come facciamo noi in Italia, ma è più probabile che Reitman abbia deciso di accorciarle per motivi di ritmo).

Callie con il PKE

Esiste una fotografia delle riprese di Callie che cammina fuori la casa mentre cerca il laboratorio di suo padre Egon, foto presente nel Cookbook ma non nella edizione finale del libro.

I Mini Puft attaccano il ferramenta

Dal primo trailer, dalle foto di scena e dal backstage della seconda unità, apprendiamo che l’invasione dei fantasmi colpiva anche il ferramenta. Nel trailer vediamo infatti il titolare aggirarsi con una pala per la neve, preoccupato da qualcosa che ha visto o sentito: nelle fotografie pubblicate anche da Jason, si scopre che sono i Mini Puft a invadere il negozio e diventare, nella loro follia, ancor più pericolosi. In una e-mail fra Paul di Spook Central e Eric, capoufficio della Ghost Corps, si legge che ad un certo punto i Puft prendevano possesso della spara chiodi. Il resto potete immaginarlo da soli.

“Sei tu il Guardia di Porta?”

Queste due fotografie testimoniamo che Paul Rudd, posseduto come Mastro di Chiavi, chiedeva agli animali chi di loro fosse il Guardia di Porta. La fonte è la diretta parrucchiera che lavorò al film, nel suo sito ufficiale.

L’ultima di Phoebe

Nathan “Nate” Orloff, secondo montatore del film, ha affermato che McKenna Grace aveva molte più battute da dire a Gozer: al montaggio scelsero le migliori dopo averla sentita raccontate parecchie barzellette, come se fossero ad un qualsiasi Comedy Club…

Ray contro Gozer

Stimolato da Reitman, a quanto pare Dan Aykroyd fu libero di improvvisare durante il dialogo con Gozer, e per farlo sentire in minoranza se ne uscì dicendo, “Gli hawaiani hanno un dio migliore di te, Pele potrebbe prenderti a calci nel culo!” (Pele è la dea del fuoco).

Janine alla fattoria

Nella scena finale della battaglia, alcune inquadrature del backstage inserito in home video rivelano che Janine era presente mentre il fantasma di Egon incontra la sua famiglia e i suoi colleghi.

Podcast contro i mini Puft

Una fotografia presente nel Cookbook, e una dichiarazione di Logan, testimoniano che fu girato molto più materiale di Podcast alle prese con i mini puft dentro la Ecto-1. Logan ricorda che girò gridando “AH!!” e combattendo con il PKE per 45 minuti di fila!

Podcast assieme agli acchiappafantasmi

Due fotografie confermano che Podcast era accanto ai vecchi ghostbusters mentre osservano il fantasma di Egon dissolversi per sempre.

A casa di Dana e Peter

La prima scena post credit del film vede Peter e Dana provare la macchina per lo shock elettrico. In verità, questa sequenza era in origine girata con molte più scene e per un contesto diverso. Poiché in un backstage si vede Janine presente su quel set, secondo Spook Central si ritiene che fosse lì per arruolare Peter (e poi successivamente Winston) per aiutare la famiglia Spengler a Summerville. C’è poi un’altra inquadratura che ritrae una fotografia ricordo dei quattro acchiappafantasmi davanti la caserma (in verità, una foto di backstage degli attori risalente al novembre del 1983), e Eric della Ghostcorps ha confermato che era inserita in questa scena (la location lo conferma). Scartando questa scena, Reitman ha deciso di inserirla come post-credit, girando praticamente due anni dopo (nell’agosto 2021) la scena di Winston che ritorna alla caserma dei pompieri con la Ecto-1.

L’ufficio di Winston

L’ipotesi dell’arruolamento di Janine è abbastanza attendibile, poiché in questa foto tratta dal Cookbook si può vedere la scatola con le ceneri di Egon poggiata sul tavolo di Winston. Questo indica che Janine avrebbe recuperato i resti di Egon nella scena sopra descritta, e quindi collocherebbe questo dettaglio nell’ufficio di Winston prima della battaglia finale e non dopo, come invece è stato montato nel film.

Potrebbero esserci sorprese di qualche recupero interessante in vista del quarantennale della saga, previsto per il 2024, o il casuale recupero del copione, nel frattempo non possiamo che consigliarvi di tenervi caldi i film di Ghostbusters in attesa di novità future.

Andrea Ciaffaroni

Dan Aykroyd compie oggi 70 anni!

Oggi è un giorno di festa perché Dan Aykroyd compie 70 anni. Tutti noi “ghost-head” siamo grati al suo genio e alla sua intuizione di creare una “ditta” di disinfestazione del paranormale, ma come attore e autore Dan ha alle spalle una vita leggendaria che è andata oltre ai Ghostbusters. Ma voi lo sapete che carriera ha avuto?

Certo, dopo “Ghostbusters” la sua non è più stata a quei livelli, ma scavando bene ci sono molti titolti “cult”, minori forse, ma che portiamo sempre nel nostro cuore. Impossibile qui stilare una biografia dettagliata – ci vorrebbe un sito a sé! – ma qualcosina per darvi un’idea vogliamo riportarla.

Dan è canadese, nato nella capitale Ottawa, il 1° luglio 1952, e ha, da parte del nonno materno franco-canadese, origini inglesi, irlandesi, scozzesi e tedesche. Il padre Peter, oltre ad essere stato consigliere del Primo Ministro in carica negli anni ’70 e ’80, era un appassionato di investigazioni del paranormale, tanto da pubblicare il libro “The History of Ghosts”, nel 2009. Come scrisse Dan nella prefazione, suo padre da bambino aveva assistito a diverse sedute spiritiche e scritto libri sull’argomento, volumi letti avidamente da Dan e suo fratello Peter. Ma la aspirazione più forte del giovane Dan era quella artistica.

Oltre alla passione per la musica, Dan debuttò giovanissimo nella televisione canadese sfruttando la sua abilità nella dizione come speaker (ruolo che gli fece conoscere, alla fine degli anni Sessanta, uno dei responsabili dei programmi, di nome Ivan Reitman) e come attore in uno show condotto, fra gli altri, da Lorne Michaels, “The Hart and Lorne Terrific Hour” (CBS, 1970-71).

La sua prima svolta professionale accadde qualche anno dopo nel teatro più importante per studiare recitazione e improvvisazione, “The Second City”, fondata a Chicago ma che debuttava nella nuova sede a Toronto nel 1973, anno del diploma di Dan. Suoi compagni di “banco” erano, per dire, John Candy, Eugene Levy, Joe Flaherty, Brian Doyle-Murray (fratello di Bill), Gilda Radner, Catherine O’Hara. Fra il 1973 e il 1974 le sede di Chicago e di Toronto mescolarono gli allievi come formazione in differenti palcoscenici, e fu così che Dan conobbe Bill Murray, allievo del’ 74, e un “veterano” come Harold Ramis, diplomatosi nel 1969. L’incontro più importante accadde però alla fine del 1973, quando John Belushi, allievo del 1971, si presentò nel locale blues che gestiva Dan, il “505 Club”, per proporgli di far parte di un programma radio che John stava prendendo in gestione per conto del “National Lampoon”. Dan rifiutò ma fece amicizia con Belushi, trovando alcune passioni in comune fra cui la musica blues.

I due si rincontreranno nel 1975, quando Lorne Michaels li scritturò per il nuovo programma della NBC del sabato sera: il “Saturday Night Live”. Il gruppo si autoproclamò “The Not Ready for Prime Time Players” (gli attori non pronti per la prima serata) ed era formato da Aykroyd, Belushi, Chevy Chase, Jane Curtin, Garrett Morris, Laraine Newman, Gilda Radner, Michael O’ Donoghue.

Il successo fu straordinario (e nel 1977 Bill Murray subentrò a Chevy Chase). La vera boccata fresca in una tv all’epoca ingessata era fatta di parodie televisive e umorismo irriverente, con Aykroyd scatenato nei panni di Jimmy Carter, Richard Nixon, Rod Sterling, per non parlare della famiglia “Coneheads” o la coppia formata con Steve Martin dei due fratelli emigrati in America, i Yortuk Festrunk, che si autodefinivano “i tizi pazzi e selvaggi” da Bratislava, oppure Fred Garvin, il prostituto.

Spesso gli autori, il cui staff era spesso composto anche dagli stessi attori incluso Dan, spingevano le bizzarrie quando sapevano quanto fosse eccentrico Aykroyd. Un celebre sketch parodia dei programmi di cucina vedeva Dan nei panni femminili di una donna che si tagliava una mano e continuava imperterrita a spiegare come comportarsi nonostante perdesse grosse quantità di sangue. Poiché ogni ospite previsto faceva sia il conduttore che interprete di quasi tutti gli sketch, molti di loro notarono la capacità di scrittura di Dan. Uno su tutti Eric Idle del gruppo Monty Python, che dichiarò che l’unico del SNL capace di essere un Python fosse proprio Dan.

Ovviamente Aykroyd recitava spesso con John Belushi. La loro passione per il blues diventò persino una scusa per essere ospiti musicali come i “Blues Brothers”, prima in un numero finale nel 1976, vestiti da api, poi in due puntate, nel loro storico abito scuro nel 1978. Il successo che Belushi aveva ottenuto nel cinema con “Animal House” quell’anno trascinò anche Dan che, visti gli impegni aumentare sul set, decise con il suo partner di lasciare il SNL nel ’79.

Poi be’, il resto è storia. Belushi e Aykroyd rendono i fratelli Blues una realtà, nascono i dischi, i tour con la banda, un film capolavoro di John Landis del 1980, arrivano alle hit parade. Purtroppo Belushi finì vittima del suo successo e per una serie di complicazioni con il proprio lavoro, andò in depressione rifugiandosi nelle droghe. Quando morì nel 1982, Dan aveva sulla sua scrivania alcuni progetti da fare col suo miglior amico. “Ghostbusters” fra questi, com’è noto, ma anche “Spie come noi”, “I Tre caballeros” ecc. In quel momento, oltre al dolore Dan doveva affrontare una carriera in solitaria. L’ultimo film con John, “I vicini di casa” (1981) e il suo primo film da protagonista, “Doctor Detroit” (1983) non andarono bene al botteghino. In salvezza vennero John Landis con “Una poltrona per due” (1983), in coppia con Eddie Murphy, e Ivan Reitman, che accolse la sua idea degli acchiappafantasmi e la presentò senza troppe difficoltà alla Columbia Pictures: affiancandosi a Harold Ramis e Bill Murray, Dan girò la commedia di maggior successo dell’epoca.

Dopo “Ghostbusters” la sua carriera ebbe un calo, o meglio la sua stella si affievolì con ruoli secondari o in film non proprio riusciti, ma la lezione di Aykroyd è sempre la stessa: è una leggenda vivente, eppure non ha mai cercato di essere una star. Lavora sodo, senza lamentarsi, sarà perché è canadese e il pazzo che salta da un taxi in corsa è un pazzo lontano (l’aneddoto, reale, lo ha raccontato Steve Martin), di certo Dan Aykroyd è un attore che preferisce partecipare, senza protagonismi.

Interpreta un sacco di commedie bizzarre, da “Spie come noi” (1985), con Chevy Chase, “La retata” (1987) con Tom Hanks, “Lo strizzacervelli” (1988), con Walter Matthau, “Non è stata una vacanza…è stata una guerra” (1988), con John Candy, “Ho sposato un’aliena” (1988) con Kim Basinger, rinnova il gruppo di Reitman con “Ghostbusters II” (1989), riesce finalmente ad avere una parte che gli fa dimostrare di essere un buon attore tanto da ricevere una nomination all’Oscar per “A spasso con Daisy” (1990), è in coppia con Gene Hackman in “Poliziotti a due zampe” (1990), sbanda paurosamente con la regia del film “Nient’altro che guai” (1991), ha due bei ruoli in due film di serie A, nei panni di Mack Sennett nel film “Charlot” (1992) e a fianco di Robert Redford nel cult “I signori della truffa” (1992). Dalla metà degli anni Novanta limita le sue apparizioni, a parte “Teste di cono”, ispirato al famoso sketch del SNL, che però è un fallimento al botteghino: appare in “Operazione Canadian Bacon” (1995), primo film di fiction di Michael Moore, e in un cult comico come “Tommy Boy” (1995), con la coppia Chris Farley e David Spade. Divide lo schermo con Steve Martin nel divertente “Sergente Bilko” (1996) e con Damon Wayans e Daniel Stern nel film “Celtric Pride – rapimento per sport” (1996), ma riesce a dare il meglio di sé in due apparizioni esilaranti, in “L’ultimo contratto (1997) e in “Due mariti per un matrimonio” (1996), ruoli degni della sua inquietante follia. La sua carriera subisce un brutto colpo con il flop del seguito dei fratelli Blues, “Blues Brothers 2000” (1998), sempre diretto da Landis. Qui e là continuerà a lavorare, a volte con soddisfazioni personali notevoli, citiamo Woody Allen che lo vuole nel film “La maledizione dello scorpione di giada” (2001), ricevendo anche complimenti dallo stesso Allen, o in alcune commedie natalizie fra le più riuscite, come “Fuga dal Natale” (2004), dove è con la coppia Tim Allen/Jamie Lee Curtis.

Oltre ad alcune apparizioni degne di nota, come a fianco del suo amico Jim Belushi nel suo “La vita secondo Jim”, o nel bellissimo film per la televisione “Dietro i candelabri” (2013), a fianco di Michael Douglas e Matt Damon, oggi com’è noto Dan è diventato un uomo d’affari. Nel 1992 è co-fondatore assieme alla Hard Rock della catena di locali “House of Blues” (sua socia è Judith Belushi Pisano, vedova di John), e nel 2007 con John Alexander fonda la Crystal Head Vodka, una linea di vodka imbottigliata in speciali teschi di cristallo. E’ anche un noto filantropo: ma voi lo sapete che canta anche nella canzone “We Are the World”? Incisa nel 1985, fu scritta da Michael Jackson e Lionel Richie per raccogliere fondi per l’Africa. E nel videoclip Aykroyd è lì nel coro, come sempre ha fatto.

Noi di Ghostbusters Italia lo abbiamo conosciuto nel 2013, durante un tour organizzato per la promozione della sua Vodka. Toccò Novara, Milano e Roma in pochi giorni, lasciando il segno e la sua simpatia nei nostri confronti con memorabili momenti. A Milano indossò uno dei nostri zaini protonici mentre a Roma conobbe Sergio Di Giulio, uno degli attori che gli diede la voce soprattutto quando è nei panni di Ray Stantz, l’entusiasta degli acchiappafantasmi.

Lo aspettiamo alle prossime occasioni, ora che il mondo Ghostbusters è ripartito più che mai.

Auguri Dan, auguri leggenda.

Andrea Ciaffaroni

“Ghostbusters Afterlife” nella short list per l’Oscar 2022!

Ieri l’Academy of Motion Pictures Arts and Sciences ha annunciato i candidati per la short list per le prime 10 categorie degli Oscar 2022, e sorpresa c’è anche Ghostbusters Afterlife! Come visualizzabile nella storia che la pagina Instagram dell’Academy ha pubblicato ieri, il film di Jason Reitman potrebbe essere candidato nella categoria dei Migliori Effetti Visivi. Curiosamente, nel 1985 anche il primo Ghostbusters fu candidato nella stessa categoria – assieme a quella della migliore canzone, con il famoso pezzo di Ray Parker Jr. – senza vincere.

La votazione per le candidature agli Oscar inizierà giovedì 27 gennaio 2022 e terminerà martedì 1° febbraio. Le nomination agli Academy Awards saranno annunciate martedì 8 febbraio, mentre la cerimonia di premiazione si terrà domenica 27 marzo. Non possiamo che augurarci che il film riceva la nomination e magari la prima statuetta meritata alla nostra saga preferita!

E a proposito di Oscar, sapevate che la Columbia Pictures promosse Dan Aykroyd e Harold Ramis nella categoria Miglior Attore non Protagonista e Bill Murray come Miglior attore protagonista nel 1985? (For Your Consideration è il nome con il quale si indica quella forma di campagna pubblicitaria organizzata dalle compagnie cinematografiche per promuovere un loro prodotto esaltandone le qualità, specie film in uscita o titoli o attori in concorrenza ai premi Oscar).

Purtroppo nessuna delle tre candidature fu presa in considerazione ma siamo in grado di riprodurre due delle tre promozioni pubblicate su Variety.