Una notizia interessante giunge dalle classifiche dalla prestigiosa rivista Billboard, una delle più importanti dedicate alla musica in America e che da oltre un secolo pubblica una classifica dei 100 brani più ascoltati negli Stati Uniti, la ambitissima Billboard Hot 100. Ebbene, la canzone Ghostbusters, scritta e cantata da Ray Parker Jr., è tornata in 48esima posizione la scorsa settimana, complice il successo in home-video di Ghostbusters Afterlife e il costante riascolto in streaming del brano in occasione dello scorso Halloween. Perché in America…sanno chi chiamare.
La notizia è importante e non potrebbero mancare altre sorprese in vista dell’anniversario del film di Jason Reitman e il rilancio in home-video dell’intera saga (al momento in cui scriviamo, il brano è in 58esima posizione), ma storicamente la canzone di Parker Jr., nominata agli Oscar e ai Grammy e vincitrice di un Bafta, era entrata in classifica neanche una settimana dopo l’uscita nelle sale del film di Ivan Reitman: il 16 giugno 1984 il disco 45 giri (Arista – AS 1-9212) si posizionò subito in 68esima posizione, fino a salire al primo posto l’11 agosto per rimanerci tre settimane (per un totale di ben 23 settimane di rimanenza nella classifica dei primi 100). Si aggiudicò il Disco d’Oro in America (quindi oltre 1 milioni di copie vendute), e il disco di Platino in Francia, Regno Unito e Canada.
Ebbe successo ovviamente anche oltreoceano: in UK, il singolo 45 giri salì la vetta del secondo posto il 25 agosto 1984 per le successive tre settimane (su 45 in classifica); in Francia, su un totale di 27 settimane di permanenza nella classifica dei primi 100, il disco resistette al primo posto per ben cinque settimane; in Germania, dove il disco uscì parecchi mesi prima dell’uscita nelle sale, salì al quarto posto per una settimana e rimane fra i primi 60 dischi più venduti per ventuno settimane; primi posti in classifica anche per Spagna, Canada, Belgio; in Italia entrò nella classifica dei primi dieci più venduti nella seconda metà di dicembre 1984 e vi rimase per trenta settimane arrivando al quinto posto. Anche recentemente, nella classifica dei 75 singoli più ascoltati in UK, la canzone era tornata in posizione, esattamente alla 49esima il 2 novembre 2008 e alla 38esima il 5 novembre 2021. In ascolto streaming, sempre nel 2021, il 13 novembre, salì al 32esimo posto per due settimane fra i brani più ascoltati. In quest’ultima occasione, lo stesso Parker aveva commentato così il successo costante del suo brano più famoso al mondo:
“Come potrebbe stufarti una canzone che è stata al primo o al secondo posto in 52 paesi nel mondo? Voglio dire, anche adesso, dopo quasi quarant’anni, ti basta camminare per strada e dire “E chi chiamerai?” e tutti saprebbero di cosa stai parlando. Ogni bambino di cinque anni lo saprebbe, la gente dice “Ray non ti conosco affatto ma se cominci a cantare I ain’t ‘fraid no ghost, who ya gonna call, bustin’ makes me feel good, tutti cominciano a sorridere”. Nessuno si dispera. Sono tutti felici. Quindi è la mia canzone preferita perché anche i miei figli sorridevano a quell’età, semplicemente divertendosi”.
E allora divertiamoci anche noi di nuovo, come abbiamo sempre fatto, perché acchiappare ci fa star bene.
Il libro ufficiale delle ricette di Ghostbusters, recentemente uscito nelle librerie, ha rilevato non solo quanti manicaretti potremmo cucinare con… la melma, ma anche una galleria fotografica interessante del film zeppa di inquadrature alternative e scene eliminate. Questo ha confermato la presenza di alcune delle sequenze descritte sia dal regista Jason Reitman che dal cast principale. Le abbiamo raccolte in un nostro dossier, risultato di un puntuale confronto di tutte le fonti che nel tempo ci hanno rivelato frammenti di queste scene grazie al confronto con tutti i trailer, con il libro Ghostbusters Afterlife: The Art and Making of the Movie, il backstage della seconda unità, il suddetto libro delle ricette, un articolo di Spook Central e di Ghostbusters Wiki.
Attenzione: questo elenco è da considerarsi temporaneo, nuove fonti potrebbero essere rivelate più avanti e inoltre ad oggi non è mai stata resa disponibile alcuna copia dello script di Gil Kenan e Jason Reitman. Quando questo avverrà, potremo finalmente avere un’idea di tutte le scene tagliate dal film.
Prima di tutto, lo stesso Jason ha dichiarato che non è da lui realizzare un director’s cut dei suoi film, non a caso nelle edizioni home video di Afterlife c’è una sola sequenza eliminata, ma è stato confermato che il primo cut durava 2 ore e 56 minuti inclusi i crediti finali: quindi circa un’ora di montaggio è saltata via. Molto spesso si dimentica che quando si realizza un film uno dei punti fondamentali è la struttura e il ritmo, e se occorre tagliare qualcosa il regista, d’accordo con il montatore, sa cosa sacrificare. La differenza fra director’s cut e una versione integrale è ugualmente confusa dai fan: non per forza la versione desiderata dal regista deve essere anche la più lunga. E quella più lunga, desiderata dai fan più esigenti, non sempre è la migliore, è più una curiosità feticista.
Quello che andremo a descrivere nel dettaglio è ovviamente un elenco altamente “Spoiler”: rimandate la lettura se non avete ancora visto il film.
Nota: alcune cose non sono riconducili a delle sceneprecise. Per esempio, durante la post-produzione agli inizi del 2020, era uscita la notizia che la Menahan Street Band aveva realizzato una cover “anni ‘60” della canzone del 1984 di Ray Parker Jr., da utilizzare per una scena durante la quale i ragazzi trovavano fra le varie cose del nonno Egon un disco 45 giri. Questa versione vintage non è stata più utilizzata. Altri cambiamenti sono stati fatti per semplificare il background di Callie, originariamente più dettagliato, e la scena della stanza piena di oggetti (alcune foto rivelano una targa della Ecto-1/A, da Ghostbusters 2, poggiata su uno scaffale), montata con meno riferimenti alla vecchia saga. Tutte le altre sono invece facilmente elencabili in ordine cronologico.
La scena eliminata di Janine
L’unico taglio inserito come extra in home-video vede Janine consegnare a Callie le ceneri di suo padre in una scatola. Mentre i ragazzi stanno curiosando fra le varie cose del loro nonno, Janine trova una moneta e la nasconde nella tasca: nella scena post-credit, apprendiamo che si tratta della moneta commemorativa dell’Esposizione Universale tenuta a Flushing Meadow nel 1964 che Janine regalò a Egon come portafortuna, sequenza eliminata dal primo Ghostbusters e inserita in coda ad Afterlife.
La morte di Egon
All’inizio del film, vediamo il terror dog inseguire Egon in fuga con il suo furgone. Come si evince dagli story board visibili nel libro The Art and Making of the Movie, dopo essersi ribaltato con il furgone Egon si appresta a chiudere la trappola mentre il braccio di Vinz Clortho si allunga all’esterno. Secondo una intervista alla montatrice del film Dana Glauberman, l’attacco di Zuul a Egon seduto sulla poltrona era molto più violento.
Lo sfratto
Nel primo trailer, il dettaglio della notifica di sfratto era più dettagliato, e indicava Chicago come città di origine della famiglia di Callie. Nella inquadratura successiva, c’era un dettaglio di Callie e Trevor che uscivano dall’appartamento con i loro bagagli.
La torre idrica
Fra il primo e il secondo trailer, l’inquadratura cambia e sulla torre idrica viene inserito digitalmente il nome della città di Summerville.
“Proprio niente non direi”
Nel secondo trailer, quando Callie chiede a Janine, “Non ci ha lasciato niente, eh?”, quest’ultima risponde “Be’, proprio niente non direi”. Nel film lei dice, “Non è esattamente così, di debiti ne ha lasciati tanti”.
Phoebe derisa dai compagni
Nel secondo trailer, vediamo un compagno di classe far esplodere una confezione di Doritos addosso a Phoebe. Questa scena è da inserirsi all’inizio del suo arrivo in classe, non ben accolto da quanto si intuisce da questo scherzo. In una foto dal Cookbook, un pezzo di Doritos è visibile fra i capelli di Phoebe in un ciak scartato dell’incontro fra lei e Podcast.
Callie incontra lo sceriffo
La mappa antica di Summerville
“L’unica che ha il motore”
Phoebe scende le scale / trova la trappola
Nel Cookbook, c’è una fotografia di Phoebe che scende le scale mentre indaga cosa sta alimentando il PKE, e un’altra dove trova la trappola. Inquadrature scartate.
Podcast prova ad aprire la trappola
“Un film negli anni ‘90”
Dopo la lezione, Gary per spiegare a Phoebe e Podcast cosa successe a Manhattan negli anni ’80, mostra loro un video di Youtube con l’arrivo dei Ghostbusters a Central Park West. Dice loro che su questi eventi ne fecero un film negli anni ’90, al che Podcast gli ribatte, “Ho bisogno di vedere questo film!”. Questo scambio di battute è visibile nel backstage della seconda unità, mentre la frase finale di Podcast è stata inserita in uno dei vari spot del film su Facebook. Sempre su questa scena, nel cookbook c’è una inquadratura diversa della reazione dei due ragazzini.
Il mastro di chiavi scappa dalla trappola
Trevor raggiunge Lucky
In una intervista online, Finn Wolfhard conferma che una scena complicata da girare, poi scartata, è stata quella di Trevor che viene invitato da Lucky ad aggregarsi a lei per un giro in montagna, perché Reitman aveva girato tutta una sequenza di Trevor che salta dalla finestra della cella frigorifera per raggiungere la macchina degli amici di Lucky in corsa.
Phoebe al tavolo di lavoro
Phoebe prova il proton pack, e mangia i popcorn
Una sequenza di Phoebe che esce dal laboratorio dalla porta secondaria, prova il proton pack sparando sul fieno, creando una pioggia di popcorn, è stata girata e scartata, ma è visibile a frammenti in più fonti (il backstage del film, il Cookbook, e Art and Making of the Movie Book). Chi ha visto il film ricorderà Phoebe che mangia i popcorn mentre vede su Youtube lo spot dei ghostbusters: ora sappiamo da dove li aveva trovati. In un’intervista, McKenna Grace ha affermato che quella è stata una delle scene più difficili da girare, per il peso dello zaino e l’invadenza degli insetti nel luogo delle riprese!
Alla Fonderia
L’esuberanza di Podcast
Nel backstage della seconda unità, sentiamo uno scambio di battute fra Podcast e Phoebe che è stato tagliato. Subito dopo la fuga del fantasma Muncher, Podcast urla di gioia “Sì!”, e pone la sua mano per battere il cinque a Phoebe, ma lei lo rimprovera dicendogli, “Ti avevo detto di intrappolarlo”, e lui le risponde, “Va bene, lo prenderemo la prossima volta, ok? Ok!”. Alla fine di questa sequenza, Podcast le ribadisce, “Se mi diverto, ci divertiamo”.
Gary e Callie a cena
“Amo quest’auto!”
Muncher smerda la cameriera
Nel backstage della seconda unità, vediamo la preparazione per una sequenza poi tagliata di Muncher che passa attraverso una cameriera del ristorante dove si trovano Callie e Gary, riempiendola di melma. L’ha, insomma, smerdata…
Phoebe con il PKE
“Ehi budd…”
Fra il trailer internazionale e il film montato, la reazione di Gary alla vista del terror dog nel supermercato è leggermente differente. Nel primo caso, dice “Ehi budd…” (buddy, cioè amichetto), nel film invece riesce a dire “Ehi”, per poi darsela a gambe. E a proposito di questa scena, l’attore Oliver Cooper, nei panni della sicurezza del supermercato, è stato tolto al montaggio. Cooper ha affermato che il suo ruolo era divertente, e che impiegò quattro giorni per girare le sue scene.
Lucky al ristorante
Attorno al modellino della fattoria
Logan Kim ha affermato di aver girato più battute del suo personaggio Podcast in questa scena, ma per un problema alla voce che era diventata più bassa del solito, hanno preferito scartarle (prima che lo possiate pensare, non sempre gli americani risolvono con il doppiaggio come facciamo noi in Italia, ma è più probabile che Reitman abbia deciso di accorciarle per motivi di ritmo).
Callie con il PKE
I Mini Puft attaccano il ferramenta
Dal primo trailer, dalle foto di scena e dal backstage della seconda unità, apprendiamo che l’invasione dei fantasmi colpiva anche il ferramenta. Nel trailer vediamo infatti il titolare aggirarsi con una pala per la neve, preoccupato da qualcosa che ha visto o sentito: nelle fotografie pubblicate anche da Jason, si scopre che sono i Mini Puft a invadere il negozio e diventare, nella loro follia, ancor più pericolosi. In una e-mail fra Paul di Spook Central e Eric, capoufficio della Ghost Corps, si legge che ad un certo punto i Puft prendevano possesso della spara chiodi. Il resto potete immaginarlo da soli.
“Sei tu il Guardia di Porta?”
Queste due fotografie testimoniamo che Paul Rudd, posseduto come Mastro di Chiavi, chiedeva agli animali chi di loro fosse il Guardia di Porta. La fonte è la diretta parrucchiera che lavorò al film, nel suo sito ufficiale.
L’ultima di Phoebe
Nathan “Nate” Orloff, secondo montatore del film, ha affermato che McKenna Grace aveva molte più battute da dire a Gozer: al montaggio scelsero le migliori dopo averla sentita raccontate parecchie barzellette, come se fossero ad un qualsiasi Comedy Club…
Ray contro Gozer
Stimolato da Reitman, a quanto pare Dan Aykroyd fu libero di improvvisare durante il dialogo con Gozer, e per farlo sentire in minoranza se ne uscì dicendo, “Gli hawaiani hanno un dio migliore di te, Pele potrebbe prenderti a calci nel culo!” (Pele è la dea del fuoco).
Janine alla fattoria
Podcast contro i mini Puft
Podcast assieme agli acchiappafantasmi
Due fotografie confermano che Podcast era accanto ai vecchi ghostbusters mentre osservano il fantasma di Egon dissolversi per sempre.
A casa di Dana e Peter
La prima scena post credit del film vede Peter e Dana provare la macchina per lo shock elettrico. In verità, questa sequenza era in origine girata con molte più scene e per un contesto diverso. Poiché in un backstage si vede Janine presente su quel set, secondo Spook Central si ritiene che fosse lì per arruolare Peter (e poi successivamente Winston) per aiutare la famiglia Spengler a Summerville. C’è poi un’altra inquadratura che ritrae una fotografia ricordo dei quattro acchiappafantasmi davanti la caserma (in verità, una foto di backstage degli attori risalente al novembre del 1983), e Eric della Ghostcorps ha confermato che era inserita in questa scena (la location lo conferma). Scartando questa scena, Reitman ha deciso di inserirla come post-credit, girando praticamente due anni dopo (nell’agosto 2021) la scena di Winston che ritorna alla caserma dei pompieri con la Ecto-1.
L’ufficio di Winston
L’ipotesi dell’arruolamento di Janine è abbastanza attendibile, poiché in questa foto tratta dal Cookbook si può vedere la scatola con le ceneri di Egon poggiata sul tavolo di Winston. Questo indica che Janine avrebbe recuperato i resti di Egon nella scena sopra descritta, e quindi collocherebbe questo dettaglio nell’ufficio di Winston prima della battaglia finale e non dopo, come invece è stato montato nel film.
Potrebbero esserci sorprese di qualche recupero interessante in vista del quarantennale della saga, previsto per il 2024, o il casuale recupero del copione, nel frattempo non possiamo che consigliarvi di tenervi caldi i film di Ghostbusters in attesa di novità future.
Sorpresa per i fan della saga di Ghostbusters: è arrivo un nuovo cofanetto Blu-Ray + UHD dei tre film in edizione speciale. La Eagle ha infatti realizzato una confezione – denominata Deluxe Edition – in tiratura limitata, comprendente Ghostbusters (1984), Ghostbusters II (1989) e Ghostbusters: Legacy (2021), più un poster del primo film, la spilla e il portachiavi di Legacy. Il box può essere pre-ordinato già qui, per il costo di 80 euro, ed è in uscita per il prossimo 7 dicembre.
In una recente intervistaErnie Hudson ha discusso del suo ruolo nel sequel di Quantum Leap–In viaggio nel tempo, e del franchise di Ghostbusters. Come sappiamo, il team di Ghostbusters Legacy sta lavorando al copione del sequel, e secondo una possibile fonte le riprese dovrebbero cominciare nella primavera del 2023. Ma a parte che riporterà il nuovo team di acchiappafantasmi a New York dopo i fatti di Summerville, ne sappiamo ben poco. Di sicuro, è in fase di scrittura sin da quando Legacy stava per uscire nelle sale, come lo stesso Ernie dichiarò un anno fa. Tuttavia Hudson parla volentieri del suo personaggio e del rapporto con Jason e Ivan Reitman.
MF: I fan sono stati davvero entusiasti nel vederti tornare nel tuo personaggio di Winston Zeddmore in Ghostbusters: Afterlife. Com’è stato rimettere l’uniforme e lo zaino protonico e lavorare di nuovo con Bill Murray e Dan Aykroyd?
EH: Beh, abbiamo parlato di un nuovo Ghostbusters per 25 anni. Avevo appena rinunciato. Ho pensato: “Ok, non accadrà. Abbiamo fatto il videogioco, ma non faremo mai il film”. Poi Paul Feig è arrivato con Ghostbusters: Answer the Call. Adoro Paul, mi è piaciuto molto il film e ho sicuramente molto amato le donne che lo hanno interpretato. Ma è stato un Reboot. Non amo i reboot, come ho detto prima, ma quando Jason Reitman alla fine mi ha chiamato e ha detto che stavano andando avanti con un “Ghostbusters” che era un estensione degli originali, è stato davvero eccitante.
Ma avevo ancora quel piccolo pensiero, “Sta davvero succedendo?” Fino a quando sono salito sul set e ho indossato la tuta, e ho visto Bill e Danny tutti attrezzati con i loro zaini, ho pensato: “Wow, è proprio così. Sta accadendo davvero”. È stato molto commovente per me. Non mi sono commosso, ma ci sono andato vicino. Ci ha riportato così tanto nel passato.
Questo film è una parte così importante della mia vita. Ha avuto un impatto così grande con i fan per così tanti anni che quando stavamo facendo questo film sentivo che lo desideravano da tanto tempo. Così vedere Sigourney Weaver e Annie Potts, e una piccola sceneggiatura meravigliosa. C’erano alcune cose che ho sentito di fare con Winston che Jason Reitman ha affrontato con me.
Poi ho appena sentito un paio di giorni fa che la Sony sta esaminando la nuova sceneggiatura. Quindi, so che ci sono molti piani per le repliche future, ed è diventata una parte davvero divertente ed eccitante della mia carriera e della mia vita. Sono così grato di farne parte.
MF: Quindi, non abbiamo visto la fine di Winston Zeddmore sul grande schermo? Potremmo vederlo di nuovo in un futuro film di “Ghostbusters”?
EH: Penso di sì. Penso che sia decisamente legato all’intero mondo di “Ghostbusters”. Adesso è un uomo d’affari che ha questa società internazionale, ma sarà sempre un acchiappafantasmi. Quindi, penso che finché ci saranno i film di “Ghostbusters” e Winston potrà indossare lo zaino e la tuta ancora si adatterà, vedremo Winston coinvolto. Siamo a Hollywood, ma di certo mi piacerebbe farne parte, e vedremo come si svilupperà.
MF: Infine, com’è stato per te lavorare con Jason Reitman in Afterlife, dopo aver realizzato i primi due film di Ghostbusters con suo padre, e che ricordi hai del lavoro con il compianto Ivan Reitman?
EH: Quando facemmo il film nell’84 ci sono stati molti cambiamenti, soprattutto all’inizio. Ma nel corso degli anni, abbiamo davvero sviluppato un’amicizia. Entrambi siamo cresciuti e cambiati. Ivan all’inizio non era molto suscettibile, e abbiamo avuto la possibilità di entrare davvero in contatto. Gli volevo bene e gli portavo tanto rispetto, e ho capito l’impatto che ha avuto sulla mia vita con questo film. Ho anche fatto un altro film con lui chiamato Spacehunter: Adventures in the Forbidden Zone (1983, di cui Ivan Reitman era produttore esecutivo, n.d.r.).
Jason, che aveva sei anni quando abbiamo girato il film originale, era sempre in giro sul set. Era anche nel secondo film ed è cresciuto fino a diventare un regista di talento. Quando ho sentito che stava prendendo il timone, ho pensato: “Okay, stiamo a posto”. Ero davvero eccitato.
Con Ivan, quando l’ho incontrato per la prima volta aveva già fatto così tanti film fantastici e io avevo così tanto rispetto per lui. Quindi, vuoi lavorare e dare il meglio perché lui lo richiede.
Quando ho incontrato Ivan per la prima volta lui aveva all’attivo già diversi meravigliosi film, e lo rispettavo molto per questo, spingendomi a lavorare il meglio possibile di quanto lo chiedesse. Ma Jason… non riesco ad immaginare qualcuno che non lo ami. Sai cosa intendo? Quindi, dai il meglio perché vuoi davvero avere successo e lui si sente come una famiglia.
Ci sono alcune relazioni in questo ambiente del cinema che apprezzi davvero e a cui ti tieni. Ivan era uno di loro. Ci sono persone con cui puoi davvero entrare in contatto e dire: “Okay, questa persona ha davvero avuto un impatto nel plasmare, non solo la mia carriera, ma chi sono come persona”. Ivan è una di quelle persone.
Un importante aggiornamento riguardante le riprese del nuovo film di Jason Reitman sul mondo degli acchiappafantasmi, previsto come già comunicato in uscita nelle sale il prossimo 20 dicembre 2023. Con il titolo in lavorazione di Firehouse, il sequel di Ghostbusters Legacyentrerà in produzione con il primo ciak previsto, a quanto si legge sul numero 1317 di Production Weekly, per la primavera del 2023. Questo è quanto riportato nella scheda qui sotto. Non ci sono ancora conferme che non mancheremo di riportare, ma il dubbio che i tempi di produzione siano pochi per uscire a dicembre, e che possa essere spostato al 2024, è legittimo; nel frattempo, Jason Reitman ha tributato il padre Ivan durante una proiezione speciale qualche giorno fa a Los Angeles, invitando tutti a ridere così forte da farsi sentire in Paradiso. Il film Firehouse riporterà il cast principale (confermati al momento Ernie Hudson, Mckenna Grace, ) a New York, come raccontato qui.
Spaccafantasmi è un film del 1984 della coppia Belushi-Aykroyd, con un giovane Eddie Murphy spalla eccezionale, e oggi considerato un cult della comicità. No, non abbiamo bevuto, ma nel multiverso – il Dottor Strange insegna – o almeno da qualche parte deve essere successo! Poiché qualcuno ha pensato di farlo diventare realtà, anche se in termini di giocattolo da collezione, pensiamo sia interessante raccontare il background di questa storia.
Lo scozzese David produce action figure belle quanto singolari dietro il nome di Lightning Boltz Action Figures, e in questi giorni ne ha prodotte due in una categoria che ha definito parte del “multiverso” di Ghostbusters: sono infatti riprodotti, in tiratura limitata, John Belushi e Eddie Murphy nei panni rispettivamente di Peter Venkman e Winston Zeddemore. Sull’ipotesi del “What If”, David ha infatti immaginato come fossero stati Belushi e Murphy acchiappafantasmi esattamente come Dan Aykroyd, agli inizi del 1982, aveva previsto quando il film era ancora una bozza di copione, dal titolo Ghost Smashers. Stiamo parlando di un periodo molto lontano, quando Dan stava cercando un copione migliore per lui e Belushi, all’epoca una coppia comica che aveva dato grandi risultati con The Blues Brothers, ma aveva perso smalto con il successivo I vicini di casa, uscito nelle sale nel natale del 1981.
All’epoca Dan aveva già cominciato a scrivere il copione degli acchiappafantasmi con protagonisti i personaggi di Stantz, Venkman, e Ramsey (poi diventato Winston; Egon arriverà in un successivo momento, quando Harold Ramis subentrerà come co-sceneggiatore): Belushi era certamente previsto, mentre il nome di Eddie Murphy uscirà in un secondo momento, quando con Dan aveva avuto un ottimo rapporto di lavoro con il film girato alla fine dell’82 dal titolo Una poltrona per due. Come è purtroppo noto, Belushi morirà d’overdose nel marzo 1982, quello che è meno noto che Aykroyd, per non lasciar cadere il progetto, aveva inizialmente pensato a Richard Pryor come partner del suo film sui fantasmi, siccome Pryor all’epoca era uno dei comici più famosi del paese. La voce che Murphy fosse in lista è tuttavia una mezza verità: Ivan Reitman aveva dichiarato in tempi recenti che l’attore, all’epoca giovanissimo e con soli due film all’attivo, non fu interpellato personalmente, ma qualcuno, probabilmente Aykroyd, gli aveva parlato del film; Murphy in quel periodo aveva diversi progetti in fase di stallo e rifiutò l’offerta del suo collega. Tutti concordano che si trattasse del progetto di Beverly Hills Cops, ma non è corretto al 100%: il film entrò in produzione nel maggio 1984, quando Ghostbusters era ad un passo dalla distribuzione nelle sale, avvenuta a giugno. E’ possibile che l’ambizioso Murphy rifiutò l’offerta di Dan perché Beverly Hills Cops o qualsiasi altro film lo avrebbe messo come assoluto protagonista, mentre Ghostbusters era sopratutto un film corale. Tuttavia, quanto sarebbe stato curioso e diverso un Ghostbusters con tre pezzi forti come Belushi, Murphy e Dan? Nel frattempo, potete acquistare, al prezzo di 85 sterline l’uno, l’acquisto delle action figure di John Belushi e Eddie Murphy in versione Ghostbusters.
Oggi sono state presentate le liste dei film interessati alle nomination per il Saturn Award, popolarmente noto come “l’Oscar della fantascienza” (ma al posto della statuetta, c’è il pianeta Saturno racchiuso in un anello di pellicola), poiché è un premio prestigioso e indipendente che riconosce i film con i migliori effetti speciali, il regista, il cast e i tecnici che ci hanno lavorato. Ghostbusters, di IvanReitman, ricevette il Saturn come Miglior Film Fantasy nel 1985, mentre Ghostbusters (2016) di Paul Feig, ebbe due nomination, come Miglior Film Fantasy e Attrice non protagonista (Kate McKinnon).
E ora a distanza di quasi quarant’anni, il film Ghostbusters Afterlife, diretto dal figlio Jason, concorrerà a ben quattro categorie, avendo ricevuto le nomination come Miglior Film Fantasy, Miglior Attrice non protagonista (Carrie Coon), Miglior attore emergente (Finn Wolfhard) e Migliori Effetti speciali visivi. Proclamate oggi, da lunedì 15 agosto partiranno le votazioni che culmineranno, il prossimo 25 ottobre, con la nomina dei vincitori. Ecco la lista completa delle nomination.
Oggi è un giorno di festa perché Dan Aykroyd compie 70 anni. Tutti noi “ghost-head” siamo grati al suo genio e alla sua intuizione di creare una “ditta” di disinfestazione del paranormale, ma come attore e autore Dan ha alle spalle una vita leggendaria che è andata oltre ai Ghostbusters. Ma voi lo sapete che carriera ha avuto?
Certo, dopo “Ghostbusters” la sua non è più stata a quei livelli, ma scavando bene ci sono molti titolti “cult”, minori forse, ma che portiamo sempre nel nostro cuore. Impossibile qui stilare una biografia dettagliata – ci vorrebbe un sito a sé! – ma qualcosina per darvi un’idea vogliamo riportarla.
Dan è canadese, nato nella capitale Ottawa, il 1° luglio 1952, e ha, da parte del nonno materno franco-canadese, origini inglesi, irlandesi, scozzesi e tedesche. Il padre Peter, oltre ad essere stato consigliere del Primo Ministro in carica negli anni ’70 e ’80, era un appassionato di investigazioni del paranormale, tanto da pubblicare il libro “The History of Ghosts”, nel 2009. Come scrisse Dan nella prefazione, suo padre da bambino aveva assistito a diverse sedute spiritiche e scritto libri sull’argomento, volumi letti avidamente da Dan e suo fratello Peter. Ma la aspirazione più forte del giovane Dan era quella artistica.
Oltre alla passione per la musica, Dan debuttò giovanissimo nella televisione canadese sfruttando la sua abilità nella dizione come speaker (ruolo che gli fece conoscere, alla fine degli anni Sessanta, uno dei responsabili dei programmi, di nome Ivan Reitman) e come attore in uno show condotto, fra gli altri, da Lorne Michaels, “The Hart and Lorne Terrific Hour” (CBS, 1970-71).
La sua prima svolta professionale accadde qualche anno dopo nel teatro più importante per studiare recitazione e improvvisazione, “The Second City”, fondata a Chicago ma che debuttava nella nuova sede a Toronto nel 1973, anno del diploma di Dan. Suoi compagni di “banco” erano, per dire, John Candy, Eugene Levy, Joe Flaherty, Brian Doyle-Murray (fratello di Bill), Gilda Radner, Catherine O’Hara. Fra il 1973 e il 1974 le sede di Chicago e di Toronto mescolarono gli allievi come formazione in differenti palcoscenici, e fu così che Dan conobbe Bill Murray, allievo del’ 74, e un “veterano” come Harold Ramis, diplomatosi nel 1969. L’incontro più importante accadde però alla fine del 1973, quando John Belushi, allievo del 1971, si presentò nel locale blues che gestiva Dan, il “505 Club”, per proporgli di far parte di un programma radio che John stava prendendo in gestione per conto del “National Lampoon”. Dan rifiutò ma fece amicizia con Belushi, trovando alcune passioni in comune fra cui la musica blues.
I due si rincontreranno nel 1975, quando Lorne Michaels li scritturò per il nuovo programma della NBC del sabato sera: il “Saturday Night Live”. Il gruppo si autoproclamò “The Not Ready for Prime Time Players” (gli attori non pronti per la prima serata) ed era formato da Aykroyd, Belushi, Chevy Chase, Jane Curtin, Garrett Morris, Laraine Newman, Gilda Radner, Michael O’ Donoghue.
Il successo fu straordinario (e nel 1977 Bill Murray subentrò a Chevy Chase). La vera boccata fresca in una tv all’epoca ingessata era fatta di parodie televisive e umorismo irriverente, con Aykroyd scatenato nei panni di Jimmy Carter, Richard Nixon, Rod Sterling, per non parlare della famiglia “Coneheads” o la coppia formata con Steve Martin dei due fratelli emigrati in America, i Yortuk Festrunk, che si autodefinivano “i tizi pazzi e selvaggi” da Bratislava, oppure Fred Garvin, il prostituto.
Spesso gli autori, il cui staff era spesso composto anche dagli stessi attori incluso Dan, spingevano le bizzarrie quando sapevano quanto fosse eccentrico Aykroyd. Un celebre sketch parodia dei programmi di cucina vedeva Dan nei panni femminili di una donna che si tagliava una mano e continuava imperterrita a spiegare come comportarsi nonostante perdesse grosse quantità di sangue. Poiché ogni ospite previsto faceva sia il conduttore che interprete di quasi tutti gli sketch, molti di loro notarono la capacità di scrittura di Dan. Uno su tutti Eric Idle del gruppo Monty Python, che dichiarò che l’unico del SNL capace di essere un Python fosse proprio Dan.
Ovviamente Aykroyd recitava spesso con John Belushi. La loro passione per il blues diventò persino una scusa per essere ospiti musicali come i “Blues Brothers”, prima in un numero finale nel 1976, vestiti da api, poi in due puntate, nel loro storico abito scuro nel 1978. Il successo che Belushi aveva ottenuto nel cinema con “Animal House” quell’anno trascinò anche Dan che, visti gli impegni aumentare sul set, decise con il suo partner di lasciare il SNL nel ’79.
Poi be’, il resto è storia. Belushi e Aykroyd rendono i fratelli Blues una realtà, nascono i dischi, i tour con la banda, un film capolavoro di John Landis del 1980, arrivano alle hit parade. Purtroppo Belushi finì vittima del suo successo e per una serie di complicazioni con il proprio lavoro, andò in depressione rifugiandosi nelle droghe. Quando morì nel 1982, Dan aveva sulla sua scrivania alcuni progetti da fare col suo miglior amico. “Ghostbusters” fra questi, com’è noto, ma anche “Spie come noi”, “I Tre caballeros” ecc. In quel momento, oltre al dolore Dan doveva affrontare una carriera in solitaria. L’ultimo film con John, “I vicini di casa” (1981) e il suo primo film da protagonista, “Doctor Detroit” (1983) non andarono bene al botteghino. In salvezza vennero John Landis con “Una poltrona per due” (1983), in coppia con Eddie Murphy, e Ivan Reitman, che accolse la sua idea degli acchiappafantasmi e la presentò senza troppe difficoltà alla Columbia Pictures: affiancandosi a Harold Ramis e Bill Murray, Dan girò la commedia di maggior successo dell’epoca.
Dopo “Ghostbusters” la sua carriera ebbe un calo, o meglio la sua stella si affievolì con ruoli secondari o in film non proprio riusciti, ma la lezione di Aykroyd è sempre la stessa: è una leggenda vivente, eppure non ha mai cercato di essere una star. Lavora sodo, senza lamentarsi, sarà perché è canadese e il pazzo che salta da un taxi in corsa è un pazzo lontano (l’aneddoto, reale, lo ha raccontato Steve Martin), di certo Dan Aykroyd è un attore che preferisce partecipare, senza protagonismi.
Interpreta un sacco di commedie bizzarre, da “Spie come noi” (1985), con Chevy Chase, “La retata” (1987) con Tom Hanks, “Lo strizzacervelli” (1988), con Walter Matthau, “Non è stata una vacanza…è stata una guerra” (1988), con John Candy, “Ho sposato un’aliena” (1988) con Kim Basinger, rinnova il gruppo di Reitman con “Ghostbusters II” (1989), riesce finalmente ad avere una parte che gli fa dimostrare di essere un buon attore tanto da ricevere una nomination all’Oscar per “A spasso con Daisy” (1990), è in coppia con Gene Hackman in “Poliziotti a due zampe” (1990), sbanda paurosamente con la regia del film “Nient’altro che guai” (1991), ha due bei ruoli in due film di serie A, nei panni di Mack Sennett nel film “Charlot” (1992) e a fianco di Robert Redford nel cult “I signori della truffa” (1992). Dalla metà degli anni Novanta limita le sue apparizioni, a parte “Teste di cono”, ispirato al famoso sketch del SNL, che però è un fallimento al botteghino: appare in “Operazione Canadian Bacon” (1995), primo film di fiction di Michael Moore, e in un cult comico come “Tommy Boy” (1995), con la coppia Chris Farley e David Spade. Divide lo schermo con Steve Martin nel divertente “Sergente Bilko” (1996) e con Damon Wayans e Daniel Stern nel film “Celtric Pride – rapimento per sport” (1996), ma riesce a dare il meglio di sé in due apparizioni esilaranti, in “L’ultimo contratto (1997) e in “Due mariti per un matrimonio” (1996), ruoli degni della sua inquietante follia. La sua carriera subisce un brutto colpo con il flop del seguito dei fratelli Blues, “Blues Brothers 2000” (1998), sempre diretto da Landis. Qui e là continuerà a lavorare, a volte con soddisfazioni personali notevoli, citiamo Woody Allen che lo vuole nel film “La maledizione dello scorpione di giada” (2001), ricevendo anche complimenti dallo stesso Allen, o in alcune commedie natalizie fra le più riuscite, come “Fuga dal Natale” (2004), dove è con la coppia Tim Allen/Jamie Lee Curtis.
Oltre ad alcune apparizioni degne di nota, come a fianco del suo amico Jim Belushi nel suo “La vita secondo Jim”, o nel bellissimo film per la televisione “Dietro i candelabri” (2013), a fianco di Michael Douglas e Matt Damon, oggi com’è noto Dan è diventato un uomo d’affari. Nel 1992 è co-fondatore assieme alla Hard Rock della catena di locali “House of Blues” (sua socia è Judith Belushi Pisano, vedova di John), e nel 2007 con John Alexander fonda la Crystal Head Vodka, una linea di vodka imbottigliata in speciali teschi di cristallo. E’ anche un noto filantropo: ma voi lo sapete che canta anche nella canzone “We Are the World”? Incisa nel 1985, fu scritta da Michael Jackson e Lionel Richie per raccogliere fondi per l’Africa. E nel videoclip Aykroyd è lì nel coro, come sempre ha fatto.
Noi di Ghostbusters Italia lo abbiamo conosciuto nel 2013, durante un tour organizzato per la promozione della sua Vodka. Toccò Novara, Milano e Roma in pochi giorni, lasciando il segno e la sua simpatia nei nostri confronti con memorabili momenti. A Milano indossò uno dei nostri zaini protonici mentre a Roma conobbe Sergio Di Giulio, uno degli attori che gli diede la voce soprattutto quando è nei panni di Ray Stantz, l’entusiasta degli acchiappafantasmi.
Lo aspettiamo alle prossime occasioni, ora che il mondo Ghostbusters è ripartito più che mai.
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